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Il Giramondo – Elezioni parlamentari in Austria, l’estrema destra verso il Governo?

I PARTITI POLITICI

Sono 12  i partiti politici che si presentano a queste elezioni. Cinque di questi  (ÖVP, SPÖ, FPÖ, NEOS e Die Grünen) sono presenti nel parlamento uscente.  Altri quattro (KPÖ, BIER, LMP e KEINE), privi di rappresentanza parlamentare, hanno presentato candidati a  livello nazionale, mentre altri tre ( MFG, GAZA e BGE) hanno presentato candidati solo in alcuni länder.   

 

Partito Popolare Austriaco (ÖVP)

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Il Partito Popolare Austriaco (ÖVP), , è una dei grandi partiti tradizionali austriaci. Ideologicamente liberalconservatore,  l’ÖVP fa parte del Partito Popolare Europeo e dell’Unione Democratica Internazionale. Attualmente il Partito Popolare è il più grande partito del parlamento austriaco con 71 seggi nel Consiglio Nazionale e guida il governo con il cancelliere Karl Nehammer.

L’ÖVP è il successore del Partito Cristano-Sociale, un movimento di destra conservatrice fondato nel 1893. ll Partito Cristiano-Sociale  era stato il partito del cancelliere Engelbert Dollfuss, colui che negli anni ’30 creò il regime fascista austriaco. L’ÖVP fu fondato nel 1945 poco prima delle prime elezioni libere del dopoguerra, dalle quali uscì come primo partito del paese.  Dal 1945 al 1970 tutti i cancellieri austriaci furono membri dell’ÖVP, che governò in coalizione con l’SPÖ fino al 1966 quando ottenne la maggioranza assoluta dei seggi e fu in grado di governare da solo.  Nel 1970 il popolari furono sconfitti dai socialdemocratici del carismatico Bruno Kreisky e dovettero andare all’opposizione dove rimasero per 16 anni.

Nel 1986, a causa della svolta a destra dell’FPÖ di Jorg Haider, l’ÖVP tornò al governo come partner minore in un governo di grande coalizione guidato dal socialista Franz Vranitzky. L’alleanza con i socialdemocratici provocò una perdita dei consensi dei popolari verso la destra di Haider, fino a che, dopo le elezioni del 1999, l’ÖVP decise di rompere l’alleanza con l’SPÖ e formare un governo con Haider,  guidato dal leader del partito Wolfgang Schüssel.  Le successive elezioni del 2002 videro una netta vittoria per l’ÖVP di Schüssel, che continuo a governare insieme ad Haider fino alle elezioni del 2006, quando l’SPÖ tornò ad essere primo partito del paese e l’ÖVP accettò di tornare  a fare il partner minore in un governo guidato dai socialdemocratici.   

Negli anni successivi l’ÖVP tornò  a perdere consensi verso la destra dell’FPÖ, scendendo nelle elezioni del 2013 al 24% dei voti, il loro minimo storico.   Gli anni successivi, con la crisi dei migranti e gli attentati terroristici islamici in Europa, videro una ulteriore avanzata della destra. Nel 2017  leader dell’ÖVP fu nominato il giovane e carismatico Sebastiano Kurz, che spostò il partito verso destra, rompendo l’alleanza coi i socialdemocratici e aprendo ad un’alleanza di governo con l’FPÖ. Le elezioni del 2017 videro la vittoria dell’ÖVP, che tornò ad essere il primo partito del paese.  Kurz divenne quindi cancelliere a capo di una coalizione di destra con l”FPÖ.

Nel maggio 2019, il leader dell’FPÖ Heinz-Christian Strache fu coinvolto nel cosiddetto “Affare Ibiza” e fu costretto alle dimissioni. Kurz allora decise di rompere l’alleanza di governo e portare il paese ad elezioni anticipate dove l’ÖVP salì al 37,5% dei voti. Dopo le elezioni Kurz formò un’alleanza con i Verdi, ma fu costretto a dimettersi nel 2021 a causa di uno scandalo di corruzione. Come suo successore alla guida del governo e del partito fu nominato provvisoriamente Alexander Schallenberg, sostituito poi a dicembre 2021 da Karl Nehammer.

Ideologicamente l’ÖVP è un tradizionale partito cristiano-democratico, socialmente  conservatore ed economicamente liberale. Per gran parte della sua esistenza, si è esplicitamente definito cattolico e anticomunista, favorevole al decentramento amministrativo. Ha sempre rappresentato gli interessi degli imprenditori, delle classi sociali urbane medio-alte e di quelle rurali socialmente conservatrici. Negli ultimi anni, sotto la guida di Kurz, il partito ha considerato tra i propri principali obbiettivi la repressione dell’immigrazione clandestina e la lotto all’integralismo religioso islamico. 

 

Partito Socialdemocratico Austriaco (SPÖ)

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Il Partito socialdemocratico austriaco (SPÖ) è uno dei più antichi partiti esistenti in Austria, membro del Partito Socialista Europeo, dell’Internazionale Socialista e dell’Alleanza Progressista. Attualmente è presente con 40 seggi nel parlamento austriaco ed è il maggior partito di opposizione al governo guidato da Karl Nehammer.

