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Sondaggio Winpoll: Zaia, De Luca e Bonaccini i migliori nella gestione del Covid, bocciati Fontana, Rossi e Cirio

Winpoll ha pubblicato un articolato sondaggio a tema Covid-19: gestione dell’emergenza e della sanità, fiducia verso governo, regioni e governatori, misure di prevenzione, economia e ripartenza. Ve lo proponiamo diviso in due parti, a partire da questo post.

Responsabilità e governo

Per la stragrande maggioranza degli italiani il contagio da Covid non era inevitabile, e per il 49% le responsabilità sono da ricercarsi soprattutto a livello di stato centrale, mentre per il 38% hanno pesato di più gli errori delle regioni. Ad incolpare Roma sono soprattutto i veneti, meno i piemontesi che accusano maggiormente la loro regione.

Nel giudizio sulla gestione governativa dell’emergenza sanitaria, si nota una netta spaccatura politica: gli elettori dei partiti di maggioranza sono compatti a sostegno dell’esecutivo, viceversa i simpatizzanti del Centrodestra. A livello generale, come prevedibile viste le intenzioni di voto, prevalgono lievemente gli insoddisfatti (55% contro 45% di soddisfatti).

Il giudizio sui presidenti di regione

Di particolare interesse il giudizio sui presidenti delle regioni più colpite dall’epidemia, che appare assai variegato. Approvazione plebiscitaria per due dei protagonisti, anche mediatici, di questi mesi: il governatore leghista veneto Luca Zaia e il presidente campano del PD Vincenzo de Luca, con perfetta par condicio. Buon giudizio anche per il presidente emiliano-romagnolo Bonaccini (PD), mentre risulta bocciato il governatore leghista della Lombardia, regione più colpita dal Covid, Attilio Fontana. Le peggiori valutazioni sono però per il toscano Rossi (PD) e soprattutto per il suo omologo piemontese Cirio (Cdx), apprezzato solo dal 27% degli elettori. Anche in coda, perfetta alternanza di colore politico, a dimostrazione di come questi giudizi esulino dall’appartenenza partitica.

Regioni e sanità

Nella prossima pagina, prosegue l’esame sulle regioni: viene chiesto se dovrebbero avere più o meno poteri nella gestione della sanita. Per una maggioranza relativa piuttosto netta (43%), le regioni dovrebbero avere meno resposabilità sanitarie, e solo per il 37% meriterebbero maggiori poteri. Per il 20% invece, tutto deve rimanere come ora. Il risultato è in apparente contraddizione con l’esito della prima domanda, dove risultavano meno colpe nelle regioni che a livello centrale; a quanto pare però gli elettori non sono comunque convinti della gestione sanitaria regionale. La diffidenza è più alta al meridione, dove paradossalmente il Covid ha colpito poco, segno che probabilemente tale insoddisfazione verso gli enti regionali deriva anche dalla situazione precedente all’epidemia.

Distanziamento sociale, economia e salute

Sempre a pagina 2, le ultime slide riguardo alla valutazione delle misure di prevenzione e per l’economia.

Nonostante le norme anti-covid abbiano fermato diverse attività economiche, solo una minoranza di italiani (23%) ha smesso di lavorare. Il lockdown economico risulta quindi essere stato inferiore rispetto alla narrazione mediativa prevalente, in cui si parlava di blocco produttivo quasi completo. Ne consegue che la maggioranza degli italiani non ha visto diminuire il proprio reddito; tra colo i quali hanno visto calare i guadagni, il 69% aveva risparmi da parte.

La gestione economica dell’emergenza da parte del governo lascia comunque profonde insoddisfazioni: anche tra gli elettori PD e M5S, vi sono ampie fette di scontenti, che fanno dominare gli insoddisfatti a livello generale. Tuttavia, chiedendo se deve prevalere la difesa dell’economia o della salute, la risposta è a favore della seconda. Sembrerebbe dunque che la criticità verso il governo non sia causata tanto dall’impatto economico delle misure sanitarie, ritenute prioritarie, quanto dall’insufficienza dei sostengni economici.

Appuntamento a domani per la seconda parte della rilevazione winpoll sul Covid-19

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