In questa indagine condotta da SWG, sono state richieste le intenzioni di voto solo a quei cittadini che dichiarano di far parte del cosiddetto ceto medio: i risultati premiano in maniera netta il Centrodestra.
Il Partito Deocratico risulta infatti molto al di sotto rispetto alle intenzioni di voto dell’intera popolazione, ottenendo appena il 22,5%, che sommati ad Area Popolare (2,3%) e partiti minori fanno arrivare l’area di governo ad un misero 25,4%.
E’ però possibile che ad essi vadano aggiunti i voti dell’area della “Sinistra in Movimento”, composta da Campo Progressista di Pisapia, Radicali di Emma Bonino, Verdi ed altri di Centrosinistra che sommati avrebbero quasi il 4% delle intenzioni di voto del ceto medio ma che al momento dello svolgimento delle interviste non avevano ancora chiarito le possibili alleanze con il Pd.
Ben diversa la situazione del Centrodestra dove una Forza Italia paerticolarmente tonica tra il ceto medio (16,8%) compensa ampiamente piccole differenze negative di Lega e FdI rispetto al totale nazionale e, unitamente alla buona performance dei micropartiti di Centrodestra (1% contro lo 0,6 nazionale) portano l’area guidata da Silvio Berlusconi e Matteo Salvini ad un ottimo 35,2%, di gran lunga prima coalizione.
Buono anche il risultato del Movimento 5 Stelle che con il suo 28% ottine un gradimento più alto di oltre un punto rispetto al totale dell’elettorato, risultando nettamente primo partito; anche l’area di Sinistra (mdp, SI, RC) performa meglio nel ceto medio piuttosto che tra l’intero corpo elettorale arrivando al 7%: da notare tuttavia come solo mdp sarebbe in grado da sola di superare di pochi decimali lo sbarramento del 3%, mentre nel periodo in cui è stato effettuato il sondaggio non era ancora presente la lista unica tra mdp, SI e Possibile.
Nel complesso per quanto un sondaggio basato su un’autodichiarazione di appartenenza sia da prendere con le pinze si tratta di dati preoccupanti per il Pd e l’area che ad esso fa capo, dato che in linea teorica da alcuni anni, almeno dall’avvento di Matteo Renzi, essi vedono proprio nel ceto medio uno dei loro massimi punti di forza. Inoltre all’interno di questo segmento sociale è compresa una notevole quota di elettorato mobile e voto d’opinione in grado, con gli spostamenti delle ultime settimane, di decidere l’esito del voto come accaduto già in precedenti elezioni.
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