Vox è stato fondato nel 2013 da Santiago Abascal e da altri membri scissionisti della destra del Partito Popolare, come reazione a quella che definivano una eccessiva frammentazione dello stato spagnolo causata dalle rivendicazioni autonomiste delle varie province. La prima proposta del partito fu quella di abolire le comunità autonome e i parlamenti regionali, in vista di una re-centralizzazione della Spagna. Un dei primi finanziatori del partito, con circa un milione di euro, fu il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI), un gruppo di opposizione in esilio al governo iraniano.
Fino al 2017 il partito ha avuto risultati elettorali estremamente modesti e non ha partecipato alle elezioni per il parlamento della Catalogna del 2015 e 2017. A seguito della dichiarazione di indipendenza del governo catalano e alla conseguente crisi istituzionale spagnola, il partito ha visto aumentare notevolmente il proprio consenso popolare, raccogliendo il sentimento nazionalista spagnolo sorto nel paese proprio come reazione alle vicende catalane.
Vox si è presentato per la prima volta alle elezioni del parlamento catalano nel 2021 ottenendo il 7,7% dei voti e 11 seggi, diventando la quarta forza politica a livello regionale. Candidato alla presidenza della Catalogna in queste elezioni per Vox è Ignacio Garriga, figlio di un’immigrata delle Guinea Equatoriale, unico politico di origine africana (seppur parziale) del partito noto per le sue posizioni nettamente conservatrici dal punto di vista sociale.
IDEOLOGIA E PROGRAMMI
Vox si definisce come un partito di destra di ispirazione cristiano-democratica, tuttavia nel corso del tempo il suo programma ha subito un’evoluzione che l’ha portato a collocarsi nell’alveo dei partiti populisti di destra europei. Sul piano politico interno Vox si considera monarchico e nazionalista, contrario allo “Stato delle Autonomie”, il sistema autonomistico istituito nel 1978 dopo la fine del regime franchista, e si batte per un maggiore ruolo dello Stato centrale spagnolo e per una riduzione dell’autonomia concessa alle comunità basca e catalana, come era stato fatto a suo tempo dal regime franchista. Si tratta inoltre di un partito fortemente euroscettico, contrario ad ogni ulteriore cessione della sovranità spagnola, e decisamente contrario all’immigrazione, all’Islam e al multiculturalismo, ritenendoli una minaccia per l’identità spagnola.
Sul piano etico Vox segue sostanzialmente i valori cristiano-cattolici, considerandosi pro-vita e contrario all’aborto. Per quanto riguarda i diritti LGBT, pur non opponendosi alle unioni omosessuali, il partito è contrario a definire tali unioni come “matrimoni” (sostenendo la necessità di una riforma che le definisca semplicemente “unioni civili”) e alle adozioni. Non ha però espresso contrarietà al divorzio.
Dal punto di vista economico, il partito è di idee tendenzialmeente liberiste.
Comuns Sumar
Leader
Jéssica Albiach
Ideologia
Sinistra Populista
Eco-socialismo
Affiliazione Europea
Parlamento Europeo
PVE, Sinistra Europea G/EFA, GUE/NGL
Affiliazione internazionale
Forum di San Paolo
STORIA
Comuns Sumar è una coalizione elettorale spagnola composta da Catalunya en Comú , Barcelona en Comú e Movimiento Sumar. Comuns Sumar e è l’erede di En Comú Podem, coalizione elettorale, originariamente formata nell’ottobre 2015 da Unidas Podemos , Barcelona en Comú , Iniiziativa per la Catalogna Verdi- Sinistra Unita e Alternativa, e guidata dal Il sindaco di Barcellona , Ada Colau per contestare le elezioni generali spagnole del 2015, come parte della coalizione di Podemos. Nelle elezioni catalane del 2015, la locale lista di Podemos, Catalunya Sí que es Pot aveva infatti ottenuto un risultato deludente scendendo sotto il 10% dei voti e ottenendo solo 11 dei 135 seggi del parlamento regionale, da qui l’accordo con la lista di Ada Colau “Barcelona En Comú”. La nuova coalizione ebbe uno straordinario successo ottenendo 12 seggi sui 47 assegnati alla Catalogna nel parlamento spagnolo e diventando il primo partito della regione. Nelle elezioni regionali catalane del 2017 la lista si presentò con il nome “Catalunya en Comú–Podem” ma perse ulteriormente terreno, scendendo a 8 seggi, a causa della competizione degli indipendentisti di sinistra di ERC. Alle successive elezioni catalane del 2021 ha mantenuto i suoi 8 seggi, restando all’opposizione del governo indipendentista di Pere Aragonès.
