I maggiori partiti di opposizione e vari gruppi della società civile dubitano che le elezioni saranno liberi ed eque. Lo Zanu-PF ha il vantaggio di essere in carica, controlla lo svolgimento delle elezioni e ha l’accesso alle risorse statali. Le riforme elettorali che l’opposizione ha chiesto per anni, in particolare per fornire l’accesso ai media pubblici all’opposizione non sono avvenute. In aggiunta a questo c’è stato di recente un giro di vite nei confronti di giornalisti, politici ed esponenti della società civile critici del governo. Vari oppositori sono stati intimiditi, picchiati o incarcerati per futili motivi. I media filogovernativi (cioè quasi tutti) hanno in gran parte ignorato l’opposizione durante la campagna elettorale.
Lo stato pietoso dell’economia dovrebbe spingere molte persone, specialmente quelle educate, i giovani e coloro che vivono nelle aree urbane a puntare ad un alternativa di governo. Lo Zanu-PF, tuttavia, al potere dall’indipendenza nel 1980, mantiene un forte sostegno nelle zone rurali. Gli elettori rurali normalmente si presentano in gran numero, a differenza degli elettori urbani e giovanili, il che favorisce il partito al potere. Il governo ha anche rifiutato di consentire agli abitanti dello Zimbabwe che vivono all’estero di votare, il che danneggia l’opposizione dato che molti di essi avversano lo Zanu-PF.
Così come stanno le cose sembra praticamente impossibile che il regime della Zanu-PF possa essere sconfitto in libere elezioni in un prossimo futuro e che decida pacificamente di cedere il potere. Le speranze di un paese più libero e più democratico che erano nate dopo la caduta dello Zimbabwe sono state stritolate dal “coccodrillo” Mnangagwa che dopo aver afferrato le leve del potere non se le lascerà in nessun modo sfuggire dalle sue fauci.
Questo è tutto anche per oggi. I risultati saranno commentati come sempre dai nostri egregi collaboratori della Redazione BiDiMedia.
Vi ricordo le prossime importanti scadenze elettorali: le elezioni parlamentari in Slovacchia del 30 settembre e quelle in Nuova Zelanda del 14 ottobre.
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