Fondata nel 1889 come Partito socialdemocratico dei lavoratori (SDAP), fu dal 1918 al 1934 Partito socialdemocratico dei lavoratori dell’Austria tedesca (SDAP), per poi assumere il nome attuale dopo il 1945.

Il programma dello SPÖ  si ispira ai valori di libertà, uguaglianza, giustizia , solidarietà e piena occupazione. Tra i punti principali ci sono il sostengo all’educazione pubblica,  le pari opportunità e il rispetto delle minoranze.  Il programma economico è tipicamente socialdemocratico,  avente come obbiettivo la redistribuzione della ricchezza all interno della società. In politica estera il partito è fortemente europeista.

Il partito socialdemocratico fu presente sin dalla sua fondazioni nei parlamenti dell’Impero Austro-Ungheria.  Dopo le elezioni 1907  i socialdemocratici guidati dal loro fondatore Victor Adler diventarono una delle  forze politiche più importanti del paese. Con il crollo dell’Impero dopo la sconfitta nella Grande  Guerra del 1918, il socialdemocratico Karl Renner fu nominato cancelliere a capo di un governo di unità nazionale. Nelle elezioni per l’Assemblea Costituente del 1919 i socialdemocratici furono il primo partito politico della nuova repubblica austriaca. Le prime elezioni per il parlamento austriaco nel 1920 videro però la vittoria dei partiti conservatori e nazionalisti e nel 1921 i socialdemocratici passarono all’opposizione, dove rimasero fino alla fine del regime democratico nel 1934 con il colpo di stato di Dollfuss e l’instaurazione del regime “austrofascista”, che rese illegali tutti i partiti di opposizione.

Il partito socialdemocratico entrò quindi in clandestinità, dove rimase anche dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nazista nel 1938 fino alla fine della guerra nel 1945. Il partito fu rifondato con il nome di SPÖ, Karl Renner fu richiamato a ricoprire il ruolo di primo ministro di un governo di unità nazionale, mentre i russi occupavano Vienna e le truppe alleate il resto del paese.  Il governo Renner gestì i negoziati di pace e  portò il paese ad elezioni nel 1945, che furono vinte dai conservatori dell’ÖVP.  Negli anni seguenti i socialdemocratici parteciparono a governi di grande coalizione guidati dall’ÖVP fino al 1966, quando i conservatori ottennero la maggioranza assoluta dei seggi e l’SPÖ  passò all’opposizione.

Nel 1970, l’SPÖ, guidato dal carismatico leader Bruno Kreisky, vinse nettamente le elezioni parlamentari. Kreisky divenne primo ministro di un governo monocolore socialdemocratico e governò il paese per i successive 13 anni fino al 1983.  In quegli anni l’Austria vide profonde riforme sociali e socio-politiche. Ci fu una notevole apertura in senso liberale della società, e in economia fu significativamente rafforzato lo stato sociale.  Dopo la sconfitta nelle elezioni del 1983 Kreisky si dimise ma l’SPÖ rimase comunque al governo in coalizione con l’FPÖ.

Dopo l’elezione di Haider a capo dell’FPÖ e la svolta a destra del partito, la coalizione si dissolse e l’allora cancelliere socialdemocratico Franz Vranitzky formò un governo di grande coalizione con l’ÖVP. L’alleanza di governo durò fino al 1999, quando le elezioni videro la netta avanzata dell’FPÖ  di Haider e la formazione di un governo di destra ÖVP-FPÖ.

Dopo le elezioni del 2006 si tornò ad un governo di grande coalizione SPÖ-ÖVP, guidato dai socialdemocratici. Negli anni successivi tuttavia il consenso elettorale del partito diminuì, sensibilmente, perdendo voti sia verso i Verdi che verso vari partiti populisti di centro e di destra. Nelle elezioni presidenziali del 2016 il candidato dell’SPÖ arrivò in quarta posizione.  Il nuovo leader conservatore Sebastian Kurz dichiarò conclusa l’alleanza di governo  e dopo le elezioni del 2017 l”SPÖ tornò all’opposizione mentre Kurz diventava cancelliere a capo di una coalizione di destra ÖVP-FPÖ.

Alle successive elezioni del 2019 l’SPÖ scese al 21,2% dei voti raggiungendo il minimo storico dalla sua fondazione. Dal giugno 2023, il partito è guidato da Andreas Babler, rappresentante dell’ala sinistra del partito.

