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IL GIRAMONDO- Elezioni parlamentari in Svezia. Riuscirà la Prima Ministra Magdalena Andersson ad interrompere il declino della socialdemocrazia svedese?

I SONDAGGI E I POSSIBILI SCENARI POST-ELETTORALI

In Svezia sono almeno sei le case sondaggistiche che hanno elaborato sondaggi per queste elezioni.

La media degli ultimi sondaggi vede un quadro molto incerto. E’ molto probabile che il prossimo parlamento sarà composto dagli stessi otto partiti presenti nel parlamento uscente,  senza grosse variazioni nel rapporto di forza tra il blocco di centrodestra e quello di centrosinistra sostanzialmente stabili rispetto al 2018, ma con qualche variazione all’interno dei due blocchi.

Secondo il trend degli ultimissimi sondaggi,  i Socialdemocratici, primo partito del paese sarebbero intorno al 29% dei consensi, in aumento di circa un punto rispetto a  quattro anni fa quando erano scesi al minimo storico del 28,3%. A destra si prevede un drammatico sorpasso degli Svedesi Democratici ai danni dei Moderati.  I primi infatti guadagnerebbero circa 3 punti percentuali, avvicinandosi al 21% dei consensi, mentre i secondi scenderebbero di oltre 2 punti rispetto al 19.8% del 2018. In calo di oltre un punto il partito di Centro, rispetto all’8,6% delle scorse elezioni, probabilmente a causa del fatto che una parte dei suoi elettori tradizionali non ha gradito l’uscita dal blocco di centrodestra e l’appoggio al governo socialdemocratico durante la scorsa legislatura.  In leggero rialzo invece  i verdi, dati vicini al 6% dei voti, mentre stabile appare la Sinistra, poco sotto l’8% ottenuto nel 2018,  così come i cristiano-democratici e il liberali, dati rispettivamente intorno al 6% e al 5% dei voti. Tutti gli altri partiti rimarrebbero ben al di sotto della soglia del 4% necessaria per entrare in parlamento.

A livello di coalizioni ci sarebbe un testa a testa estremamente incerto tra il blocco di centrosinistra e quello di centrodestra,   dati tra il 49% e il 50% delle intenzioni di voto nella media degli ultimi sondaggi, con un possibile lieve vantaggio per il centrosinistra, tuttavia dentro il margine di errore statistico.

Gli scenari post elettorali rappresentano una vera incognita. Se i quattro partiti di centrosinistra avranno la maggioranza in parlamento,  è molto probabile che Magdalena Andersson riuscirà a rimanere a capo di un governo monocolore come quello attuale o allargato ai Verdi, appoggiato esternamente dalla Sinistra e dal Partito di Centro, tuttavia  sarà molto difficoltoso per lei governare, dato che dal punto di vista della politica economica la Sinistra e il Partito di Centro hanno posizioni praticamente opposte. Se invece la maggioranza andrà ai quattro partiti di centrodestra questi avranno i numeri per sfiduciare la  Andersson, che dovrà quindi dimettersi.  La Andersson potrebbe provare a trovare un accordo con Verdi, Centristi e Liberali, che lasciasse fuori la Sinistra, confidando nel fatto che la Sinistra non voterebbe mai una mozione di sfiducia assieme agli Svedesi Democratici, ma sarebbe un governo forse ancora più debole di quello attuale. Se il tentativo della  Andersson fallisse, la prassi sarebbe che in tal caso il capo del maggior partito di centrodestra riceva l’incarico di formare il governo. Tutto fa prevedere che la destra xenofoba degli “Svedesi Democratici” avrà più seggi dei Moderati, ma  per gli altri partiti di centrodestra sarebbe inaccettabile un governo guidato dall’estrema destra. L’incarico quindi andrebbe al leader dei Moderati Ulf Kristersson e questo potrebbe portare verso uno scenario simile a quello visto in Danimarca dopo le elezioni del 2015, dove si formò un governo di minoranza di centrodestra appoggiato esternamente da un partito di destra radicale che aveva oltre il 20% dei voti.  Il problema  è che i Moderati,. che dovrebbero guidare questo ipotetico governo, vanno verso il peggior risultato degli ultimi 20 anni e Kristersson è decisamente impopolare e potrebbe dimettersi nel caso di un pessimo risultato del partito.

Queste elezioni saranno seguite con molto interesse non solo nelle capitali europee ma anche a Mosca e a Washington. Una sconfitta per il governo che ha deciso di portare la Svezia nella NATO (e interrompere 200 anni di neutralità svedese) sarebbe una notevole vittoria propagandistica per il regime di Putin. A maggior ragione lo sarebbe un governo appoggiato dall’estrema destra dei Democratici Svedesi. Nonostante infatti questi siano ufficialmente a favore dell’ingresso della Svezia della NATO,  il loro forte euroscetticismo potrebbe infrangere l’unità dei paesi europei  sulle sanzioni alla Russia. In particolare se le ricadute della crisi energetica europea causata dalla riduzione delle forniture di gas russo inizieranno a farsi sentire sull’economia svedese, gli Svedesi Democratici potrebbero essere tra i primi a mettere in dubbio l’utilità delle sanzioni. Tra l’altro nelle scorse elezioni la campagna elettorale degli Svedesi Democratici fu agevolata da una ondata di “fake news” a contenuto xenofobico sui social networks portata avanti da troll e “bot” di origine russa.  Il ministro della difesa, il socialdemocratico Peter Hultqvist, ha accusato nei giorni scorsi gli Svedesi Democratici  di essere  una “minaccia alla sicurezza nazionale”. Forse è solo un’esagerazione frutto di una campagna elettorale esasperata. O forse no.

 

Questo è tutto anche per oggi. I risultati saranno commentati come sempre dai nostri egregi collaboratori della Redazione BiDiMedia.

Vi ricordo le prossime importanti scadenze elettorali:  le elezioni parlamentari  del 2 ottobre in Bulgaria e quelle presidenzial in Brasile che si tengono lo stesso giorno,  oltre ovviamente alle elezioni parlamentari del 25 settembre in Italia. 

 

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