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Piemonte
Iniziamo dal Piemonte, già analizzato con i risultati delle regionali per comune. La maggiore differenza rispetto alla contestuale tornata amministrativa è l’assenza della lista di Cirio, i cui voti sono incamerati soprattutto dai partiti del centrodestra e in particolare da FdI nel cuneese e nell’astigiano, laddove i voti del rieletto governatore erano particolarmente numerosi. Il partito di Giorgia Meloni, primo in quasi tutto il Piemonte, ha la sua area di massima forza nel Monferrato: Casale è la cittadina (escludendo i tantissimi piccoli comuni piemontesi) in cui FdI tocca le punte più alte, con il 46%. PD al contrario forte e prima lista a Torino e hinterland, nelle valli valdesi, in alcuni comuni del Canavese tra cui Ivrea, ad Alba e nella porzione meridionale della provincia di Alessandria, al confine con la Liguria (Ovada, Novi Ligure ecc). A livello di province tuttavia FdI prevale ovunque, anche nella Città Metropolitana di Torino, seppur di meno di 0,5 punti percentuali.
La Lega si mantiene forte nei comuni alpini del VCO e della Valsesia, anche se solo in pochi di essi riesce ad essere prima lista; tuttavia rispetto alle politiche il partito di Salvini ha tenuto bene in Piemonte, perdendo qualcosa solo a Torino e Novara, ma guadagnando qualche punto percentuale nelle altre province.
AVS performa bene nei centri maggiori, a partire da Torino; è da notare come Verdi e Sinistra ottengano un ottimo risultato su tutto l’asse della Val di Susa, comuni in cui erano particolarmente forti i 5 Stelle nelle ultime tornate elettorali per via del tema TAV. Si arriva così fino ad Exilles, in cui AVS è prima lista con il 23%, unico comune piemontese (e uno dei pochi a livello nazionale) in cui Verdi e Sinistra sono i più votati.
Sempre più deboli i 5 Stelle, che hanno perso un paio di punti rispetto alle politiche uniformemente in tutte le province piemontesi, come detto con una discesa più rilevante in Val di Susa.
Per i partiti liberali – SUE e Azione – il Piemonte è una regione “neutra”: entrambi ottengono un risultato simile alla media nazionale, nonostante la presenza di una grande città come Torino. Nel capoluogo piemontese SUE ottiene “solo” il 5,2 e Azione il 4,1%, risultati che come vedremo accomunano altre grandi città del centro-nord in cui SUE e Azione si aspettavano ben altre percentuali; addirittura per la lista di Renzi e Bonino l’area di maggior forza non è l’area metropolitana di Torino ma il Biellese.
Valle d’Aosta
La piccola regione alpina ha dinamiche particolari che si manifestano alle Europee con la presenza del Rassemblement Valdotain, che era collegato a Libertà. La lista dei regionalisti è però prima solo nel comune di Introd con il 23%. Il primato se lo contendono quasi ovunque PD e FdI, con i Dem primi ad Aosta e il partito della PdC che prevale nella maggioranza delle altre località e sul totale regionale. Tuttavia in Valle sono particolarmente forti AVS, che risulta prima lista in 3 comuni all’imbocco della Valle del Lys e arriva pari in altri 2, con punte del 37% a Gaby: si tratta del secondo comune italiano in cui AVS è in assoluto più forte. Oltre a Verdi e Sinistra al 12% regionale, in Valle d’Aosta performa bene anche Azione, che sfiora l’8%: è la seconda miglior regione per il partito di Calenda. Purtroppo per Azione però i voti valligiani sono pochi e non in grado di incidere sul totale nazionale.
Liguria
Nella regione sotto la lente d’ingrandimento per via del caso Toti, il governatore agli arresti domiciliari, va in scena un testa a testa per il primato: prevale Fratelli d’Italia sul Partito Democratico per appena 4 decimi di punto, con entrambi i partiti tra il 29 e il 30 per cento dei consensi. La Liguria è anche l’unica regione del Nord Italia in cui il M5S va in doppia cifra (10,2%), sopravanzando sia Lega che FI. Buon risultato anche per AVS al 7,7%.
