Dopo settimane di indiscrezioni e di auto-candidature ritirate, dal 24 gennaio tutti i 1009 fra parlamentari e delegati regionali potranno votare per l’elezione del successore di Sergio Mattarella. Doverosa una piccola precisazione: spesso ci si riferisce impropriamente ai 1009 parlamentari e delegati regionali come “grandi elettori”, un termine probabilmente adottato nel linguaggio comune giornalistico ispirandosi ai grandi elettori che eleggono il Presidente degli Stati Uniti.
Modalità di voto
All’elezione per il Presidente della Repubblica partecipano in 1009, fra deputati (630), senatori (321) e delegati regionali (58), composti a loro volta da tre delegati per ognuna delle venti regioni, fatta eccezione per la Valle d’Aosta che ne elegge solamente uno. L’elezione si svolgerà con voto segreto in seduta comune, e in seguito alle normative per combattere la pandemia da Covid-19, si è scelto di votare una sola volta al giorno, adibendo una sorta di drive-through per i parlamentari e delegati regionali che risultano positivi al coronavirus. Nelle prime tre votazioni, il quorum per eleggere il Presidente della Repubblica è di 673 voti, ossia i due terzi dell’Assemblea plenaria, mentre dalla quarta votazione in poi il quorum richiesto è di “soli” 505 voti.
L’Assemblea viene chiamata a votare procedendo per ordine alfabetico, in 50 alla volta, dando priorità ai senatori a vita, a cui fanno seguito i senatori, i deputati e infine i delegati regionali. Alle votazioni, per prassi, non prendono parte i Presidenti della Camera e del Senato, rispettivamente Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, dovendo occuparsi del conteggio delle schede. Una volta terminata la fase di scrutinio, il Presidente della Camera legge ad alta voce tutti i nomi dei candidati espressi con i voti.
Possibili candidati
Alla vigilia del voto, pochi sono i candidati ufficializzati fin qui: un gruppo composto da ex-grillini, Alternativa e altri partiti ha annunciato l’intenzione di votare per Paolo Maddalena, magistrato e giurista. Potere al Popolo! aveva inizialmente annunciato la sua adesione, ma è stata ritirata qualche giorno dopo in seguito alla scoperta delle posizioni no-vax del magistrato napoletano. Per il Centro-Sinistra, si vocifera che il candidato di bandiera sarà Andrea Riccardi, ex ministro nel Governo Monti e fondatore della Comunità di Sant’Egidio.
Si è parlato molto nelle ultime settimane di una possibile candidatura di Silvio Berlusconi, ritirata nei giorni scorsi dallo stesso Berlusconi. Infine, tra i papabili candidati si è parlato anche di un possibile Mattarella-bis (sulla scia del precedente di Giorgio Napolitano), assieme alle candidature di Mario Draghi, di Pier Ferdinando Casini o del ministro Marta Cartabia, candidature considerate molto forti dalla stampa ma osteggiate dall’uno o dall’altro partito o capocorrente. Nelle ultime ore è spuntato poi il nome di Elisabetta Belloni, diplomatica di lungo corso e direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, sia per il ruolo di Premier nel caso Draghi salisse al Colle, sia come Presidente della Repubblica stessa.
La composizione degli elettori
Non sarà facile comunque eleggere un candidato di un determinato schieramento: né il Centro-Destra né il Centro-Sinistra sono autosufficienti per eleggere il Capo di Stato, situazione però non inedita per la storia della Repubblica italiana. Né è chiaro il ruolo che ricoprirà Italia Viva, il partito di Matteo Renzi: con i suoi 42 parlamentari può risultare determinante, sfruttando la balcanizzazione del gruppo Misto. Infatti, il dato che risalta facilmente è il numero di ex deputati e senatori grillini passati nel gruppo Misto, per un motivo o l’altro. Alcuni di loro hanno dato vita a un piccolo gruppo alla Camera dei Deputati, ossia Alternativa, mentre la maggior parte di loro non è iscritta o affiliata a nessun partito o gruppo politico.
Di seguito potete visualizzare un’infografica riassuntiva della composizione dei 1009 elettori fra parlamentari e delegati regionali. Passando il cursore sopra i seggi, è possibile leggere nel dettaglio il partito e i parlamentari e i delegati regionali che lo compongono.
Laddove possibile, sono stati suddivisi i singoli gruppi eterogenei nei singoli partiti, soprattutto per quanto riguarda il gruppo Misto o il gruppo di Liberi e Uguali, rappresentato da ben quattro partiti e i singoli indipendenti non affiliati a nessun partito di sinistra. In più, è disponibile per una maggior comprensione anche la suddivisione per coalizioni: come si diceva in precedenza, nessuna coalizione da sola riesce a raggiungere i 505 voti per eleggere il successore di Mattarella al Quirinale.
Sembra probabile dunque che a essere eletto sarà un nome condiviso fra Centro-Destra e Centro-Sinistra, mentre resta più difficile ma non impossibile un’operazione per cui uno schieramento si possa affidare a Italia Viva e ai parlamentari che compongono il gruppo Misto. La partita per il successore di Palazzo Chigi è ufficialmente aperta.
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