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IL GIRAMONDO – Elezioni legislative in Canada. Sfida all’ultimo voto per Justin Trudeau

I SONDAGGI E I POSSIBILI SCENARI POST-ELETTORALI

Sono circa una dozzina le case sondaggistiche in Canada che hanno pubblicato sondaggi elettorali per queste elezioni. Alcune di esse hanno effettuato rilevazioni quasi giornalieri nelle ultime due settimane di campagna elettorale.  I sondaggi sono tutti concordi nel prevedere un netto calo dei liberali, che perderebbero circa 8-9 punti rispetto al 2015, attestandosi intorno al 31% dei voti.  I conservatori sarebbero sostanzialmente stabili rispetto a 4 anni fa, intorno al 32%, mentre il NDP scenderebbe di circa un punti attestandosi tra il 18% e il 19% delle preferenze. In notevole ascesa i verdi, dati tra l’8% e il 9% dei voti rispetto al 3,4% del 2015. In ascesa anche il BQ, che passerebbe dal 4,7% al 7%. Il neonato Partito  Popolare  sarebbe intorno al 2,5%, mentre gli altri partiti avrebbero percentuali irrisorie.

A livello di seggi,  ci sarebbe un testa a testa tra liberali e conservatori per raggiungere la maggioranza relativa. Entrambi otterrebbero infatti tra i 125 e i 140 seggi. La terza posizione sarebbe contesa tra NDP e BQ, entrambi dati intorno ai 30-40 seggi. un paio di seggi infine andrebbero ai Verdi e al Partito Popolare.

Dal momento che quasi sicuramente né i liberali né i conservatori avranno la maggioranza assoluta dei seggi si aprono vari scenari.

Se uno dei due partiti supera nettamente l’altro, sia in termini di voti che di seggi, pur senza la maggioranza assoluta in parlamento è quasi sicuro che il suo leader otterrà l’incarico di formare il nuovo governo e gli altri partiti lo lasceranno governare. Tuttavia se il risultato vedesse i due partiti alla pari, o anche i liberali con leggermente meno seggi dei conservatori, Justin Trudeau, primo ministro in carica, invece di dimettersi potrebbe chiedere un voto di fiducia al nuovo parlamento cercando l’appoggio dell’NDP o dei Verdi.

Non c’è quasi nessuna possibilità di una coalizione formale, in stile europeo, con i partiti che si spartiscono i ministeri. Una cosa del genere in Canada è accaduta solo per un breve periodo durante la prima guerra mondiale. Più probabile è un accordo in base al quale l’NDP appoggia i liberali in cambio del fatto che Trudeau si impegni ad inserire nel programma di governo alcune delle loro priorità. L’NDP ha contribuito a mantenere al potere dei governi liberali di minoranza nel periodo 1972-1974 e per alcuni mesi nel 2005.

Se Trudeau non dovesse ottenere la fiducia, a quel punto il Governatore Generale darebbe a Scheer l’incarico di formare un nuovo governo, per evitare il ritorno ad elezioni anticipate. Nel caso che l’NDP voti contro Trudeau, a maggior ragione voterebbe contro Scheer. Quindi Scheer dovrebbe rivolgersi al Bloc Quebecois per ottenere la fiducia, il che sarebbe abbastanza imbarazzante, dato che  Scheer ha affermato che non avrebbe stretto alcun accordo con loro. L’unica speranza per Scheer di non essere sfiduciato sarebbe nel caso che i sondaggi post-elettorali mostrassero un incremento dei consensi per i conservatori e quindi gli altri partiti preferissero evitare nuove elezioni.  Insomma se per Trudeau la via per tornare al governo è stretta, altrettanto lo è quella di Scheer per diventare nuovo primo ministro.

 

Questo è tutto anche per oggi. I risultati saranno commentati come sempre dai nostri egregi collaboratori della Redazione Bidimedia.

Vi ricordo le prossime importanti scadenze elettorali: le elezioni presidenziali in Argentina del 27 Ottobre e quelle parlamentari in Spagna del 10 Novembre.

 

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