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Com’è andato il 2 per mille ai partiti nel 2020?

Il 20 Gennaio il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato il rapporto annuale della ripartizione del gettito fiscale derivante dal due per mille nelle dichiarazioni dei redditi destinata ai partiti politici. A seguito dell’abolizione del finanziamento dei partiti grazie al governo Letta, è stato introdotto nel 2014 dal governo Renzi il 2 per mille come strumento di finanziamento pubblico diretto su base volontaria, e da allora i partiti stanno cercando di sfruttare le potenzialità di questa nuova modalità di finanziamento per sostentarsi.
La scelta di destinare il 2 per mille nella compilazione della dichiarazione dei redditi non è obbligatoria, ma se non viene effettuata alcuna scelta la somma viene corrisposta allo Stato italiano. Da quest’anno, grazie al Decreto Agosto (DL 104/2020), è ritornata la possibilità di scegliere di erogare il due per mille anche a un’associazione culturale.

Rispetto allo scorso anno, il partito Alternativa Popolare dell’ex Ministro dell’Interno Angelino Alfano è stato depennato dall’elenco dei beneficiari – anche se potrebbe essere un’assenza temporanea, visto che in questi giorni si è tenuto il tesseramento per il 2021 – mentre si sono aggiunti sei partiti: Azione dell’ex Ministro ed europarlamentare Carlo Calenda, Democrazia Solidale del consigliere regionale del Lazio Paolo Ciano, l’Italia dei Valori guidata dal 2013 da Ignazio Messina, Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi e presieduto da Ettore Rosato e Teresa Bellanova, i Radicali Italiani guidati da Igor Boni e Massimiliano Iervolino, e infine l’Unione di Centro guidata da Lorenzo Cesa fino a qualche settimana fa, prima delle sue dimissioni in seguito a un’indagine della procura antimafia di Catanzaro.

C’è stato un lieve aumento della quota di persone che ha scelto di destinare il proprio due per mille a un soggetto politico: rispetto al 2019, ci sono 13.426 contribuenti in più tra coloro che hanno effettuato una scelta, per un totale di 1,37 milioni di contribuenti. Aumenta anche il totale erogato dal 2 per mille di più di 900 mila euro, sfiorando i 19 milioni come cifra complessiva erogata a tutti i partiti. Resta ancora enorme il numero di persone che non ha operato alcuna scelta, ossia più di 40 milioni di dichiarazioni dei redditi presentate nel 2020. Come nota a margine, è bene far notare che, secondo il sito del MEF, il numero di contribuenti nel 2020 è perfettamente identico al 2019: certi che si tratti di una svista, si è scelto di non fare alcun confronto al numero dei contribuenti totali in termini relativi ma esclusivamente in termini assoluti.

Guardando nel dettaglio la ripartizione dei partiti, il Partito Democratico si conferma essere il partito preferito nella scelta del due per mille, anche se in calo di un milione di euro erogati rispetto allo scorso anno, un calo che a prima vista sembra compensato da Italia Viva e Azione, i due partiti che hanno compiuto una scissione proprio dal PD. Entrambi i partiti hanno ottenuto un buon risultato da esordienti, ma a Calenda riesce l’impresa di staccare Italia Viva nella classifica per importi di ben 52€ con uno svantaggio di più di 15 mila scelte in meno rispetto alla forza politica di Renzi: merito dell’importo medio, dove Azione primeggia con una donazione media di 24,41€ per scelta. L’altro partito liberale, Più Europa, subisce la concorrenza di Radicali Italiani e perde dieci mila contribuenti, per una perdita totale di 200 mila euro per le già deboli casse del partito di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova.

I due partiti della Lega perdono nel complesso 74 mila scelte per una somma complessiva di 840 mila euro, perdita assorbita da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che riesce a guadagnare un milione di euro in più rispetto al 2019. Sorprendentemente bene anche Articolo 1 di Roberto Speranza che riesce a guadagnare quasi 200 mila euro in più rispetto allo scorso anno, soddisfacenti anche i risultati di Rifondazione Comunista di Maurizio Acerbo e Possibile di Pippo Civati, mentre la Federazione dei Verdi, Sinistra Italiana e Forza Italia hanno chiuso l’anno in calo rispetto al 2019. Infine, il Movimento 5 Stelle è assente dalla ripartizione per propria scelta politica.

 

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