Con 323 voti favorevoli, 262 voti contrari e 48 astenuti il Parlamento Europeo, riunito nella sessione plenaria di oggi (3 Maggio), ha adottato la legge elettorale europea che sarà applicata in teoria a partire dalle Elezioni del 2024. Tuttavia, per essere approvata definitivamente, la legge deve prima essere trasmessa al Consiglio Europeo, composto dai governi di ognuno dei 27 Stati membri dell’UE e che detiene il potere legislativo assieme al Parlamento Europeo. Dopo di che dovrà essere approvata una seconda volta dal Parlamento europeo e infine ratificata da tutti e 27 gli Stati membri. Lo scopo è quello di approvare una legge elettorale europea armonizzata per tutti gli Stati aderenti.
Liste transnazionali
Una delle novità più importanti, probabilmente la più discussa nel dibattito europeo, è l’introduzione delle liste transnazionali, ossia delle liste formate non dai partiti di una singola nazione come il M5S o la CDU, ma dai partiti politici europei ufficialmente riconosciuti dall’Unione Europea. Questi includono non solo i gruppi europei come il GUE o S&D, ma i partiti come l’European Free Alliance, composto da partiti che rappresentano le minoranze linguistiche, etniche o regionali di una nazione, oppure il Partito Democratico Europeo guidato da Bayrou, di cui faceva parte tempo fa Democrazia è Libertà – La Margherita.
Inoltre nelle liste transnazionali hanno diritto a partecipare anche le associazioni europee di elettori che rappresentano almeno lo 0,02% dei votanti in tutta l’UE, le coalizioni elettorali europee formate da almeno due partiti europei o associazioni di elettori, allo scopo di promuovere i movimenti politici minoritari.
Agli attuali 705 Parlamentari europei, ne saranno aggiunti altri 28 eletti tramite la lista transnazionale. Questo significa che l’elettore riceverà due schede elettorali alle elezioni europee: una con i simboli dei partiti nazionali, attribuendo un voto alla circoscrizione nazionale, ed un’altra con il simbolo di un partito europeo, attribuendo un voto alla circoscrizione corrispondente all’intera Unione Europea. Sulla scheda delle liste transazionali sarà presente anche il nome dello Spitzenkandidaten, ossia il candidato indicato da ogni partito europeo per il ruolo di Presidente della Commissione Europea. Fino ad ora, invece, questo sistema non è stato mai attuato pienamente e non esistono vincoli di sorta, come dimostrato dall’elezione di Ursula von der Leyen alla Commissione Europea.
Nel corso della storia dell’Unione Europea, le liste transnazionali sono state proposte più volte. Nel 1998 l’Anastassopoulos Report aveva proposto di assegnare il 10% dei seggi a una circoscrizione unica europea, che sarebbe entrata in vigore a partire dal 2009. Il Parlamento Europeo aveva avanzato poi altre proposte ma vennero sempre respinte dal Consiglio Europeo, che detiene il potere legislativo assieme al Parlamento Europeo. In occasione della Brexit, Enrico Letta, Gianni Pittella ed Emmanuel Macron proposero di assegnare i 73 seggi del Regno Unito per una lista transnazionale, ma alla fine non fu trovato un accordo comune. Questa volta invece l’accordo ha una portata storica perché per la prima volta tutti i maggiori gruppi politici europei, incluso il PPE, storicamente scettico, hanno trovato un’intesa comune.
Maggiore accessibilità: il voto postale e voto ai 16enni
Il voto postale attualmente non è utilizzato in 13 dei 27 Stati membri dell’Unione Europea. Se la proposta dovesse essere adottata anche dal Consiglio Europeo, il voto postale sarebbe realtà in tutti gli Stati (inclusa l’Italia) e potrebbero esprimere il proprio voto anche i cittadini comunitari che risiedono anche temporaneamente in un’altra nazione dell’Unione Europea. Inoltre, l’età minima richiesta per poter esprimere il proprio voto si abbasserebbe a 16 anni per le elezioni europee, con una deroga per gli Stati che hanno scritto in Costituzione un’età minima di 17 o 18 anni per poter votare.
