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Candidati |
Liste |
I turno % |
II turno % |
|
---|---|---|---|---|
Pedro Pablo Kuczynski | Peruviani per il Cambiamento |
21,1 |
50,1 |
|
Keiko Fujimori | Forza Popolare |
39,9 |
49,9 |
|
Verónika Mendoza | Fronte Ampio |
18,7 |
||
Alfredo Barnechea | Azione Popolare |
7,0 |
||
Alan García Pérez | Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana
Partito Popolare Cristiano |
5,8 |
||
Gregorio Santos | Democrazia Diretta |
4,0 |
||
Fernando Olivera | Fronte della Speranza |
1,3 |
||
Alejandro Toledo | Perù Possibile |
1,3 |
||
Miguel Hilario | Progresando Perú |
0,5 |
||
Ántero Flores-Aráoz | Partido Político Orden |
0,4 |
||
Totale |
100 |
100 |
Partito |
Ideologia |
% |
Seggi |
|
---|---|---|---|---|
Azione Popolare |
Centristi |
10.3 |
25 |
|
Podemos Perú |
Conservatori |
8.3 |
11 |
|
Fronte Popolare Agricolo del Perù |
Cristiani fondamentalisti |
8.4 |
15 |
|
Alleanza per il Progresso |
Conservatori |
8.0 |
22 |
|
Partito Morado |
Liberali |
7.4 |
9 |
|
Forza Popolare |
Nazionalconservatori |
7.3 |
15 |
|
Unione per il Perù |
Populisti |
6.8 |
13 |
|
Fronte Ampio |
Sinistra radicale |
6.1 |
9 |
|
Somos Perù |
Cristiano-conservatori |
6.0 |
11 |
|
Insieme per il Perù |
Progressisti di sinistra |
4.8 |
0 |
|
Partito Popolare Cristiano |
Cristiano-conservatori |
4.0 |
0 |
|
Democrazia Diretta |
Sinistra populista |
3.7 |
0 |
|
Perù Libero |
Sinistra radicale |
3.4 |
0 |
|
Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana |
Socialdemocratici |
2.7 |
0 |
|
Avanza Pais |
Destra liberale |
2.5 |
0 |
|
Patria Sicura |
Cristiano-conservatori |
2.4 |
0 |
|
Vamos Perù |
Liberalconservatori |
2.1 |
0 |
|
Rinascimento Unito Nazionale |
Minoranze indigene |
1.8 |
0 |
|
Partito di Solidarietà Nazionale |
Destra populista |
1.5 |
0 |
|
Perù Nazione |
Cristiano-conservatori |
1.4 |
0 |
|
Contigo |
Liberalconservatori |
1.1 |
0 |
|
Totale |
100 |
130 |
Fin dalla sua elezione fu ben chiaro che Kuczynski avrebbe avuto difficoltà a mandare avanti le sue proposte politiche in parlamento, dove la destra fujimorista aveva la maggioranza assoluta dei seggi. Kuczynski fu costretto a fare un accordo informale con Keiko Fujimori per avere l’appoggio al suo governo in cambio di un perdono presidenziale al padre per farlo uscire di prigione. Questo scatenò vaste proteste da parte della popolazione. Fallito l’accordo con Forza Popolare, nel 2018 Kucyznski fu minacciato di impeachment a causa del suo coinvolgimento nello scandalo Odebrecht, per corruzione e compravendita dei voti. Kucyznski è stato quindi costretto a dimettersi e la presidenza è passata al suo primo vicepresidente , l’ingegnere Martín Vizcarra.
Nei ultimi anni la classe politica peruviana ha subito un disastroso danno d’immagine. Tutti i presidenti che si sono succeduti dal 1986 in poi, Alan Garcia, Alberto Fujimori, Alejandro Toledo, Hollanda Humala e Pedro Pablo Kuczynski, sono stati coinvolti in casi di corruzione. Drammatica è stata la vicenda di Alan Garcia, che nell’aprile dello scorso anno si è suicidato dopo essere stato incriminato nello scandalo Odebrecht, il giorno stesso in cui la polizia avrebbe dovuto arrestarlo.
Vizcarra una volta diventato presidente, ha annunciato pubblicamente di non avere in programma di cercare la rielezione, ma di servire solo per il periodo rimanente fino alla scadenza del suo mandato nel 2021. Vizcarra ha cercato di portare avanti dei provvedimenti legislativi per combattere la corruzione, in questo ostacolato dalla maggioranza fujimorista del congresso. Lo scontro tra Vizcarra e il Congresso si è fatto via via più’ aspro, fino al punto in cui il parlamento ha tentato di sospendere Vizcarra, accusato di atteggiamento “anticostituzionale”, dalle sue funzioni e sostituirlo con la sua vice-presidente. Il presidente a sua volta ha accusato il parlamento di aver forzato le regole costituzionali nell’elezione di alcuni giudici della Corte Costituzionale e ha proceduto alla richiesta allo scioglimento del parlamento e ad indire nuove elezioni per il 26 gennaio 2020, che hanno visto l’elezione di un parlamento estremamente frammentato dominato da partiti di destra e populisti.
Durante la pandemia di Covid-19, il Perù ha registrato il piu’ alto tasso di morti rispetto alla popolazione di tutta l’America Latina, secondo solo agli USA nel continente americano. A causa degli effetti della pandemia l’anno scorso la sua economia si è ridotta dell’11% e la disoccupazione è salita al 13,8% provocando un elevato malcontento tra la popolazione.
Il nuovo parlamento ha continuato a mandare avanti il processo di impeachment di Vizcarra, alimentato da un’inchiesta su pagamenti poco chiari fatti dal governo ad un cantante per una consulenza al Ministero della Cultura. Principale sostenitore dell’impeachment è stato il presidente del parlamento Manuel Merino. Il 9 novembre 2020 il parlamento ha votato per la rimozione di Vizcarra, affidando la presidenza del Perù allo stesso Merino.
La destituzione di Martín Vizcarra, ha dato il via a vaste proteste popolari. Molti cittadini consideravano l’impeachment come un complotto del parlamento corrotto contro il presidente considerato personalmente onesto. Il 15 novembre 2020 Merino ha dovuto dimettersi per evitare che le manifestazioni sfociassero in atti di violenza. Il Congresso ha eletto quindi nuovo presidente Francisco Sagasti, parlamentare del Partito Morado, con l’obbiettivo di portare pacificamente il paese alle elezioni generali di quest’anno.
Nelle prossime pagine, i principali partiti politici ed i candidati alla presidenza.
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