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IL GIRAMONDO – Elezioni in Grecia, verso un nulla di fatto?

I SONDAGGI E I POSSIBILI SCENARI POSTELETTORALI

In Grecia sono una dozzina le case sondaggistiche che hanno effettuato sondaggi per queste elezioni. Tutte concordano nel dare Nuova Democrazia in vantaggio su Syriza, ma  entrambi i partiti perderebbero consensi rispetto a 4 anni fa. Nuova Democrazia è data poco sopra il 36% dei consensi, quasi 4 punti in meno rispetto al 2019.  Syriza è data sotto al 30%, cioè oltre 2 punti in meno sul 2019; rimane quindi un divario di oltre 6 punti percentuali tra i due partiti, difficile da colmare negli ultimi giorni di campagna elettorale. La lista socialdemocratica PASOK-KINAL dovrebbe arrivare terza con valori compresi tra il 9% e l’10% dei voti, in leggero rialzo rispetto all’8,1% del 2019. Quarti arriverebbero i comunisti del KKE,  con una percentuale tra il 6% e il 7%, incrementando leggermente il dato del 5,3% ottenuto alle precedenti elezioni.  Per quanto riguarda MeRA25, partito dell’ex ministro Varoufakis, e il partito della destra nazionalista “Soluzione Ellenica”  sono dati intorno al 4% e hanno quindi buone speranze di entrare in parlamento. Tutti gli altri partiti sono sotto la soglia di sbarramento nazionale del 3%, ma un paio di essi, cioè la “Rotta della Libertà” (PE) di sinistra radicale e  la formazione di destra nazionalista “Vittoria” (NIKH).

 

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Se questi dati fossero confermati il giorno delle elezioni, sarebbe decisamente difficile trovare una maggioranza di governo. Il primo tentativo di formare un governo andrebbe al Primo Ministro uscente Mitsotakis.  Sulla carta in teoria sarebbero possibili una improbabile “grande coalizione” tra ND e Syriza o una maggioranza risicata “europeista” tra ND e PASOK  Nuova Democrazia non ha tuttavia nessuna intenzione di formare una problematica maggioranza di governo con un  partito di sinistra e preferirebbe tornare a nuove elezioni, le quali si terrebbero con il nuovo sistema elettorale che prevede un premio di maggioranza per il primo partito (oltre a seggi extra per i partiti maggiori). Questo potrebbe consentirle di ottenere la maggioranza assoluta dei seggi, o di creare una coalizione partendo da una posizione di forza molto più consistente di quella attuale. Applicando la nuova legge elettorale ai numeri attuali infatti Nuova Democrazia otterrebbe circa 144 seggi su 300, il che le permetterebbe di ottenere la maggioranza magari con l’appoggio della destra di “Soluzione Ellenica”. In tal caso, inoltre, anche un eventuale accordo con il PASOK la vedrebbe in una posizione negoziale molto più forte di quella attuale.

Se Nuova Democrazia rinunciasse a formare il governo, l’incarico passerebbe al leader di  Syriza  Alexis Tsipras. Questi potrebbe tentare un difficilissimo accordo  “tutto a sinistra”, con una maggioranza formata da Syriza, PASOK e MeRA25, forse con l’appoggio esterno o l’astensione del KKE.  Le rivalità tra i partiti di sinistra e la ben nota intransigenza del KKE, rendono questa soluzione altamente improbabile. Se anche riuscisse ad essere eletto primo ministro, Tsipras  sarebbe praticamente ostaggio dei veti del KKE, che potrebbero sempre far cadere un eventuale governo. A questo punto quindi Tsipras potrebbe tentare il tutto per tutto e accettare di andare a nuove elezioni anticipate, sperando di attirare su Syriza gran parte dei voti della sinistra, consentendogli di superare Nuova Democrazia ed ottenere i seggi del premio di maggioranza. In conclusione, a parte sorprese elettorali dell’ultim’ora, sembra che queste elezioni si concluderanno in un nulla di fatto e tra qualche mese gli elettori greci torneranno nuovamente alle urne.

 

Questo è tutto anche per oggi. I risultati saranno commentati come sempre dai nostri egregi collaboratori della redazione Bidimedia.

Vi ricordo le prossime importanti scadenze elettorali del mese di giugno: le elezioni parlamentari in Montenegro dell’11 giugno e le elezioni presidenziali e parlamentari in Guatemala del 25 giugno.

 

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