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Sondaggio BiDiMedia 15 febbraio: Lega e M5S a picco, vola FdI ma il PD resta primo

La rilevazione BiDiMedia di febbraio 2022, la prima dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, vede uno smottamento dello scenario politico: i partiti dominanti a inizio legislatura, Lega e M5S, sono in caduta libera. Si rafforza invece il PD mentre FdI è l’unica forza in netta crescita.

Il sondaggio è stato svolto in modalità mista CAWI/Panel, per un totale di 3015 interviste utili, con un margine d’errore del +-1.8%.

Le Intenzioni di Voto

Il sondaggio BiDiMedia del 15 febbraio mostra rispetto al precedente (17 gennaio) variazioni importanti, dovute almeno in parte agli strascichi delle elezioni per il Quirinale.

Non cambia tuttavia la prima posizione: il PD, nel nostro sondaggio come nell’aula che ha rieletto Mattarella, risulta il motore immobile della politica italiana. +0,2 per i Democratici al 21.8%.

Terremoto invece negli altri due maggiori partiti della maggioranza, Lega e M5S: per entrambi, crollo verticale che supera il punto percentuale. La formazione di Matteo Salvini scende dal 19 al 17,8%; il Movimento precariamente guidato da Giuseppe Conte si ferma al 13,1% (-1.1). I leader di Lega e 5 Stelle sono stati i grandi sconfitti della tenzone quirinalizia; pesa inoltre sul M5S la querelle sulla leadership passata dalle polemiche in aula alle aule di tribunale.

Guardando agli altri partiti della maggioranza, piccola crescita per Forza Italia (+0.2 al 7,1%), sale Italia Viva (2,2%, +0.5) a scapito della federazione +Europa/Azione che scende al 4,9% (-0.5). Stabile al 1,4% Articolo 1-MDP.

A fare la voce grossa è, dall’opposizione, Fratelli d’Italia: +1.1 al 19,6% per il partito di Giorgia Meloni. Oltre ad essere l’unico grande partito fuori dalla maggioranza, guadagnando la preferenza di chi non apprezza il governo, FdI è uscita dalle elezioni presidenziali sconfitta in aula ma vincitrice nell’opinione pubblica, in particolare presso chi da destra non ha gradito il cedimento della Lega alla rielezione di Mattarella. Qualora il Centrodestra riuscisse a ricompattarsi, la leadership d’area di FdI appare sempre più probabile.

I partiti minori e l’affluenza

Il sondaggio BiDiMedia ha sondato come sempre anche un vasto numero di piccoli partiti, di cui vediamo ora i principali.

All’ala sinistra dell’emiciclo parlamentare, stabile il PC allo 0,5, un decimo in meno per PaP e Prc-PCI rispettivamente allo 0,6 e 0,5 per cento. Nel Csx, crescono di due e tre decimi di punto Sinistra Italiana (2,1%) e i Verdi, al 2%; stabile possibile (0,6%). Guadagna lo 0,1 Volt (0,6 per cento), perde altrettanto Coraggio Italia (0,7%). A destra, stabile il Popolo della Famiglia (0,6%) mentre mostra una buona vitalità Italexit, la nuova formazione sovranista che passa dal 1,2 a 1,6 punti percentuali. “Altri”, i partiti minori non rilevati singolarmente, al 1,8% complessivo.

Infine i dati sul numero di votanti: affluenza in minimo calo (-0,2) al 60%; indecisi stabili ma sempre in numero elevato: il 29% dell’elettorato non ha deciso se o chi votare.

La fiducia nel governo

La fiducia nell’esecutivo Draghi (Molta + Abbastanza) viene rilevata al 48%, in lieve calo (-1) rispetto a gennaio.