Partito della Libertà Austriaco (FPÖ)

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Il Partito della Libertà d’Austria ( Freiheitliche Partei Österreichs , FPÖ ) è un partito populista di destra nazionalconservatore,  presente con 30 seggi nel Consiglio Nazionale austriaco e membro del gruppo “Patrioti per l’Europa” del parlamento europeo,

Ideologicamente il partito ha le sue radici nel Partito Popolare della Grande Germania, formazione di destra nazionalista, economicamente liberale, presente nel parlamento della prima Repubblica Austriaca. Dopo l’Anschluss, questa parte politica entrò a far parte del nazionalsocialismo al governo.  Nel 1949, esponenti liberali nazionalisti fondarono la Federazione degli Indipendenti (VdU) come alternativa di destra al bipolarismo tra socialisti e popolari, che includeva anche ex nazisti e nazionalisti tedeschi.  La VdU ottenne quasi il 12% dei voti nelle elezioni del 1949, tuttavia il suo consenso elettorale si ridusse velocemente e nel 1955 il partito fu sciolto e rifondato come Partito della Libertà d’Austria (FPÖ). Il primo leader del partito fu Anton Reinthaller , ex funzionario nazista e ufficiale delle SS.  Dal 1955 al 1986 il partito si mantenne su percentuali comprese tra il 5% e l’8% dei voti.  Con il passare degli anni  l’FPÖ  si spostò su posizioni di destra liberale, riducendo la propria componente nazionalista.  Nel 1970 appoggiò dall’esterno un governo di minoranza socialdemocratico, nel 1978 entrò a far parte dell’Internazionale Liberale  e dal 1983 al 1986 fu al governo in coalizione con l’SPÖ.

Nel 1986 leader del partito divenne Jörg Haider, carismatico governatore della Carinzia, il quale ruppe l’alleanza con i socialdemocratici e spostò il partito verso posizioni di destra nazionalista e xenofoba. Negli anni seguenti, mentre SPÖ e ÖVP erano costretti a governare assieme in una scomoda “grande coalizione”, il peso elettorale dell’FPÖ cresceva un’elezione dopo l’altra. Nel 1993 l’ala liberale abbandono il partito, formando il Forum liberale (LiF),  mentre l’FPÖ veniva espulso dall’Internazionale Liberale.  Il partito raggiunse il suo massimo storico nelle elezioni del 1999, arrivando al 26,9% dei voti alla pari con l’ÖVP.  A seguito di questo risultato elettorale clamoroso fu formata un’alleanza di governo di destra tra ÖVP e FPÖ guidata dal conservatore Wolfgang Schüssel.  La partecipazione al governo tuttavia porto presto a serie divisioni all’interno del partito, che fecero crollare il consenso dell’FPÖ nelle successive elezioni del 2002 e portano nel 2005 ad un scissione del partito guidata da Haider che formò l’Alleanza per il futuro dell’Austria (BZÖ), mentre il resto del partito tornava all’opposizione, guidato da Heinz-Christian Strache.

Negli anni successivi con il ritorno al governo della “grande coalizione SPÖ-ÖVP, il partito ha ricominciato ad aumentare il sostegno popolare.  Dopo la morte di Haider nel 2008, l’FPÖ recuperò la maggior parte degli elettori del BZÖ.  Nelle elezioni del 2013 superò il 20% dei voti.  Con la crisi dei migranti del 2015-2106 e gli attentati terroristi islamici in Europa, il sostengo dell’FPÖ continuò a salire.  Nelle elezioni presidenziali del 2016 il candidato dell’FPÖ Norbert Hofer arrivò al ballottaggio, venendo sconfitto di misura dal candidato dei Verdi Alexander Van der Bellen.

Nelle elezioni del 2017, l’FPÖ vinse il 26% dei voti, entrando a far parte di in un governo di coalizione guidato dal leader ÖVP Sebastian Kurz, come cancelliere.  Nel maggio 2019 lo “scandalo Ibiza” portò  alle dimissioni di Strache e al crollo della coalizione di governo, con conseguente convocazione delle elezioni anticipate che videro l’FPÖ scendere al 16,2% e tornare all’opposizione.

Norbert Hofer, che aveva sostituito Strache come leader del partito nel settembre 2019 si è poi dimesso  nel giugno 2021 e sostituito da Herbert Kickl.

Dal punto di vista ideologico il partito promuove il nazionalismo e la protezione della cosiddetta “identità austrica”. Economicamente il partito è tendenzialmente liberista, a favore delle privatizzazioni e della riduzione delle tasse.  Prima della svolta a destra di Haider, il partito aveva posizioni simili a quelle del Partito Liberale tedesco.  In seguito si è focalizzato sulla riduzione dell’immigrazione e negli ultimi anni ha aumentato la sua retorica anti-islamica.  In politica estera il partito è diventato negli anni sempre più  euroscettico, entrando nel gruppo della destra “sovranista” europea del quale fanno parte la Lega di Salvini e il partito di Marine Le Pen in Francia. A livello internazionale il partito ha buoni rapporti con la destra del Partito Repubblicano USA, con il Likud Israeliano, con Russia Unita (il partito di Putin) e i con partiti della destra serba. LFPÖ sostiene anche l’unificazione dell’Alto Adige al Tirolo (Austria)  e appoggia il movimento separatista altoatesino Die Freiheitlichen.

 

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