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IL GIRAMONDO – Elezioni in Grecia, i conservatori di Mitsotakis verso il trionfo

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Il prossimo 25 giugno  maggio si tengono in Grecia le elezioni anticipate per rinnovare i 300 seggi del parlamento monocamerale ellenico. Il primo ministro conservatore Kyriakos Mitsotakis ha chiesto il voto anticipato dopo che le elezioni legislative dello scorso 11 maggio  non hanno portato nessun partito a ottenere la maggioranza, sebbene il suo partito Nuova Democrazia sia risultato nettamente il primo partito del paese.  Il 25 maggio, come richiesto dalla costituzione greca, la presidente Katerina Sakellaropoulou ha nominato Ioannis Sarmas primo ministro provvisorio fino alla formazione del prossimo governo dopo le elezioni.

Le elezioni si terranno in base a una legge elettorale approvata durante la precedente legislatura che prevede il ritorno del “premio di maggioranza*, che era stato abolito dal precedente governo di sinistra guidato da Alexis Tsipras e dal suo partito Syriza.  Gli altri partiti attualmente presenti in parlamento sono il PASOK,  lo storico partito socialista che ha governato il paese negli anni ’80 e  ’90 del secolo scorso (e che in queste elezioni si presenta all’interno della lista KINAL),  la destra filorussa di “Soluzione Ellenica”  e l’estrema sinistra dei vetero-comunisti del KKE.

La Grecia ha registrato una crescita economica significativa negli ultimi anni, in particolare nel turismo, nella navigazione mercantile e nelle costruzioni, dopo un decennio di crisi economica tra il 2010 e il 2018. Il governo uscente prevede una crescita del 2,3% nel 2023, ma il debito del paese, al 171,3 per cent di PIL nel 2022, rimane preoccupante. La disoccupazione, in particolare tra i giovani, è ancora alta al 12,4%. L’inflazione, spinta dalla crisi energetica, nel 2022 si è attestata all’8,6% ed è diventata  una questione fondamentale per gli elettori che domenica andranno al voto.

Anche la politica dei migranti e le vicende interne sono questioni importanti nelle elezioni. La Grecia ha adottato un approccio intransigente nel sigillare i suoi confini ai migranti che cercano di entrare nell’Unione europea attraverso la Turchia, con l’aiuto dell’agenzia di frontiera dell’UE Frontex.

Il governo è stato anche accusato di respingimenti di migranti illegali, cosa che nega. Anche la repressione della polizia durante la pandemia e uno scandalo riguardante delle intercettazioni telefoniche in cui politici e giornalisti erano sotto sorveglianza, hanno sollevato preoccupazioni sullo stato di diritto e sulla libertà di stampa.

Queste elezioni sono importanti anche perché la disputa della Grecia con la Turchia sui confini marittimi nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale sta diventando sempre più tesa. C’è una buona probabilità che gli Stati Uniti e l’UE esercitino pressioni su entrambe le parti affinché raggiungano un accordo o richiedano un arbitrato presso la Corte internazionale di giustizia. Il prossimo governo dovrà anche gestire questo problema, in un clima dominato dalle forze nazionaliste da entrambe le parti.

ll voto del 21 maggio ha mostrato un’innegabile spinta a destra della Grecia. Rompendo la barriera simbolica del 40 per cento, Nuova Democrazia ha drammaticamente rafforzato la sua posizione di principale partito del paese. L’estrema destra è salita a livelli senza precedenti, per ora riflessi solo parzialmente in parlamento a causa della sua frammentazione. Dopo l’uscita dalla scena politica di Alba Dorata, questa corrente ha subito una profonda ricomposizione ideologica e politica. I suoi poli dominanti non sono più legati alla tradizione neofascista o neonazista, poiché “Soluzione Ellenica” e il suo nuovo rivale Niki (“Vittoria”) sono più vicini ai movimenti dell’alt-right statunitense.

In una sorta di trumpismo alla greca, combinano riferimenti religiosi, nazionalismo xenofobo e propensione per le teorie del complotto. Il successo di Soluzione Ellenica deve molto al suo carismatico leader televisivo Kyriakos Velopoulos, noto anche per la sua crema miracolosa contro il COVID-19 e per aver affermato di possedere lettere scritte a mano da Gesù Cristo. Dal canto suo Niki, una formazione che era passata quasi inosservata  conta su reti ben strutturate legate a settori fondamentalisti della Chiesa ortodossa.