Per quanto la discesa sia estremamente lenta, registriamo il quarto sondaggio consecutivo con una diminuzione della fiducia. In particolare, è netta la diminuzione (-4 punti) di chi ha molta fiducia, con conseguente aumento di coloro che dichiarano “abbastanza fiducia” (33%). Sfiducia (poca+per nulla) passata dal 46 al 47 per cento; sostegno e disapprovazione per l’esecutivo Draghi sono ormai quasi equivalenti.

La fiducia nel governo è in particolare crollata tra i 5 Stelle, che non a caso perdono anche numerosi voti: l’elettorato Pentastellato a quanto pare non approva pià la permanenza del Movimento in maggioranza.

Chi vincerà le politiche?

In questo sondaggio, come già nei mesi scorsi, abbiamo anche chiesto un parere su chi vincerà le prossime elezioni politiche che si terranno, salvo collasso della maggioranza di governo, nel 2023.

In questo caso, netto cambiamente da gennaio, quando il Cdx era visto vincente da quasi un italiano su due (46%). Ora la percentuale di chi pensa prevarranno Lega, FdI&C. è crollata al 38%. Un esito dovuto alle vicende quirinalizie e successive polemiche, che hanno visto l’alleanza di destra in grande crisi, tanto da metterne in dubbio l’esistenza stessa.

A crescere non sono tuttavia le chance del Csx (scese anzi dal 12 al 10%), ma l’ipotesi di assenza di un vincitore chiaro. Chi crede si vada verso un sostanziale pareggio è infatti cresciuto dal 27 al 37%; incerti stabili al 15%. Potrebbe trattarsi di un riflesso della discussione su una possibile legge elettorale proporzionale, la quale, secondo una parte di opinione pubblica, porterebbe alla necessità ineluttabile di grandi coalizioni.

Da notare come gli elettori di Cdx tendano a credere nella vittoria molto più dei sostenitori del Csx, inclusi quelli del PD che pure è primo partito: un comportamento molto diverso tra i due elettorati.

La ripartizione regionale dei voti

Ricordiamo che la nostra mappa del voto per regioni NON è un sondaggio per le elezioni regionali, bensì una ripartizione per regione delle intenzioni di voto POLITICHE viste alla prima pagina e basata sullo storico elettorale. Questo spiega come mai la colorazione della mappa diverga nettamente dall’esito delle elezioni amministrative e regionali dell’ultimo anno.

Torna questo mese la ripartizione regionale dei voti con il calcolo delle coalizioni nazionali. Anche se le vicissitudini legate alla rielezione di Mattarella hanno minato i classici schieramenti – soprattutto il Cdx – e la ventilata legge elettorale proporzionale potrebbe eliminare le coalizioni, andiamo a vedere quale schieramento prevarrebbe se si votasse oggi, tenendo presente le incertezze per il domani.

Il Centrodestra a febbraio 2022 si ferma al 45,6%, nettamente prima forza e probabile vincitore in elezioni tenute con l’attuale legge elettorale. Al 40,7% troviamo la compagine Giallorossa (Csx+M5S), mentre il Centro si colloca al 7,1%, lontanissimo dalle coalizioni maggiori ma potenzialmente decisivo. La distanza tra Cdx e Giallorossi non è comunque tale da escludere sorprese alla fine di una campagna elettorale che sarà senza dubbio senza esclusione di colpi.

Guardando a livello regionale, il Cdx ottiene il proprio vantaggio grazie ai voti delle regioni del nord (Piemonte e soprattutto Lombardia e Veneto, ma anche Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Valle d’Aosta), risultando inoltre competitivo al centro e primo in Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria.

Csx+M5S avanti in Trentino-Alto Adige, nelle due storiche regioni rosse dell’Emilia-Romagna e della Toscana grazie al PD e al Meridione ed Isole (Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) soprattutto per via del M5S, ancora relativamente forte al Sud.

È  tutto per oggi, ma nei prossimi giorni BiDiMedia tornerà con il resto del sondaggio di febbraio: approfondimenti ed analisi sulle possibili novità elettorali del 2022.

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