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Ci sono varie case sondaggistiche che hanno effettuato sondaggi per queste elezioni. La maggior parte di queste fornisce risultati abbastanza simili. Nettamente in testa alle preferenze per le elezioni presidenziali sarebbe infatti il senatore Bongbong Marcos, che potrebbe ottenere oltre il 50% dei suffragi. Al secondo posto ma notevolmente staccata sarebbe l’attuale vicepresidente Leni Robredo, data intorno al 25% dei consensi. Staccato in terza posizione arriverebbe il sindaco di Manila Isko Moreno, sotto il 10% dei voti. Sotto il 5 % rimarrebbero il senatore Panfilo Lacson e l’altro senatore ed ex puglie Manny Paquaio. Risultati ancora inferiori per gli altri aspiranti candidati.
Per quanto riguarda la vicepresidenza, la netta favorita in questa caso è Sara Duterte, sindaca di Davao e figlia del presidente uscente Rodrigo Duterte, ben oltre il 50% dei consensi. Al secondo posto ma notevolmente staccato sarebbe il senatore Francis Pangilinan, dato sotto il 20% dei voti. Leni Robredo, data intorno al 25% dei consensi. Staccato in terza posizione arriverebbe il l’attuale presidente del Senato Vicente Sotto, intorno al 10% dei voti. Intorno al 5 % rimarrebbe il medico Willie Ong, mentre gli altri candidati avrebbero percentuali ancora inferiori.
Considerando che le elezioni presidenziali nelle Filippine sono a turno unico anche se Bongbong Marcos e Sara Duterte scendessero sotto il 50% dei voti, la loro elezioni pare quindi scontata. A prima vista le prospettive politiche per le Filippine sono pessime. I nomi di Duterte e Marcos significano autocrazia, violazione dei diritti umani, impunità di fronte alla legge e politica nepotistica e dinastica. Le due famiglie hanno siglato un “patto di ferro” per queste elezioni e hanno ottenuto il sostegno di altre dinastie politicamente influenti in un paese in cui i legami di sangue sono più importanti di qualsiasi partito politico. Molti temono che la contemporanea elezione di Marcos Jr, e di Sara Duterte potrebbe annunciare una nuova era di repressione. I filippini in passato hanno eletto come presidenti o appartenenti a potenti dinastie politiche o leader populisti, autoritari e corrotti. Stavolta rischiano di fare la scelta peggiore di sempre.
Questo è tutto anche per oggi. I risultati saranno commentati come sempre dai nostri egregi collaboratori della Redazione Bidimedia.
Vi ricordo le prossime importanti scadenze elettorali: le elezioni parlamentari del 21 maggio in Australia e le elezioni presidenziali del 29 maggio in Colombia.
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