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Prosegue a ottobre il calo leghista per BiDiMedia; il PD si avvicina pur non crescendo e la posizione di primo partito della formazione di Salvini inizia ad essere messa in discussione.
Sostanziale stabilità nella maggioranza: il PD si ferma al 22,1% (-0,1), mentre crescono lievemente i 5 Stelle, al 14,3%. I Democratici si avvicinano comunque alla Lega – che come vedremo cala in misura maggiore – e sono ora a meno di 3 punti dalla vetta. Al M5S al contrario non basta il guadagno di questo mese per riavvicinare FdI, che cresce come i Pentastellati.
Il partito di governo più in forma del mese risulta essere la sinistra di LeU, che sale sopra al 3% e supera Italia Viva, in discesa sotto la soglia di sbarramento al 2,9%. Per i renziani le elezioni regionali sembrano aver aperto una fase di difficoltà politica.
Nel complesso, la compagine giallorossa cresce di una manciata di decimi: +0,3.
Umori contrastanti nel Centrodestra: la Lega prosegue nel costante calo in atto ormai da mesi, e si attesta a ottobre per BiDiMedia sulla soglia del 25% (-0,5). Pochi sorrisi in Via Bellerio in questi mesi per via dell’appannamento di Matteo Salvini che, soprattutto sui temi legati all’epidemia di Covid-19, appare fuori fase rispetto all’umore prevalente nell’opinione pubblica.
Larghi sorrisi invece in Via della Scrofa, sede di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni continua a crescere a discapito dell’alleato e tocca il suo nuovo massimo assoluto per BiDiMedia al 15,7%. E’ ormai in atto una vera e propria lotta per la leadership del Centrodestra tra Lega e FdI.
Sale anche Forza Italia, che approfitta dei qualche voto in uscita dalla Lega per tornare sopra al 6%. Cambiamo! del ligure Toti si attesta allo 0,6%, quasi inesistente al di fuori della regione governata dal suo fondatore.
Pochi movimenti nei partiti progressisti che non sostengono la maggioranza giallorossa. Azione di Carlo Calenda, in attesa di chiarire la candidatura in solitaria o in coalizione a sindaco di Roma, perde un decimo, guadagnato da +Europa. Giù i Verdi e i partiti minori di Csx. In generale l’area liberal-progressista appare in un momento di stasi, e senza una minore frammetazione i piccoli partiti attuali non sembrano avere le potenzialità per andare oltre le percentuali di oggi.
Calo di due decimi per le formazioni minori raggruppate in “altri”; anche questo mese non si sono evidenziati aumenti rilevanti di nuovi partiti.
Dopo l’ubriacatura della tornata elettorale di settembre, cala comprensibilmente l’affluenza, che scende al 61%. Crescono invece gli indecisi, che toccano il 20% dell’elettorato.
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