La regione è divisa politicamente in 3 aree: da Genova all’area urbana di Savona prevalgono nettamente PD e centrosinistra, nel resto del Ponente Ligure domina il Centrodestra, mentre il Levante vede risultati diversificati, con il PD più forte a La Spezia e provincia e FdI che va meglio nel levante genovese. A livello provinciale, finisce 2 pari: Genova e La Spezia al PD, Savona – grazie ai numerosi paesi della lunga Riviera di Ponente – e Imperia, tradizionale feudo di Cdx, a FdI. Imperia è l’unico capoluogo ligure in cui è prima, anche se per solo mezzo punto, proprio FdI sul PD.
Tra Ponente Savonese e provincia di Imperia performano bene anche FI e Lega, con quest’ultima che riesce a risultare prima lista in alcuni comuni delle Alpi Marittime mentre FI prevale a Nasino (36%) e Caravonica (45%). AVS ottiene oltre il 9% a Genova e va particolarmente bene anche in diversi paesi dell’interno, toccando punte del 22% ad Apricale (IM) dove è seconda lista dietro a FdI. Più distribuito il voto del M5S, abbastanza uniforme nei comuni tra Savona e La Spezia e meno forte nel Ponente dove dominano i partiti di Cdx.
La Liguria è un’altra regione in cui i partiti liberali SUE e Azione hanno un dato simile alla media nazionale. Spicca di nuovo come il 4% che entrambi ottengono nel comune di Genova sia molto lontano dal dato di cui Azione e Stati Uniti d’Europa avevano bisogno nelle grandi città per poter ambire al 4% nazionale.
Lombardia
La più grande regione d’Italia si conferma con i suoi oltre 10 milioni di abitanti un bacino essenziale per i partiti del Centrodestra, con l’eccezione della Città Metropolitana di Milano, a livello di province unica macchia rossa (PD prima lista al 27,2%) in un mare blu scuro (FdI) macchiato qua e là a livello comunale di verde (Lega), azzurro (FI, in soli 2 comuni: Albaredo S. Marco (SO) e Bordolano nel cremonese) e rosso nei capoluoghi. E’ interessante in Lombardia un confronto con le Politiche 2022: rispetto a 2 anni fa, il Csx guadagna diversi punti arrivando al 29,5% contro il 23 di PD+AVS alle politiche, ma anche il Cdx passa, sommando le liste, al 54%, segnando +4 punti rispetto al 2022. A perdere sono il M5S,l ridotto al 5% e soprattutto i partiti liberali: alle politiche AZ, IV e +EU arrivarono quasi al 14%, ora Azione e SUE non arrivano sommati all’8%, quasi dimezzati in quella che dovrebbe essere la regione di maggior forza dell’area liberale. I voti di 5 Stelle e partiti liberali si distribuiscono quindi circa per ⅔ al Csx e per la restante parte al Cdx, almeno in termini percentuali (ricordiamo che i flussi vedono anche una importante fetta di elettori verso l’astensione).
E’ cresciuta inoltre la polarizzazione tra città e campagne, che in Lombardia è particolarmente accentuata: se alle politiche FdI era prima lista in tutte le province, come detto ora il PD prevale nel milanese, dove il Csx guadagna ben 8 punti sfiorando il 36%, grazie anche al 8,75% di AVS. Il PD riesce ad essere prima lista anche in alcuni comuni dell’hinterland del capoluogo: Bollate, San Donato, Cinisello e Sesto; inoltre i Dem performano molto bene nei paesi sull’asse della Martesana (prima lista da Vimodrone a Gorgonzola) e nella bassa Brianza orientale, come a Vimercate e nello stesso capoluogo brianteo (in cui però prevale di poco FdI). PD prima lista anche in altre 4 città capoluogo lombarde: Pavia, Bergamo, Brescia e Mantova; in generale in tutti i capoluoghi le percentuali di PD e AVS sono molto sopra la media regionale. Spiccano per il Csx il 36% del PD a Bergamo, trainato dall’ex sindaco Gori in lista per i Dem, e il 9,75% di AVS a Brescia, dove Sinistra e Verdi sono addirittura terza lista.