Inoltre, viene richiesto a tutti gli Stati membri di assicurare che i seggi elettorali siano facilmente accessibili per le categorie fragili, affittando un locale apposito nel caso la struttura non sia adeguata alla funzione richiesta. Infine, verrà istituita un’Autorità elettorale europea, che coordinerà le informazioni sulle elezioni europee, gestirà le liste elettorali, proclamerà i risultati elettorali e supervisionerà lo scambio di informazioni sul voto da parte dei cittadini dell’Unione al di fuori del loro paese natio.
Soglia di sbarramento e preferenze
All’interno dell’Unione Europea sono presenti almeno tre metodi di voto: il voto con preferenze, il voto con liste bloccate e il voto singolo trasferibile, quest’ultimo presente solo in Irlanda. La proposta mira a uniformare il metodo in tutta l’Unione Europea, introducendo il voto con preferenze in tutti e 27 gli Stati membri, per quanto riguarda la quota dei 705 Parlamentari europei. Per le liste transnazionali, invece, i Parlamentari verranno eletti attraverso delle liste bloccate.
Per quanto riguarda la soglia di sbarramento, invece, viene introdotta una soglia minima del 3,5% per le circoscrizioni elettorali composte da più di 60 seggi. Questo vuol dire che, se uno Stato suddivide la propria quota di seggi in più circoscrizioni, come nel caso dell’Italia, la soglia del 3,5% non si applica, lasciando invariata la legislazione in corso. Invece, per tutti gli Stati, viene confermata una soglia massima di sbarramento del 5%, che nessuno Stato può superare. Inoltre, i seggi vengono riallocati con il metodo d’Hondt: in alcune nazioni, come Danimarca o Lettonia, era utilizzato invece il metodo di Sainte-Laguë.
Se dovesse essere approvata, la soglia di sbarramento del 3,5% entrerebbe in vigore in Germania, che non presenta circoscrizioni subnazionali, a differenza di Francia e Italia, che hanno sì più di 60 MEP (Parlamentari europei), ma hanno una soglia di sbarramento più alta o sono suddivisi per circoscrizione. Per due volte la Corte Costituzionale tedesca ha ritenuto incostituzionale la soglia di sbarramento, in quanto la governabilità non era messa in discussione. Con questa proposta, non è certo l’orientamento della Corte Costituzionale tedesca in merito alla nuova legge elettorale europea.
Infine, per evitare che le liste transnazionali vengano “monopolizzate” dagli stati con una popolazione maggiore, eleggendo solo Europarlamentari da questi ultimi, gli Stati membri sono stati suddivisi per popolazione in tre gruppi differenti: il Gruppo A, in cui sono inseriti gli Stati membri con una popolazione superiore ai 37,9 milioni di abitanti, il Gruppo B, in cui sono inseriti gli Stati membri con una popolazione compresa fra i 6,9 milioni di abitanti e di 19,3 milioni; e infine il Gruppo C, in cui sono inseriti gli Stati con una popolazione inferiore ai 5,8 milioni di abitanti. Le liste elettorali per ciascun partito o associazione europea sarebbero suddivise in sezioni di tre fasce, ciascuna con un candidato di uno Stato membro per uno dei tre gruppi, così che i candidati provenienti dalle nazioni più piccole possano essere inseriti in posizioni eleggibili.
Giornata dell’Europa
Infine, il voto si terrà ogni cinque anni il 9 Maggio, durante la Giornata dell’Europa. La giornata potrebbe diventare una festa ufficiale e riconosciuta in tutti gli Stati Membri, evitando di doversi assentare da lavoro per poter votare. Per ragioni geografiche, i territori oltremare sono esentati dall’obbligo di voto durante la giornata del 9 Maggio. In tutti gli Stati inoltre si potrà votare solo fino alle 21:00 secondo l’ora locale di una nazione, e il risultato ufficiale sarà proclamato dall’Autorità elettorale europea.
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