Si è formata, in soli sei giorni, la nuova maggioranza di governo croata che sarà capeggiata da Andrej Plenkovicall’esito delle elezioni parlamentari svoltesi il 5 luglio 2020.
Il caso di Plenkovic è il classico esempio di come i leader europei si siano, nella gran parte dei casi, rafforzati grazie all’epidemia Covid. La Croazia, non fortemente colpita (anche se adesso i numeri sono in aumento), si avvantaggia per altro del turismo di massa, che fugge da Spagna e Italia. Attualmente, secondo stime, sono presenti circa 400mila visitatori nel Paese.
Andrej Plenkovic, che fino a poche settimane fa veniva dato per ormai obsoleto e certamente sconfitto da un centro-sinistra in gran spolvero, ne ha invece furbescamente approfittato. Elezioni anticipate, è stata la scelta del suo partito HDZ, con la scusa del “in autunno potrebbe essere peggio”.
Sicuramente in autunno sarebbe stato peggio per HDZ, che invece ha potuto vincere le elezioni con dei dati davvero oltre le attese, a cui diamo un’altra occhiata.
Altri partiti che hanno ottenuto seggi, con percentuali minime, sono stati per l’appunto i liberali “Riformisti” (1 seggio), i liberaldemocratici dell’HNS-Partito Popolare Croato e i progressisti radicali e liberali di Pametno (3), oltre a 8 seggi di minoranze linguistiche. L’affluenza si è attestata al 46,4%, con un crollo di ben 6 punti rispetto all’ultima rilevazione.
Insomma, ben 5 seggi in più, una vera manna dal cielo, che non solo permette a Plenkovic di formare una maggioranza, ma addirittura di garantirsi una maggioranza quasi identica a quella di prima, senza bisogno dei litigiosi conservatori di Ponte, con cui un tempo era alleato e che poi gli hanno votato la sfiducia costringendolo a un rimpasto, nel 2017. La maggioranza che si è formata è infatti quella di HDZ con i liberaldemocratici di HNS (che per altro hanno ottenuto una percentuale da prefisso telefonico e un solo seggio), con l’aggiunta dei liberali Riformisti(un seggio), oltre che 8 seggi dalle minoranze linguistiche. Insomma, un governo sì di centro-destra ma comunque molto spostato verso l’Europa, più liberale che conservatore – comunque anche conservatore!
Nel frattempo, la Coalizione “Ricomincia” non ricomincia, distrutta dal disastro elettorale totalmente imprevisto, e il suo leader Davor Bernadicsi dimette nell’onta e nel disonore. Zoran Milanovic, Presidente del Paese reduce da una recente vittoria ed ex Primo Ministro, osserva sconsolato dall’alto.
Plenkovic, che era un signor nessuno che un tempo faceva il traduttore presso le istituzioni europee, ora è visto come un leader politico di tutto rispetto, e addirittura nel 2019 si pensava a lui come possibile Presidente del Consiglio Europeo quale alternativa a Charles Michel.
Altre notizie Ogni altra notizia elettorale relativa ai giorni recenti sarà riportata nella seconda parte de “Le elezioni che ci siamo persi durante la quarantena”, sempre su questo blog.
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