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Il sondaggio BiDiMedia a un mese dal voto certifica l'”harakiri” dei due partiti. La coalizione di centrodestra arriva a sfiorare il 46%. FdI doppia il Pd
Le intenzioni di voto per i candidati in corsa alle Regionali del Lazio 2023 (BiDiMedia/RomaToday)
Le intenzioni di voto (come si può vedere dalla grafica sopra) per quanto riguarda i singoli candidati presidente premiano senza dubbio Francesco Rocca, che ottiene il 45,1% tra coloro che hanno partecipato al sondaggio. Alessio D’Amato segue, fermo al 36% mentre Donatella Bianchi al 15,3% è terza. Citiamo anche Rosa Rinaldi, candidata di Unione Popolare (1,5%) e Sonia Pecorilli del Partito Comunista Italiano con lo 0,5%. Qualora Pd e M5S avessero proseguito l’esperienza di governo del Lazio dell’ultimo anno e mezzo, con un ticket tra i due attuali candidati, le speranze sarebbero state diverse.
Se si vanno ad analizzare le intenzioni di voto per i partiti, il quadro è ancora più chiaro e dettagliato: la coalizione guidata da Alessio D’Amato e quella guidata da Donatella Bianchi arrivano al 50,3%, lasciando la coalizione di centrodestra che fa riferimento a Francesco Rocca al 45,9%. Certamente non si può pensare che, in caso di alleanza, tutti coloro che oggi voterebbero la candidata del M5S, andrebbero alle urne mettendo la croce sul nome di un candidato o una candidata sostenuta anche dal Pd. Ma di sicuro l’unione aiuterebbe i progressisti, che a febbraio saranno divisi.
Le intenzioni di voto nei confronti dei partiti (BiDiMedia/RomaToday)
Un dato che difficilmente cambierebbe è quello relativo al voto per le singole formazioni politiche: male il Pd, che per i partecipanti al sondaggio BiDiMedia sarebbe sotto al 18%, praticamente doppiato da Fratelli d’Italia al 35,3%. In ogni caso, a differenza dell’ultimo sondaggio settimanale nazionale diffuso da La7, quello di Enrico Letta sarebbe il secondo partito nel Lazio, con il M5S fermo al 13%. Indubbiamente molto buono, qualora venisse confermato dalle urne il sondaggio di oggi, il risultato del Terzo Polo composto dai calendiani di Azione e dai renziani di Italia Viva: l’8,7% permetterebbe l’ingresso alla Pisana di due se non tre consiglieri. Nel centrodestra molto male Lega e Forza Italia, rispettivamente al 4,1 e 3,8%.
Interessante anche il dato nelle singole province. A Roma città D’Amato è in testa rispetto a Rocca e Bianchi. In provincia Rocca tocca il 50% che sfonda in maniera sistematica in tutte le altre province. Di seguito tutti i dati nelle singole province
I dati delle singole province
A conferma del probabile errore politico commesso da Pd e M5S nel proseguire divisi verso il voto del 12 e 13 febbraio, c’è la risposta che è stata data dai partecipanti al sondaggio alla domanda “Lei avrebbe votato un candidato unico tra Azione/Italia Viva, Centro-Sinistra e M5S per avere più possibilità di vittoria?”. Tra tutti gli elettori, il 43% ha risposto “sicuramente sì” e il 26% “probabilmente sì”. Le due risposte insieme arrivano a sfiorare il 50% tra gli elettori di Donatella Bianchi e sono poco sotto l’80% tra quelli di Alessio D’Amato. E’ chiaro, dunque, che un candidato unico di un grande polo progressista avrebbe avuto moltissime possibilità di vincere la sfida contro Francesco Rocca. Di certo sarebbe stato un problema tenere a bordo Italia Viva e Azione: il 60% degli elettori di Renzi e Calenda è soddisfatto della coalizione senza M5S.