FdI ha un risultato ottimo e ben distribuito in quasi tutte le aree della regione, ad eccezione dell’Oltrepò Mantovano, tradizionalmente di sx e affine alla bassa Emiliana. Da notare che le punte maggiori il partito di Giorgia Meloni le raggiunge nelle valli bergamasche, terre di tradizione leghista, fino ad arrivare al 58,99% di Schilpario (BG). FdI ha preso numerosi consensi che furono della Lega già alle politiche, tanto che nella tornata europea il partito di Salvini resta pressoché stabile, perdendo solo 2 decimi di punto sul 2022. E’ comunque rilevante come la Lega riesca ad essere prima lista solo in pochi comuni lombardi, concentrati tra Val Chiavenna, Lario, Val Camonica e aree collinari dell’Oltrepò Pavese. Dato similmente stabile per FI (a cui va sommato Noi Moderati) che guadagna pochi decimi sulle politiche. I consensi di Forza Italia sono uniformemente distribuiti in regione, tanto da essere prima lista solo in 2 piccoli comuni; il partito che fu berlusconiano mantiene comunque un solido consenso nell’elettorato liberal-conservatore lombardo.
Se i 5 Stelle stanno gradualmente sparendo dal panorama politico lombardo, il risultato dei partiti liberali in Lombardia può essere considerato disastroso: in provincia di Milano, dove in teoria SUE e Azione avrebbero dovuto sovraperformare nettamente rispetto al dato nazionale, entrambi si fermano al 4,8%. 2 anni fa i 3 partiti liberali presero il 16% nella Città Metropolitana, e nel comune di Milano il dato è ancora più eclatante: Azione+SUE ottengono il 12,8%, che per di più va diviso quasi equamente in 2. Nel 2022, Calenda, Renzi e Bonino erano sopra al 20% nel comune di Milano.
Veneto
Nella terra del governatore leghista per eccellenza Zaia, a spiccare (in negativo) è proprio il dato della Lega: in quella che dovrebbe essere la sua regione di massima forza assieme alla Lombardia, il partito di salvini è terza forza ma soprattutto perde un punto e mezzo circa rispetto alle politiche. In Veneto l’operazione Vannacci non ha quindi sortito effetti positivi (anzi, il partito di Salvini ha sembra aver perso parte dell’elettorato storico) e la Lega resta forte solo nella fascia pedemontana vicentina, nel trevisano e nella bassa veronese. Sono appena 2 in tutta la regione i comuni in cui la Lega è primo partito, meno di quelli in cui primeggia il PD, avanti in 3 capoluoghi: Venezia, Treviso e Padova. Il resto del Veneto, che resta terra plebiscitariamente dominata dai partiti del Centrodestra, è una mare blu di Fratelli d’Italia: solo 6 comuni in tutta la regione vedono primeggiare una lista diversa, i già citati 2 leghisti, 3 per il PD e 1, Garda, che va a SUE. Proprio la riviera del Lago di Garda è zona di forza per Renzi e Bonino, mentre le opposizioni sono lievemente meno deboli solo nel triangolo Treviso-Venezia-Padova e nei capoluoghi. Il dominio di FdI è altrove totale e uniforme. Una dominanza che potrà avere ripercussioni importanti nella scelta del successore di Zaia.
Friuli
Se nel Veneto Salvini piange, in Friuli-Venezia Giulia sorride: nella regione dell’estremo Nord-Est la Lega guadagna ben 4 punti rispetto alle politiche ed ottiene un risultato regionale (14,9%) addirittura migliore che in Veneto. Il Friuli propriamente detto – la provincia di Udine ad eccezione dell’angolo sud-est – è divenuta la miglior provincia del Nord-Est per la Lega. Gran parte della regione è comunque dominata da FdI, tanto che il partito della Meloni lascia agli alleati di governo appena 3 comuni, 2 per la Lega e 1 in provincia di Pordenone a FI.
Ma il Friuli, pur in un contesto di dominio per FdI, ha rispetto al Veneto una particolarità: un’area in cui vince – piuttosto nettamente – il PD. Si tratta della Venezia Giulia, tra le province di Gorizia, la propaggine meridionale di quella di Udine e la piccola provincia Triestina. Qui FdI è tendenzialmente più debole e il Partito Democratico è avanti in 20 comuni nella Valle dell’Isonzo e nel Carso. Curiosamente, il PD non è primo nei 2 capoluoghi, Trieste e Gorizia, caso più unico che raro in cui il PD va meglio in provincia che in città; inoltre nella storica roccaforte di sinistra di Monfalcone è primo partito la Lega della discussa sindaca Anna Maria Cisint. il PD riesce a sopravanzare FdI a Gorizia anche a livello provinciale per 4 decimi di punto (25,1 a 24,7 per cento), una delle sole 3 province a nord del Po che non vanno a FdI assieme a Milano e Bolzano e la sola del Triveneto italofono.