Entrambi i partiti sono fautori dei valori religioso-tradizionalisti, espressi in termini di “guerra culturale”, e di discorsi nazionalisti e xenofobi contrari al riconoscimento della Repubblica della Macedonia del Nord (a seguito dell’Accordo di Prespa) e promuovono una retorica aggressiva nei confronti della Turchia e della minoranza mussulmana che vive in Grecia. Denunciano le élite politiche interne e l’Unione Europea (UE) e le ritengono responsabili del disastro causato dai memorandum attuati dai successivi governi greci. Ma l’estrema destra si rifiuta di invocare qualsiasi tipo di rottura con l’UE (o l’uscita dall’euro), limitandosi a proclamare “prima la Grecia” e coltivando la nostalgia per la sua mitica grandezza passata.

Anche la denuncia dell’”immigrazione clandestina” è parte integrante del discorso della nuova estrema destra, ma a differenza di Alba Dorata non occupa un posto centrale, né è accompagnata da azioni di piazza – queste formazioni sono semplici macchine elettorali. In effetti, il loro discorso sull’argomento difficilmente differisce dalla virulenta retorica anti-migranti del governo di Nuova Democrazia di Kyriakos Mitsotakis – e dalla politica che ne deriva, come i sistematici respingimenti illegali dei migranti ripetutamente denunciati dalle associazioni per i diritti umani.

Anche a sinistra non mancano le spinte populiste. Un altro partito che potrebbe entrare in parlamento è “Rotta della Libertà“,  un partito di sinistra populista euroscettico dato in forte ascesa nei sondaggi.

Con queste elezioni anticipate, che reintroducono il premio di maggioranza ed un’opposizione frammentata, Mitsotakis spera di ottenere “mano libera” dagli elettori  per consolidare il suo potere e portare avanti le politiche del suo governo.

 

 

IL SISTEMA POLITICO-ELETTORALE

 

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La Grecia è una repubblica democratica rappresentativa e parlamentare, in base alla quale il primo ministro greco è il capo del governo costituito all’interno di un sistema multipartitico. Il potere legislativo spetta sia al governo che al Parlamento ellenico. Il potere giudiziario è indipendente dai poteri esecutivo e legislativo.

Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento per un mandato di cinque anni che può essere rinnovato al massimo una volta.

La legge elettorale è cambiata due volte nel corso degli ultimi anni.   Fino al 2019  si era votato con la legge elettorale del 1990 che prevede un sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 3% su scala nazionale e premio di maggioranza al primo partito di 50 seggi su 300.  Nel maggio di quest’anno si è votato con la legge approvata nel 2016 nel corso della penultima legislatura, nella quale SYRIZA, la formazione che si colloca a sinistra, aveva la maggioranza in parlamento. Ciò è dovuto a una disposizione costituzionale sugli emendamenti alla legge elettorale: è necessaria una maggioranza di due terzi dei voti del parlamento perché la legge abbia effetto immediato, e in mancanza di una tale maggioranza una la legge elettorale entra in vigore solo alla seconda elezione successiva. Per questo motivo nelle elezioni parlamentari del 2019 fu utilizzata la legge elettorale precedente.

La legge di SYRIZA del 2016 era un ritorno alla rappresentanza proporzionale, avendo abbandonato il bonus di maggioranza dei 50 seggi mantenendo la soglia di sbarramento del 3%.  Nel gennaio 2020, subito dopo essere tornata al potere, Nuova Democrazia , da sempre fautore del bonus di maggioranza, ha varato una nuova legge elettorale per ripristinare il bonus, anche se con una formula molto diversa. La lista del partito che arriva prima riceve 20 seggi di bonus,  con un nuovo calcolo dei seggi che avvantaggia in modo sproporzionato le liste di partito più grandi: coloro che ricevono tra il 25% e il 40% dei voti ricevere  un seggio per ogni mezzo punto percentuale in questa fascia (fino a 30 seggi), prima che inizi la corretta distribuzione proporzionale. Un partito vincente potrebbe quindi ricevere fino a 50 seggi extra. Anche questa legge non ha raggiunto la maggioranza dei due terzi del parlamento per potere avere effetto immediato e, di conseguenza non si è potuta utlizzare per le elezioni di maggio ma entra in vigore in queste elezioni.

Secondo il “Democratic Index” del settimanale The Economist, la Grecia è una cosiddetta “Democrazia Imperfetta”, al livello di paesi tipo Israele, Portogallo, Estonia e Repubblica Ceca.

 

Nelle prossime pagine, la storia politica del paese, i risultati elettorali recenti e i principali partiti politici.

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