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Amministrative 2019: l’analisi del voto Bidimedia – Avanza il Cdx ma il Csx tiene, M5S scomparso

Il voto per zona

Vediamo ora come sono andate le amministrative in alcune zone di particolare rilevanza. A bordo pagine potete trovare invece le tabelle con i 100 maggiori comuni per popolazione che hanno votato nel 2019. Vi sono incluse anche le città siciliane che hanno votato a parte ad aprile e non sono considerate in questa analisi.

Il Nord urbano

Ottima prestazione di Pd ed alleati nelle cinture urbane di Torino e Milano: 6 su 8 vinti nel primo caso, 7 su 10 nel secondo nonostante la perdita di due “comuni rossi” come Rozzano e Cormano.Il voto tra Lombardia e Piemonte mostra una forte dicotomia in base alle aree.

I comuni degli hinterland urbani hanno evidenziato negli ultimi anni una parabola particolare. Prima del 2013, con gli schieramenti tradizionali, le cinture cittadine erano stabile territorio rosso. Con l’avvento di populisti prima e sovranisti poi, le periferie urbane ed i comuni limitrofi (periferie de facto anch’essi) sono passate in blocco al voto per M5S o Lega, a seconda dell’area geografica. L’arcinoto ed abusato fenomeno delle “periferie che abbandonano la sinistra”, fino ad arrivare alla perdita di roccaforti del Pd come sesto San Giovanni, ex “Stalingrado d’Italia”. Nell’ultimo anno e mezzo circa si nota però un parziale allineamento delle aree suburbane al voto cittadino (vedere la nostra analisi del voto europeo per maggiori dettagli), almeno per quanto riguarda le elezioni amministrative.

Lombardia, Veneto, Piemonte

Tra Piemonte e Bassa Lombarda performa meglio la Lega, che riconquista Pavia e vince in 3 su 4 dei capoluoghi Piemontesi. Il centrosinistra tiene invece Bergamo, Cremona e Verbania: come spiegato sopra, qui influisce probabilmente il valore dei sindaci uscenti (csx), tra cui spicca Giorgio Gori, oltre alle dinamiche di voto urbano non favorevole alla Lega. Non così a Pavia dove l’amministrazione uscente Pd era stata problematica ed aveva causato la spaccatura del Csx al voto. In tutta la Lombardia il cdx vince 19 comuni maggiori su 35 al voto: la maggioranza, ma non un risultato straripante.

Insolita buona performance del Pd anche in Veneto. Qui si votava solo a Rovigo tra i capoluoghi, e viene strappato alla Lega dal Pd. Non solo: nei comuni superiori veneti, il cdx vince in soli 10 enti su 21 al voto. Un dato anomalo in una regione dove il cdx è sopra al 60% e la Lega vincerebbe la regione anche se andasse da sola.

Emilia-Romagna

L’Emilia rossa non c’è più, è stato detto negli ultimi anni: la Lega ha colonizzato le ex-zone rosse. La tornata elettorale 2019 mostra però una realtà diversa ed in chiaroscuro sia per la Lega che per il PD.

Se infatti le conquiste leghiste di Ferrara e Forlì fanno comprensibilmente scalpore, non può (o almeno, non dovrebbe…) essere ignorato come il Centrosinistra abbia vinto 27 dei 35 comuni superiori al voto nella regione. Nelle campagne Emiliane si mostra preponderante la dinamica di voto disgiunto tra elezioni nazionali e locali vista prima: la Lega conquista terreno tra Politiche ed Europee, ma arretra alle Amministrative, dove l’elettore medio emiliano torna al PD. Nei maggiori centri urbani invece domina ancora il centrosinistra. Nota dolente per il Csx è però il ferrarese ed i territori adiacenti del modenese e ravennate. Qui il voto amministrativo vede maggiore presenza leghista generalizzata, con sconfitte nella maggior parte dei comuni superiori (Ferrara, Mirandola, Copparo). L’area del nord-est dell’Emilia sembra davvero non essere più rossa.