Da rilevare come nei comuni in cui è presente la minoranza linguistica slovena è forte la SVP: il partito altoatesino è stato infatti sostenuto anche dalla ben più piccola comunità linguistica slava, impossibilitata ad eleggere Europarlamentari con una propria lista. Nel comune di San Floriano del Collio-Števerjan (GO), la SVP risulta prima lista con il 45% e ottiene numeri importanti, oltre il 15%, anche a Savogna d’Isonzo e Doberdò del Lago, sempre in provincia di Gorizia.
Trentino – Alto Adige
La regione Alpina del Nord-Est è come consueto divisa nettamente in 2 anche dal punto di vista politico, seguendo le due province di Trento e Bolzano.
In Alto Adige domina la SVP, che tocca il 47% sul totale provinciale. Alle Europee il Südtiroler Volkspartei può contare anche sull’appoggio degli altri partiti autonomisti/indipendentisti che non si presentano nelle tornate elettorali nazionali e risulta così prima in tutta la provincia autonoma tranne che in 2 comuni, Bolzano e Laives, in cui risiede gran parte della popolazione italofona che vota i partiti nazionali. Nelle valli alpine la SVP supera spesso il 70% dei voti, toccando punte dell’80% a Moso in Passiria e a Senales. Grazie alla particolare legge elettorale per le minoranze linguistiche, la SVP elegge così, come previsto, il suo Europarlamentare.
Da segnalare come l’Alto Adige sia la provincia migliore a livello nazionale per AVS, che ottiene il 15% grazie alla presenza dei Verdi Tedeschi, molto radicati del Sudtirolo: Sinistra e Verdi superano il 15% con punte oltre il 20% nei comuni della Weinstraße (Appiano, Caldaro ecc.), nella Valle Atesina fino a Merano, nei grandi centri di Bressanone (20%), Brunico e dintorni e in Val Gardena.
In Trentino situazione più articolata. Nel complesso FdI è prima, ma per un solo punto sul PD (26 a 25%), in una regione più favorevole ai partiti del Csx rispetto alle altre a nord del Po anche grazie ad Avs vicina all’8% e alla SVP votata dai movimenti regionalisti (7%).
FdI è prima nella maggior parte dei piccoli comuni, il PD vince nella zona del Garda trentino, in Val Lagarina (il fondovalle della Valle dell’Adige) nei grandi comuni della provincia come Ala, Rovereto, nel capoluogo Trento e in bassa Valsugana, mentre il resto della Valsugana e valli laterali sono il feudo leghista del trentino, che qui è prima in diversi comuni.
Emilia – Romagna
L’Emilia torna rossa: questo il principale dato delle Europee nella regione del candidato e governatore uscente Stefano Bonaccini. Se infatti alle politiche a livello regionale prevaleva il Centrodestra, alle Europee PD + AVS sopravanzano la somma dei partiti di governo 42 a 40 per cento, anche senza considerare M5S o partiti centristi. Questo soprattutto grazie alla crescita di 8 punti del PD fino al 36% regionale, primo partito in 5 province su 9 (Bologna, Reggio, Modena, Ravenna e Forlì-Cesena), mentre 4 ne restano a FdI di cui 2 (Parma e Rimini) di un punto soltanto. A Ferrara FdI sopravanza il PD di circa 4 punti percentuali mentre Piacenza ha, come da storia politica radicata, dinamiche più simili alle province lombarde attigue.
