Come in tutte le grandi città, si sono svolte anche a Napoli le elezioni comunali per l’elezione del successore del sindaco uscente Luigi De Magistris che ha concluso il secondo mandato e si era candidato, risultando poi perdente, alle contemporanee elezioni regionali in Calabria.
Analogamente al resto del paese l’affluenza è stata molto bassa, con un dato del 47%, il peggiore da quando esiste l’elezione diretta del sindaco.
Vincitore, ampiamente anticipato dai sondaggi della vigilia ma con un margine maggiore del previsto, è risultato Gaetano Manfredi, un passato da ingegnere, accademico e poi rettore della Università Federico II di Napoli ed ex ministro con Conte ma con incarichi governativi che cominciano col secondo governo Prodi.
Ampiamente staccati sono risultati il magistrato Maresca che correva per il centro destra e l’ex sindaco Bassolino, come anche l’assessora e vice sindaca dell’ultima giunta arancione Clemente.
La vittoria di Manfredi, numericamente consistente visti i 40 punti percentuali rifilati al secondo, è stata considerata da tutti gli osservatori uno dei banchi di prova dell’alleanza giallorossa tra PD e M5S.
Se nel complesso c’è stato un indubbio successo, favorito d’altronde dalla tradizionale debolezza del centrodestra locale alle amministrative e dalla parabola discendente di De Magistris a sinistra, i due partiti principali hanno dovuto invece subire una discreta emorragia di voti, soprattutto verso le varie liste civiche, prima tra tutte quella a nome di Manfredi sindaco.
Liste di diversa ispirazione, da quelle formate da ex di Forza Italia a quelle vicine al presidente della regione De Luca, che sono risultate alla fine determinanti per il successo finale di Manfredi. Segno che la tradizione tutta meridionale del traino dato dal numero di liste (e di candidati), si è confermata anche in questa occasione.
In particolare, il M5S ha perso voti rispetto a tutte le elezioni precedenti, tenendo bene solo a Scampia, grazie al reddito di cittadinanza si potrebbe ipotizzare, ma anche il Pd ha perso poco meno di 4 mila voti rispetto al già non felice 2016.
Deludente è stato anche il risultato per le liste di Maresca, già ridotte dai tribunali alla presentazione e sulle quali ha pesato negativamente anche il rapporto non idilliaco del candidato sindaco con i leaders nazionali. Nel dettaglio, Forza Italia ha superato Fratelli D’Italia, il cui risultato appare del tutto negativo nella città che una volta mandò al ballottaggio Alessandra Mussolini.
Molto inferiori alle attese anche i risultati dei candidati concorrenti a sinistra di Manfredi, Bassolino e Clemente, rimasti ben al di sotto di quella doppia cifra che alcune rilevazioni davano possibile soprattutto per l’ex presidente di regione e sindaco.
Qua trovate la nostra mappa interattiva.
L’analisi della distribuzione geografica del voto mostra che hanno votato principalmente per Manfredi tutti i quartieri della città ma il successo è stato più forte nella parte orientale della città, San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli, quella che uno volta era detta il cuore della sinistra operaia di Napoli e nella zona che da San Carlo all’Arena arriva fino a Scampia.
A parte questi picchi, la vittoria è stata omogenea in tutti i quartieri, similarmente ad altre vittorie larghe come quelle precedenti di De Magistris ad esempio.
Maresca invece ottiene i suoi migliori risultati nella zona di Posillipo e nelle periferie del nord città. Si tratta comunque di successi relativi, visto che è stato ampiamente surclassato dal vincitore, come dimostra la contemporanea vittoria del Csx in tutti i municipi, compresi quelli a consolidata tradizione di centrodestra come Chiaia e Secondigliano.
Un ultimo dettaglio per certi versi confortante, questa tornata elettorale era contrassegnata dal consueto trasformismo nelle candidature con numerosi cambi di casacca, alcuni particolarmente indecorosi. Alla fine della conta dei voti, però, pochissimi di questi spostamenti sono stati premiati dagli elettori.
In conclusione, la vittoria di Manfredi porterà l’ex ministro dell’università a governare la città forte di una maggioranza schiacciante. Paradossalmente tanta abbondanza sarà problematica da gestire, dato il potenziale rischio di conflittualità interne dovuto alla eterogeneità della nuova maggioranza.
Il compito che attende il sindaco appena eletto sarà pieno di ostacoli, gli storici problemi della città sono amplificati dalla difficile eredità delle giunte precedenti, col comune praticamente in stato di dissesto finanziario.
La cosa è sempre stata chiara al neo sindaco, che, al momento della candidatura, aveva più o meno esplicitamente richiesto un aiuto al governo nazionale. Dovesse ottenerlo Manfredi potrebbe cominciare con più tranquillità un mandato che rimane gravosissimo da affrontare.
Qui sotto trovate i risultati completi delle elezioni a sindaco di Napoli. Grazie per l’attenzione e continuate a seguirci.
Stefano Fois.
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