La tornata amministrativa emiliana era particolarmente sentita anche per via delle imminenti elezioni regionali (autunno 2019). L’esito, con sostanziale tenuta del csx lascia ben sperare il Pd, tuttavia permangono i dubbi legati al vantaggio del cdx guardando al voto politico ed alla dominanza leghista nella bassa emiliana. Sarà un’elezione cruciale per la futura definizione degli equilibri nelle “regioni rosse”. 

Toscana

La principale nota positiva delle comunali per il centrosinistra arriva dalla Toscana, che si conferma rossa. Pd ed alleati vincono 30 comuni superiori su 35 e tutti i tre capoluoghi al voto (Firenze, Livorno e Prato), spesso al primo turno e con percentuali plebiscitarie. La nota stonata di Piombino, vinta dal cdx, non può sminuire l’ottimo risultato regionale e sembra dovuta più a dinamiche locali legate alle amministrazioni uscenti. La riconquista di Livorno ai danni dei 5 Stelle ha anche un indubbio valore simbolico, visto quel che aveva significato nel 2014: l’inizio dell’abbandono del PD da parte del tradizionale elettorato “rosso”.

Marche e Umbria

ferita aperta per il centrosinistra, e netta affermazione di lega e centrodestra, nelle ex regioni rosse di Marche e Umbria. Quest’ultima in particolare è ormai diventata pienamente regione “blu”, complici anche i recenti scandali che hanno colpito il Pd regionale. Alla conferma del cdx al primo turno a Perugia (già passata a destra nel 2014) si aggiungono le vittorie di Lega ed alleati in ben 5 comuni superiori su 8 al voto.

Situazione solo leggermente diversa nelle marche; qui solo i comuni costieri o limitrofi del centro-nord della regione sono ancora tendenti verso il csx (Fano, Pesaro, Osimo). Il resto delle marche è invece stabilmente blu anche alle amministrative, con il Cdx che vince anche ad Urbino oltre che ad Ascoli.

Meridione

Il Sud Italia vede trionfare, come da tradizione, il voto alla persona spesso clientelare; ciò non toglie che un buon risultato generale del cdx sia evidente. Il csx si difende come abbiamo visto in Puglia e in alcune aree della Campania, soprattutto grazie al voto ai propri candidati.

Al contrario, i 5 Stelle sono in pratica inesistenti, salvo casi isolati come Campobasso. Ciò è particolarmente grave trattandosi del loro territorio di maggior forza, nel quale il 26 maggio i Pentastellati hanno comunque ottenuto buone percentuali. Eppure il radicamento della classe politica a 5 stelle continua ad essere nullo anche nel Meridione e ciò, tolta la stucchevole retorica del voto agli altri partiti come frutto del malaffare, mostra una perdurante fragilità della formazione di Di Maio. Il M5S vive di propaganda nazionale, ma ai livelli inferiori appare il vuoto. Quando mancano motivazioni politiche su scala nazionale, l’esito è quello visto due settimane fa: disastro trasversale dalle Europee alle Amministrative.

Conclusioni

L’esito delle amministrative mostra risultati in chiaroscuro per Centrodestra e centrosinistra: il primo ha indubbiamente vinto guardando agli enti strappati al Pd, ma senza i risultati attesi e con molti meno voti rispetto alle concomitanti Europee. Il Centrosinistra si ritrova ad avere non-perso: ha comunque conquistato più comuni superiori dei rivali e si è difeso, pur perdendo diverse amministrazioni. Il Csx si conferma secondo e staccato dal Cdx, ma ritrova un radicamento territoriale e una classe di amministratori locali da cui ripartire. Per i due schieramenti maggiori, lo spartiacque sarà senza dubbio il voto regionale emiliano in autunno: un’elezione ad oggi non pronosticabile.

L’unico vero sconfitto senza appello è il M5S. La debacle delle Europee assieme all’evanescenza mostrata nei comuni costituiscono un colpo da cui non è detto possa riprendersi.

Vi diamo appuntamento a domenica, quando andranno al voto i comuni della sardegna tra cui Cagliari. Le regioni a statuto speciale infatti votano in date diverse rispetto al resto d’Italia. Non mancate alla diretta Bidimedia che chiude la tornata elettorale comunale 2019!

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