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L’affluenza delle ore 23 di domenica sera è un valore già non troppo distante da quello definitivo. Per questo motivo l’analisi della sue distribuzione può fornire alcuni interessanti indizi sulle tendenze del voto, seppur con tutte le cautele del caso.
Occorre innanzi tutto infatti ricordare i limiti di questo tipo di analisi, soprattutto se applicate non su entità omogenee e puntuali, come possono essere le singole sezioni, ma grandi ed eterogenee come ad esempio i municipi cittadini.
Premesso tutti i limiti di questo tipo di analisi, passiamo a vedere i dati. L’affluenza per i municipi Romani alle ore 23 di domenica sera è la seguente. Possiamo notare che il voto si concentra principalmente nel municipio 2, seguito dal municipio 3, dall’8, dal 7 e dal 9. Al minimo l’affluenza nel municipio 6
Per capire meglio le tendenze conviene anche confrontarli con i dati delle comunali precedenti.
Anche qui spicca il voto nel 2 e anche nell’1, e la debolezza del municipio 6. Per capire meglio però come questi dati si riflettono sui singoli candidati, ci serve sapere dove questi sono più forti o meno, e in prima approssimazione possiamo guardare a questo grazie ai risultati delle passate elezioni.
Cominciamo dalla sindaca uscente Virginia Raggi. Guardando risultati del 2016 e affluenza rispetto a quelle elezioni, il trend appare chiaramente sfavorevole alla Raggi. Nel municipio 2 e 1, dove la raggi era andata peggio, si sta votando di più rispetto al 2016. Al contrario nel municipio 6. Detta anche in termini matematici, c’è una fortissima correlazione negative (-0,87).
Dati più positivi per la Raggi invece, arrivano se si guarda la distribuzione del voto rispetto alle europee del 2019. In questo caso la correlazione non è netta come prima (+0,43) ma comunque c’è una certa tendenza. Notiamo subito che rispetto alle europee 2019 nel municipio 1, sempre sfavorevole al movimento 5 stelle, si sta votando poco.
I due dati non sono contradittori come possono sembrare, infatti il peso dei 5 stelle alle europee 2019 a Roma, il 17,6%, è ben diverso dalla percentuale presa dalla sindaca uscente alle passati comunali, 35,3%.
Il centrodestra, a differenza di quanto visto prima, mostra un trend coerente sia rispetto alle comunali che rispetto alle europee.
In entrambi i casi si tratta di un trend lievemente negativo. Scendere però rispetto alle comunali potrebbe significare un centrodestra sotto il 30/31%. Il dato delle Europee è un po’ più rassicurante, perché il centrodestra avrebbe più margine per poter calare, partendo dal 40%.
In ogni caso con questi trend ravvisiamo un certo effetto negativo per l’area, sebbene difficilmente quantificabile.
Sul centrodestra poi non sappiamo nemmeno se stia subendo la concorrenza, sugli stessi voti, da altri candidati, come Calenda.
Il trend del centrosinistra allargato è quello decisamente più marcato rispetto alle passate comunali. Si nota chiaramente una crescita, correlazione 0,93 molto forte, rispetto alla distribuzione del voto di Giachetti + Fassina. Bisogna però vedere quale o quali candidati beneficeranno di questo dato. Le possibilità sono, ovviamente, Gualtieri, e/o Calenda.
In ogni caso il centrosinistra partiva da una base, anche sommando Fassina e Giachetti, di meno del 30, per cui una crescita forte era sicuramente attesa.
Rispetto alle europee 2019 invece in centrosinistra è stazionario, anzi un trend lievemente negativo. In questo caso, al contrario di come accadeva per la raggi, pesa in negativo l’affluenza bassa del municipio 1 rispetto alle europee.
In poche parole. Ci aspettiamo una Raggi fortemente in calo dal dato delle comunali, ma forse in rialzo rispetto al dato delle europee dei stelle. Ci aspettiamo un centrodestra non proprio tonico, quindi forse al più al 30%, e un centrosinistra sicuramente in forte rilancio, rispetto ai dati 2016.
Il confronto più appropriato su Milano visti gli schieramenti simili, ci sembra quello con le passate comunali. A guardare le distribuzioni dell’affluenza con quelle del voto del 2016, appare un lieve trend positivo per Sala e uno negativo per gli allora elettori di Parisi. Purtroppo, come per Roma, vale anche per Milano il problema della scarsa omogeneità dei municipi, che qui sono anche meno, che riduce di molto la possibilità di notare i trend elettorali.
Il municipio 3, che dovrebbe sorridere a Sala, è quello che ci da più indizi, essendo quello con l’affluenza più alta rispetto al 2016
Con Napoli possiamo andare a svolgere un’analisi più puntuale, avendo a disposizione i dati delle singole sezioni. Essendo stato completamente stravolto lo scenario delle passate comunali, con De Magistris ampio vincitore, il confronto più vicino possibile sembra quello con le europee.
Nel centrodestra non si vede nessun particolare trend rispetto alle europee, forse solo lievemente positivo. Il dato del centrodestra del 2019 però, poco sopra il 25%, richiedeva piuttosto uno sconvolgimento per essere competitivo, cosa che non si vede certo nei dati. Bisogna anche vedere se ci sono candidati terzi (Bassolino) che possono drenare parte di questo consenso.
Nell’area del candidato Manfredi si nota invece un interessante trend opposto. Gli ex-elettori del Partito Democratico delle europee sembrano essere in parti attratti dall’astensione. Al contrario gli ex-elettori del movimento 5 stelle sembrano i più motivati a votare
Visto comunque il grande margine di partenza, questo non dovrebbe impedire a Manfredi di essere comunque ampiamente primo. E inoltre i quartieri centrali a lui probabilmente favorevoli, pur votando di meno forse rispetto al solito, sono quelli che continuano ad avere le affluenze maggiori.
Abbiamo anche disponibile l’affluenza delle ore 23 per i vari comuni della regione Calabria. Ancora una volta per la regione dobbiamo evidenziare la bassa affluenza, anche solo se paragonata con le precedenti regionali di appena un anno fa.
Sempre alle regionali 2020 conviene allacciarsi per un confronto tra affluenze e distribuzione di voto. Bisogna premettere che l’analisi è ristretta a quei comuni che non votano anche per le comunali, essendo il voto per queste ultime di solito trainante sull’affluenza.
Non si nota nessun particolare trend in atto. Questo, unito al fatto che nel 2020 il centrodestra vinse molto facilmente, dovrebbe farci pensare a un probabile bis. Alla candidata di centrosinista e 5 stelle serviva invece uno sconvolgimento dei valori. Tuttavia la scarsa affluenza rende più problematica l’analisi, da prendere per ciò con ancora maggiore cautela.
Anche a Bologna bisogna innanzi tutto parlare della bassa affluenza. La distribuzione della partecipazione al voto poi non lascia intendere particolari tendenze, e si mostra analoga a quella di passate elezioni. Non sembrano insomma in atto sconvolgimenti rispetto ai normali valori, che nella città di solito premiano il centrosinistra
*Per quanto riguarda il confronto con le europee abbiamo il rapporto tra l’attuale affluenza delle 19 e quella delle 19 delle europee vs il risultato delle varie aree politiche alle elezioni del 2019. Per il confronto con le comunali 2016 abbiamo il rapporto tra attuale affluenza alle 19 e affluenza definitiva delle comunali vs ovviamente il risultato delle comunali.
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