Guardando alla distribuzione del voto del Partito Democratico, si nota immediatamente come i Dem siano dominanti sull’asse urbanizzato della Via Emilia tra Rimini e Parma, con estensione a nord verso Ravenna e la Bassa tra Reggio e Modena (distretti di Carpi e Correggio fino al confine con il mantovano), digradando più ci si allontana dal “cuore” della regione. Rispetto alle politiche tuttavia questa fortissima macchia rossa si è sensibilmente espansa, tornando a colorare anche aree della bassa e dei colli che 2 anni fa vedevano il predominio di FdI, che resta prima nei comuni appenninici, nella parte occidentale del parmense, nel piacentino e nella bassa ferrarese. Da notare che nonostante sia spostata a sinistra rispetto al nazionale, in Emilia AVS è sotto la media: il PD è infatti troppo dominante nella regione e ha tolto voti all’alleato, probabilmente anche per via del traino di Bonaccini, come lascia intuire il magro risultato di tutti i partiti delle opposizioni in provincia di Modena. Azione supera il 4% solo in provincia di Parma, grazie alla presenza dell’ex sindaco del capoluogo Federico Pizzarotti, fuoriuscito da +EU a causa del disaccordo riguardo all’alleanza con Renzi.
Toscana
Dopo la parentesi delle elezioni politiche, il Partito Democratico torna saldamente il primo partito della regione con il 31%, scavalcando Fratelli d’Italia, fermo al 27.4%. Boom di Alleanza Verdi e Sinistra al 7,6%, e buona tenuta del M5s, che supera l’8%. Tra le altre liste, Forza Italia e Lega appaiate a poco più del 6%, Stati d’Uniti d’Europa al 4.8%, e Pace, Terra e Dignità sopra la media nazionale al 3%. Deludente risultato di Azione, che sprofonda al 2.8%.
Il Partito Democratico conferma il suo storico radicamento in provincia di Firenze, 36,6%, davanti in tutti i comuni eccetto Londa, Godenzo e Firenzuola, Prato, Pisa, con qualche criticità nel distretto conciario attorno a Santa Croce sull’Arno, Livorno, eccetto Cecina e i comuni dell’Isola dell’Elba, e Siena, Fdi avanti solo a Casole d’Elsa, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti e Radicofani, mentre il centrodestra nel suo complesso si conferma molto competitivo nelle tradizionale area di forza che dalla Val di Nievole attraversa la Lucchesia sino a raggiungere la Lunigiana, oltre alle province di Arezzo, eccetto il Valdarno, e il basso grossetano, dove il partito di Giorgia Meloni raggiunge il suo picco più alto al 34%.
Abruzzo
FdI primo partito in tutti i capoluoghi abruzzesi (29% a l’Aquila, 26% a Teramo, 30% a Pescara, 32% a Chieti) e PD relativamente stabile in tutto il territorio regionale dove, su base provinciale, si mantiene intorno al 20% nelle 4 province, risultando leggermente più forte in alcuni comuni capoluoghi (Teramo 23%, L’Aquila 22%, Pescara 22%). Da segnalare il risultato del PD a Vasto, tra i comuni costieri più meridionali della regione, dove Decaro ottiene molte preferenze e porta il risultato del PD al 27%, risultato più alto tra i comuni più popolosi. Buoni i risultati per FI nei capoluoghi (Teramo 14.5% L’Aquila 13%, Pescara 12%). La Lega invece perde molto del consenso che aveva raggiunto in Abruzzo, rimanendo ben sotto il 10% in tutti i capoluoghi e centri maggiori, ad eccezione di Avezzano dove ottiene il 10%. Da segnalare gli ottimi risultati della lista Pace Terra Dignità nelle città di Pescara (4.9%) e L’Aquila (4.4%).
Lazio
Nella capitale Fratelli d’Italia prima lista al 29,1%, un punto e mezzo sopra il PD al 27,5% con alleanza verdi e sinistra addirittura terza lista all’11% davanti al 10,5% del M5S.
Si segnala anche nessuna altra lista sopra il 5%, con azione al 4,5% nonostante questa sia la città dello storico Leader. Il primo posto di Fratelli d’Italia è quindi dovuto anche al fatto di aver prosciugato le altre liste di centrodestra, convogliando sulla lista tutto il consenso d’area, infatti FI fa segnare solo il 4,6% in città, e la Lega il 4,2%. Per questo motivo, nonostante il primo posto di FDI, come coalizione nella capitale è avanti il centrosinistra (basti notare che la sola AVS vale due punti in più della somma Lega + Forza Italia)
A livello della provincia a Roma AVS fa segnare il miglior risultato del paese, a eccezione di Bolzano, VdA e delle province sarde.