Alla fine del 2023 è iniziato un progressivo allontanamento tra i membri della coalizione En Comú Podem, culminato nel marzo 2024, quando la componente legata a Podemos ha annunciato la rinuncia a candidarsi a queste elezioni. Gli altri membri della coalizione, che alle elezioni politiche del luglio 2023 avevano fatto parte della coalizione Sumar, hanno allora deciso di partecipare alle elezioni sotto il nome di Comuns Sumar.
IDEOLOGIA E PROGRAMMI
I partiti e i movimenti che fanno parte di Comuns Sumar hanno posizioni ideologiche che vanno dalla sinistra comunista al populismo anti-globalista all’eco-socialismo. Per quanto riguarda la questione catalana Comuns Sumar è favorevole a tenere un referendum ufficiale sull’Indipendenza riconosciuto dal governo di Madrid. In economia prevedono di ridurre l’orario di lavoro a 34 ore la settimana, l’aumento del salario minimo, l’aumento delle pensioni, un reddito di base garantito e l’aumento delle tasse per i redditi alti. Il partito è anche favorevole ad includere le cure dentistiche gratuite nel sistema sanitario nazionale, è a favore del diritto all’eutanasia, all’aumento del numero delle borse di studio universitarie, e all’eliminazione dell’ora di religione nelle scuole. Infine Comuns Sumar chiede che il diritto di voto sia esteso ai 16-enni, la legalizzazione dell’ uso della cannabis e abrogazione delle leggi sull’offesa alla religione e alla monarchia.
Candidatura di Unità Popolare (CUP)
Leader
Laia Estrada
Ideologia
Indipendentisti Catalani
Sinistra anticapitalista
Affiliazione Europea
Parlamento Europeo
Nessuna
–
Affiliazione internazionale
Nessuna
STORIA
La CUP nasce nel 1986 come coordinamento dei movimenti indipendentisti catalani di sinistra radicale. Nei primi anni della sua esistenza si è limitato a presentarsi in alcune elezioni municipali. Nel 2012 ha partecipato per la prima volta alle elezioni per il parlamento della catalogna, ottenendo il 3,5% dei voti e 3 seggi, saliti a 10 nelle elezioni del 2015. In seguito al risultato di quelle elezioni ha dato un appoggio esterno ai governi indipendentisti di Artur Mas e di Carles Puigdemont. In seguito al referendum e alla dichiarazione di indipendenza molti esponenti della CUP sono stati inquisiti. Nelle elezioni del 2017 ha avuto un netto arretramento, ottenendo solo 4 seggi appoggiando dall’esterno il governo indipendentista di Quim Torra.. Nelle elezioni del 2021 il partito è risalito al 6,7% con 9 seggi, appoggiando poi il successivo governo indipendentista di Pere Aragonès.
IDEOLOGIA E PROGRAMMI
La CUP si definisce come un’organizzazione politica di tutti i paesi catalani che lavora per un paese indipendente, socialista, eco-sostenibile e libero dal dominio del patriarcato. La CUP difende l’unità delle aree di lingua catalana che dovrebbero costituire una repubblica indipendente. Il partito è favorevole ad una democrazia partecipativa dove gli elettori possano esprimere il loro parere tramite referendum propositivi. Il partito è economicamente socialista e prevede “un’economia pianificata basata sulla solidarietà, volta a soddisfare le esigenze delle persone”, richiedendo la nazionalizzazione dei servizi pubblici, delle reti di trasporto e comunicazione e di tutte le banche che richiedano supporto da parte del governo. La CUP chiede la fine dell’energia nucleare , da sostituire con l’uso di forni di energia sostenibile. Chiede inoltre il divieto degli OGM e la creazione di una “economia ecologica”. Il partito crede nel pieno diritto civico per tutti gli abitanti dei Paesi catalani, compresi i migranti. Chiede inoltre il diritto di voto per i 16-enni e la fine della discriminazione nei confronti delle donne e delle persone LGBT .
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