Il Belgio moderno nasce nel 1830 con la rivolta contro il dominio olandese poi chiamata “Rivoluzione Belga”. Sebbene la rivoluzione fosse iniziata come protesta popolare per richiedere autonomia al Re dei Paesi Bassi, ben presto degenerò in lotta armata. Gli insorti furono aiutati dalle forze armate francesi, ma ebbero anche il tacito appoggio della Gran Bretagna,. Le forze politiche che promossero l’indipendenza belga furono la Chiesa cattolica e l’élite liberale.
Le potenze europee temevano che il Belgio potesse diventare una repubblica oppure venisse annesso dalla Francia. Un “vertice” diplomatico europeo convocato a Londra da Talleyrand trovò n Leopoldo della Casa Sassonia-Coburgo la soluzione del problema. Il nuovo re si insediò nel luglio 1831. I Paesi Bassi lottarono ancora per almeno otto anni, ma alla fine i Paesi Bassi riconobbero l’indipendenza belga con un trattato firmato nel 1839. Il Belgio diventò una monarchia costituzionale, ma con un suffragio molto ristretto che copriva soltanto l’1% della popolazione totale.
Uno dei problemi maggiori per il nuovo regno fu, fin dall’inizio, la questione linguistica. Il francese divenne lingua ufficiale del Belgio già dal 1830. La vita culturale del Belgio ottocentesco fu fortemente influenzata da quella francese. In risposta a questo fenomeno ci fu un crescente spirito di nazionalismo tra la popolazione fiamminga. L’obiettivo della parità linguistica fu raggiunto soltanto negli anni venti e trenta del Novecento. La capitale Bruxelles divenne ufficialmente bilingue.
Nella Conferenza di Berlino del 1884-85 venne attribuita a Leopoldo II del Belgio la regione africana del Congo, chiamandola Stato Libero del Congo (poi conosciuta come Congo belga). Il Congo fu una sorta di possedimento personale di re Leopoldo, il quale fece installare diversi empori commerciali lungo il fiume Congo. Nel 1908 la sovranità del Congo venne trasferita al Regno del Belgio dopo una serie di considerevoli pressioni a seguito di numerose segnalazioni di abusi perpetrati contro la popolazione indigena.
Subito dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, l’Impero tedesco invase il Belgio per poter conquistare facilmente Parigi. L’esercito belga, seppur nettamente inferiore, riuscì a tenere testa a quello tedesco per circa un mese, permettendo agli alleati franco-britannici di riorganizzarsi e preparare la controffensiva della Marna. L’avanzata tedesca venne fermata ad Yser. Re Alberto I restò in Belgio, mentre il governo si rifugiò a Le Havre in Francia. Le Fiandre videro alcune tra le più grandi perdite di vite umane di tutto il conflitto, in particolare durante le due battaglie di Ypres.
I papaveri che fiorivano nei campi di battaglia divennero il simbolo della vita umana persa in guerra. Il sentimento di identità fiammingo crebbe proprio in occasione di questi eventi. Le autorità tedesche intrapresero diverse misure per attirarsi le simpatie fiamminghe. Dopo quattro anni di guerra, il Belgio fu ridotto in macerie. Il re ritornò a Bruxelles da Yser, il frammento di territorio che era riuscito a controllare durante la guerra, acclamato dalla popolazione. Il governo invece rientrò in modo più silenzioso. Dopo la liberazione del novembre 1918 il Belgio venne percorso da un’ondata di violenze nei confronti di coloro che avevano collaborato con i tedeschi. Dopo la guerra la Lega delle Nazioni assegnò al Belgio le ex colonie tedesche del Ruanda e del Burundi.
Dopo un periodo di alleanza con la Francia, negli anni trenta il Belgio tornò alla neutralità. Nel 1939 scoppiò la seconda guerra mondiale; il governo belga annunciò la sua neutralità. L’invasione del Belgio da parte della Germania nazista, che faceva parte della più ampia battaglia di Francia, iniziò il 10 maggio 1940. Il Belgio venne sottomesso in sole due settimane. Il re si arrese e fu tenuto prigioniero dall’esercito occupante, mentre il governo andò in esilio, propugnando la causa degli Alleati. Il Belgio fu liberato dalle forze alleate negli ultimi mesi del 1944. Tra la fine del 1944 e il 1945 il Belgio fu teatro di aspre battaglie, tra cui l’offensiva delle Ardenne.
Dopo la Seconda guerra mondiale sorse una discussione riguardante la condotta di re Leopoldo III durante il conflitto. Tale polemica, nota in Belgio come “question royale”, portò nel 1951 alla sua abdicazione in favore del figlio Baldovino. Tra il 1945 e il 1975, beneficiando degli aiuti statunitensi (Piano Marshall), il Belgio conobbe un’impressionante crescita economica, anche grazie all’immigrazione da Italia, Spagna, Portogallo e Turchia verso i bacini carboniferi della Vallonia. L’immigrazione di lavoratori italiani subì uno stop dopo il disastro di Marcinelle (1956), in cui morirono 262 minatori.
Il Belgio divenne inoltre uno dei membri fondatori dell’unione del Benelux (1948), della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (1952), e con la firma del Trattato di Roma della Comunità economica europea (1957); nei decenni successivi le istituzioni UE si concentrarono a Bruxelles. Nel 1960, il Belgio concesse l’indipendenza al Congo-Kinshasa, oggi Repubblica Democratica del Congo.
Negli anni sessanta iniziò la battaglia linguista da parte dei fiamminghi, maggioranza della popolazione belga, la quale culminò con una serie di atti amministrativi che riconoscevano i confini linguistici. Tra il 1970 e il 2001 il governo belga varò una serie di riforme che cambiarono profondamente l’assetto istituzionale dello stato: da stato unitario il Belgio si trasformò in stato federale. Nell’agosto del 1993, alla morte di re Baldovino, suo fratello minore divenne re dei Belgi con il nome di Alberto II.
Nel 2002 l’euro rimpiazzò il franco belga come moneta corrente, mentre nel 2003 il Belgio si oppose insieme alla Francia e alla Germania all’intervento statunitense in Iraq. In quel medesimo anno, il Belgio è diventato il secondo stato al mondo, dopo i Paesi Bassi, a riconoscere i matrimoni tra le persone dello stesso sesso.
Nel periodo compreso tra il 13 giugno 2010 e il 6 dicembre 2011, in Belgio si verificò la più lunga crisi di governo al mondo, durata 541 giorni. L’impasse politico si risolse con la nomina a primo ministro del socialista vallone di origine italiane Elio Di Rupo. Il 21 luglio 2013, festa nazionale, il re Alberto II abdicò dopo oltre vent’anni di regno, permettendo a suo figlio Filippo di divenire il settimo re dei Belgi.
Nelle prossime pagine, gli sviluppi politici recenti, il risultato delle ultime elezioni, i principali partiti politici e gli ultimi sondaggi.
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