In diversi importanti comuni costieri, Fiumicino, Ladispoli, Civitavecchia, Cerveteri, Tarquinia netta prevalenza per Fratelli d’Italia, con percentuali tra il 30 e il 40%. Tra Civitavecchia e comuni limitrofi ottimi risultati per la lista di SUE (attorno al 10%) grazie alla presenza di Marietta Tidei, originaria proprio di Civitavecchia.
Anche a Sud prevale FDI nei comuni più importanti, 38% a Latina, 37% a Aprilia, 32% a Frosinone. O anche nella cintura di Roma, con un 37% a Pomezia e Velletri, 35% a Tivoli e 30% a Ciampino.
Negli altri capoluoghi la musica non cambia, 44% per FDI a Viterbo e 33% a Rieti. Ad Amatrice lo storico sindaco Pirozzi, candidato in prima persona, trascina la lista libertà addirittura al 48%, staccando gli altri.
Marche
In questa tornata elettorale, complice il buon risultato generale di PD e AVS, torna ad essere decisamente evidente il divario politico tra Marche Settentrionali e Marche Meridionali. FdI risulta primo partito in tutte le province tranne Pesaro-Urbino, dove è primo il PD. In particolare nelle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata il partito di Giorgia Meloni ottiene risultati molto buoni. A Macerata, Civitanova, Fermo e San Benedetto del Tronto FdI è sopra il 30%, ad Ascoli Piceno raggiunge il 39%. Ad Ancona, Jesi, Senigallia, Fano, Pesaro e Urbino invece FdI è costantemente sotto il 30%, mentre è primo partito il PD, con il 31% ad Ancona, 32% a Jesi, 32% a Senigallia, 25% a Fano fino a raggiungere il 36% a Urbino e il 40% a Pesaro, il cui sindaco Ricci era candidato. La Lega supera il 10% solo in provincia di Pesaro-Urbino, mentre Forza Italia risulta particolarmente debole nelle due province più settentrionali, fermandosi addirittura sotto al 6% a Pesaro e Urbino. Il Movimento 5 Stelle ottiene risultati intorno al 9-10% nei vari capoluoghi e comuni maggiori, mentre a Pesaro risulta particolarmente debole fermandosi al 7%. Da segnalare il buon risultato di AVS relativo alla provincia di Ancona, nel cui capoluogo ottiene il 7.5%, a Senigallia l’8% e a Jesi il 10%.
Molise
Si segnala la provincia di Isernia, unica su tutto il territorio nazionale in cui la Lega è prima lista, merito del candidato Patriciello, arrivato a un soffio dal battere vannacci nella circoscrizione Sud. A Venafro, comune di Patriciello, troviamo la lista della lega al 39%, e nei comuni vicini al 59% a Pozzilli e al 43% a Conca Casale, sebbene nel capoluogo sia avanti FDI, 24 a 20 proprio sulla Lega. A Campobasso invece avanti FDI, sia nel comune che nella provincia,
Campania
A Napoli comune il PD batte per un soffio il m5s, 26,7% al 26,6%, con staccata FDI al 13% e un ragguardevole 13% anche di AVS. A Salerno PD primo al 28%, mentre a Benevento vince Stati Uniti d’Europa grazie alla candidata Sandra Lonardo Mastella, moglie dello storico sindaco della città. Qui infatti la lista di Renzi e Bonino veleggia sul 24%, 5 punti sopra il PD. In tutta la provincia di Benevento SUE sta al 15,5%, davanti anche al M5S. Nei capoluoghi Avellino e Caserta invece il PD agilmente primo
Il movimento 5 stelle riesce però a prevalere nella provincia di Caserta, così come in quella di napoli, con il PD avanti in quella di Avellino e FDI sopra a Salerno e Benevento
Puglia
Partendo dal nord, il m5s rimane nettamente prima lista nella Foggia del leader conte, con un 32% contro 22% di fdi. E a Volturara Appula raggiunge addirittura il 65%. A Bari valanga Decaro sia sul comune che in tutta la provincia e oltre. 50% del PD nel comune di Bari, 43% Molfetta, 41% Monopoli, 36% Andria, 33% Trani, 30% Barletta, 37% ad Altamura.
Proprio in provincia di Bari il PD tocca il suo massimo a livello nazionale.
