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La Francia al Voto – 4° Puntata

Come è naturale che sia, tutta Europa ha in questi giorni gli occhi puntati sulla guerra in Ucraina, ed ovviamente la Francia non fa eccezione. Il Presidente in carica Macron, anche nel ruolo di Presidente di turno della UE, è stato impegnato in questa ultima settimana in colloqui e riunioni sul tema in ambito comunitario, dove sono state prese diverse decisioni, per alcune delle quali, per una volta, l’aggettivo “storico” può essere usato senza rischio di scadere nella retorica.

Pur con qualche contraddizione, (ed a volte non riuscendo a nascondere l’intento del Presidente di risultare referente privilegiato di una possibile mediazione con Putin), la velocità e la compattezza delle decisioni raggiunte in ambito europeo sembrano aver giovato a Macron, che pare crescere nelle rilevazioni degli istituti di sondaggio.

Sulla linea del supporto all’Ucraina “senza se e senza ma”, per usare uno slogan ampiamente abusato, troviamo il Presidente in carica, la candidata della destra repubblicana e quella socialista, mentre il campo di chi, pur condannando Putin, addebita alla Nato una parte delle colpe, risulta piuttosto affollato, ma in difficoltà.

Il quotidiano Liberation afferma che una brochure della candidata del Rassemblement National, Marine Le Pen, con tiratura di oltre un milione di copie, è stata ritirata (almeno nella parte ancora non distribuita) perché conteneva una foto della leader del RN che stringe la mano a Vladimir Putin. Il partito ha replicato sostenendo che in realtà era stato individuato un errore di stampa, che però il quotidiano francese sostiene di non aver trovato.

Lo stesso Melenchon appare poco incisivo: pur condannando fortemente l’aggressione di Putin, si dice contrario all’invio di armi in Ucraina e mostra dubbi sulla decisione di escludere alcune banche russe dal sistema Swift, ribadendo che la soluzione da percorrere è quella diplomatica, partendo da un riconoscimento formale della neutralità ucraina e dal ritiro delle truppe russe.

Ancora più ambiguo Zemmour, che riconosce il proprio errore nell’aver affermato che Putin non avrebbe mai posto in atto l’invasione, ma sottolineando che la Francia non dovrebbe accogliere i profughi ucraini, perché ciò destabilizzerebbe il Paese, dato che non sarebbe in grado di accogliere nuovi immigrati.

I primi sondaggi a caldo e le impressioni dei commentatori portano a concludere che la situazione potrebbe portare un ulteriore vantaggio a Macron, che tutte le rilevazioni danno già da tempo nettamente in testa sia al primo turno che al ballottaggio contro tutti i maggiori inseguitori.

Valerio Ponti

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