Elettori favorevoli al Campo Largo
Elettori di Calenda/Azione – Italia Viva
Sembra, infine, sempre meno forte l’ascendente – a livello locale – dell’ex sindaca Virginia Raggi sull’elettorato Cinquestelle. La non candidatura dell’attuale consigliera d’opposizione in assemblea capitolina, dovuta alla ferrea regola del vincolo del doppio mandato, non sposta di molto le intenzioni dei grillini: l’85% di loro, elettori nel 2022 del M5S, voteranno comunque il partito di Giuseppe Conte.
elettorato del M5S
Secondo un sondaggio BiDiMedia chi vota Rocca e D’Amato vuole l’impianto per chiudere il ciclo dei rifiuti della Capitale. Ma solo il 30% è soddisfatto del primo cittadino
Sì al termovalorizzatore, no a Gualtieri. E’ più o meno questo il risultato del sondaggio BiDiMedia per RomaToday, realizzato nei giorni scorsi ad un mese dalle elezioni regionali del Lazio che si terranno il 12 e 13 febbraio.
Termovalorizzatore sì, termovalorizzatore no. I dati
Da quanto è emerso, infatti, il 75% di tutti coloro che hanno risposto al questionario online si sono detti favorevoli alla costruzione del termovalorizzatore di Roma, un impianto per l’incenerimento dei rifiuti che porterà a Santa Palomba, nel IX municipio, circa 600.000 tonnellate di “monnezza” ogni anno, contribuendo alla chiusura del ciclo dei rifiuti nella Capitale.
Se si estrapolano i dati relativi alle risposte di chi voterà Francesco Rocca (centrodestra), la percentuale schizza all’88%. Curioso rilevare che tra novembre e dicembre 2022 il tema dell’inceneritore di Roma è stato al centro di un accesissimo dibattito che ha visto partecipare anche alcuni notabili del partito di Giorgia Meloni, principale sponsor di Rocca. Tra loro Fabio Rampelli, deputato e papabile candidato nel Lazio fino a che non è stato scelto l’ex presidente della Croce Rossa, entrato a gamba tesa contro l’impianto meno di due mesi fa: “Non bisogna costruire questa maxistufa dove gettare materie prime – dichiarò in collegamento durante un consiglio municipale tematico – ma spendere 600/700 milioni di euro per rendere efficace ed efficiente la raccolta differenziata”. Ma anche lo stesso Rocca il 4 gennaio aveva messo in imbarazzo la coalizione: “Il termovalorizzatore da solo non è la risposta. Inoltre per dove è ubicato dico che la viabilita lì è chiusa. E credo che servirà in maniera minima”. Una settimana dopo ha aggiustato il tiro.
Stesso plebiscito, o quasi, per gli elettori di D’Amato, forti anche della presenza di una parte di sostenitori del Terzo Polo che spinge fortemente per l’impianto annunciato da Roberto Gualtieri lo scorso aprile. L’87% è favorevole e rimarca senza dubbio una delle principali motivazioni che hanno spinto Giuseppe Conte a rompere con il Pd. Tra chi dovrebbe votare la candidata del M5S Donatella Bianchi, infatti, solo il 21% si è detto favorevole all’inceneritore. Anche per questo una parte degli ecologisti si è sfilata, passando a sostenere la giornalista ex presidente del Wwf Italia.
Passando alla soddisfazione dell’elettorato nei confronti dell’operato di Roberto Gualtieri fino ad oggi, è evidente che nel complesso la maggior parte di chi ha risposto al sondaggio non è contento: addirittura il 70% non è favorevole. La percentuale più bassa, ovviamente, è tra chi a ottobre 2021 ha espresso preferenza per Enrico Michetti, l’avvocato scelto da Giorgia Meloni per correre in Campidoglio, sconfitto al ballottaggio: 5%. Si sale al 15% tra gli elettori di Virginia Raggi, finita quarta al primo turno dopo 5 anni e mezzo di governo della città. Il 27% di chi aveva scelto Carlo Calenda, leader di Azione, è contento dell’operato di Gualtieri. E, come prevedibile, il 62% di chi aveva votato l’ex ministro dell’economia dà ancora fiducia al primo cittadino.
Il consenso per Gualtieri
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