A Brindisi è quasi pareggio, con il PD al 25% avanti di pochi decimi su FDI. Lecce si conferma comune migliore per il centrodestra, con FDI al 31% vanti 4 punti sul PD, mentre a Taranto un solido primo posto del PD con il 27%
Basilicata
Nel comune di Matera 35% prima lista il PD, a Potenza invece la spunta FDI 26 a 22. Da segnalare diversi comuni del tirreno potentino con Azione prima lista, merito di Pittella. A Lauria, importante comune della zona, la lista di azione è oltre il 51%, con 26% a Lagonegro e 34% a Maratea. Azione fa segnare quasi l’11% in tutta la provincia di Potenza
Calabria
In un’elezione con poche gioie per il movimento 5 stelle il partito di Conte riesce comunque a rimanere prima lista a Cosenza, anche se solo con il 20%, e a Crotone (27%). Prima lista anche a Corigliano-Rossano, comune maggiore della Calabria centro-settentrionale e terzo più grande della regione, con il 29%.
Il PD riesce a essere prima lista solo in alcuni comuni della Sila (Acri, Spezzano…), con altri a FI (San Giovanni), FDI e M5S. Sulla costa ionica stati uniti d’europa al 41% a cariati grazie alla candidatura dell’ex sindaca Filomena Greco. In tutta la provincia di Cosenza Stati uniti d’Europa vale il 9%, grazie non solo alla forza di Greco ma anche al fatto che della federazione faccia parte anche il PSI. Ottimo anche l’oltre 6% in provincia di AVS
A Catanzaro a sorpresa prima lista la Lega, spinta dal candidato Mancuso. Un solido 19% che fa scalpore soprattutto se confrontato con il meno del 5% delle politiche. A Lamezia Terme solido primo posto di FDI al 25%. Partito della Meloni che a sorpresa strappa anche il primo posto delle politiche a Vibo città a Forza Italia, con il 25%. In provincia di Vibo spicca anche Azione, con un 9% complessivo.
Il dato più indicativo è però forse il primo posto di Forza Italia nella città più popolosa della regione, Reggio Calabria, con un solido 29%, in netta crescita dal 17% delle politiche, spinta dalla candidatura della vicepresidente regionale Giusi Princi, che, in tutta la regione Calabria, è riuscita a battere per numero di preferenze anche la stessa premier Meloni. Forza Italia vince anche a Gioia Tauro, mentre a Riace, comune di Mimmo Lucano, trionfa proprio AVS con un 38%.
Sicilia
A Messina e in diversi comuni dei dintorni prima lista Libertà dello storico sindaco appunto di Messina, e ora sindaco di Taormina, Cateno De Luca. A Messina libertà segna il 29%, a Taormina il 37%
A Catania FDI sopravanza con il 22% di un punto FI. FDI vince anche a Ragusa e Trapani, con il PD primo a Siracusa e a Enna, e con Forza Italia prima lista ad Agrigento, dove a livello provinciale tocca il suo massimo a livello nazionale con il 36%, e a Caltanissetta.
Proprio in provincia di Caltanissetta però il m5s è prima lista nel comune più popoloso, Gela, con il 31%. Indicativo come nella stessa giornata di voto la lista del m5s abbia invece preso alle comunali soltanto il 6%.
Il generale ottimo risultato di Forza Italia, prima lista in regione, si deve anche alle candidature di peso, accompagnate da moltissime preferenze: di Eddy Tamajo, Marco Falcone e Caterina Chinnici.
Movimento 5 stelle che riesce a essere prima lista anche nel comune principale dell’isola, Palermo, con un 22%, battendo il 19,5% di FI e il 18% del PD con FDI al 16%. AVS ottiene un interessante 6,2% in tutta la provincia di Palermo
Sardegna
Molto bene in tutta l’isola alleanza verdi e sinistra con un 10%,anche prima lista in alcuni comuni come Santu Lussurgiu, Viddalba o Escola. Nel comune di Cagliari prima lista il pd al 28%. Su percentuali simili e sempre prima lista anche nelle vicine Carbonia e Iglesias
A Nuoro PD prima lista al 24% con un ragguardevole secondo posto per AVS al 19%. A oristano invece la spunta FDI con il 25%, un punto sopra il PD. A Sassari infine quasi pareggio, con il pd al 24% prima lista pochi decimi sopra FDI
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