GARMISCH-PARTENKIRCHEN, GERMANY - JANUARY 01: A Germany fan is seen during the FIS Ski Jumping World Cup at the 57th Four Hills Ski Jumping Tournament on January 1, 2009 in Garmisch-Partenkirchen, Germany. (Photo by Vladimir Rys/Bongarts/Getty Images)
Quando nel lontano 1959, nella Repubblica Federale di Germania, ci fu la svolta di Bad Godesberg, nessuno poteva nemmeno lontanamente immaginare quanto sarebbe andato ad accadere al nostro Continente di lì al 1989.
Nessuno poteva comprendere quanto quel Manifesto avrebbe influito non solo sul futuro della SPD, o su quello del socialismo democratico europeo, ma quanto avrebbe parimenti fatto, anche solo indirettamente, con la politica tedesca, nonché con quella della nostra Unione Europea.
La storia della socialdemocrazia tedesca parte da lontano, ed è impresa assai ardua, se non caratterizzata da superbia, cercare di sintetizzarla in quello che è il poco spazio a mia disposizione, senza tener conto del tempo di lettura del visitatore.
Tuttavia, scomodare Bad Godesberg non è probabilmente inappropriato se si vuole comprendere quanto va accadendo al Partito Socialdemocratico Tedesco da due anni a questa parte. Dal giorno in cui, difatti, SPD ha rotto dal punto di vista programmatico con la svolta neoliberista avvenuta nel 1989, l’ennesima, che ha incoronato Olaf Scholz, attuale Leader alla Cancelleria, nonché Vice di Angela Merkel e Ministro delle Finanze in pectore.
Tale svolta ha dato vita ad una nuova Forza Politica, quantomeno rinnovata e rinvigorita, ed al contempo moderna e tradizionale. Un punto d’incontro tra attenzione novecentesca alle tematiche sociali e, laddove possibile, rinnovate attenzioni a quelle civili e ambientaliste. In poche parole, quasi a leggere compiutamente l’opera di Lakoff, il tentativo di proporre una Identità compiutamente progressista e, per certi versi, dagli impulsi maggioritari e, quindi, nuovamente popolari.
L’ SPD potrebbe ben presto rivelarsi, forse inaspettatamente, il nuovo baricentro della politica tedesca. Quello in grado di tenere assieme le istanze liberali della FDP di Lindner e quelle a vocazione ecologista di Baerbock dei Grüne. Il tutto condito da una vagonata di aspirazioni convintamente europeiste, non a caso condivise, in molti aspetti, giustappunto dai due Leader succitati. Basti ricordare che il promotore forse più convinto del Next Generation EU è stato, per l’appunto, Scholz.
Tuttavia, sarebbe quantomeno partigiano ed ingiusto pensare, o credere, di leggere le complesse dinamiche insite alla politica tedesca senza toccare l’altro argomento chiave che ha permesso quanto su premesso: la fine dell’era di Angela Merkel. La fine di un vero e proprio Impero.
Ebbene, la narrazione scholziana si infiltra a tutti gli effetti nelle crepe che vanno sempre più creandosi all’interno di una CDU senza più un programma realmente condiviso e, per questo motivo, dilaniata al proprio interno.
CDU, persa in una lotta fratricida al vertice, ed invisa come non mai agli occhi dei cittadini per colpa di una corsa alla leadership che, per quanto comprensibile, se consideriamo cosa si va ad ereditare, risulta tuttavia assai poco opportuna ad un mese dal voto dato che rischia di portare a casa il peggior risultato della sua storia.
Critiche comprensibili se si pensa che la leadership di Armin Laschet è passata democraticamente per un Congresso, pur con tutte le profonde spaccature del caso.
Il primo a cogliere la palla al balzo e a sottolineare quotidianamente le presunte mancanze di Laschet è Markus Söder.
Söder, Presidente della Baviera e leader della CSU, è molto popolare in patria, decisamente più di Laschet ed è a capo di una folta rappresentanza parlamentare che chiede le dimissioni dell’attuale Leader un giorno sì e l’altro pure.
Alla luce di tutto lo scenario politico-elettorale, che vedete di seguito, è a dir poco stravolto proprio per tali dinamiche interne alla CDU-CSU. E vede Laschet, quanto a popolarità, nettamente staccato, dietro, persino a Baerbock.
Quanto ai valori delle Forze Politiche in campo, la situazione è a dir poco drammatica, con la CDU su percentuali mai registrate nella sua nobile storia. Questa, infatti, rischia il sorpasso, se il trend al ribasso non si fermasse.
L’Unione continua a perdere consenso, sia verso FDP che AfD, mentre i Grüne perdono sempre più smalto, rispetto solo anche a pochi mesi fa (quando diventarono primo partito, seppur per breve tempo). Questi, infatti, vivono anch’essi una leadership già logora, e pagano parimenti la ritrovata energia di SPD. Ed ora, dopo una primavera passata sugli scudi con il sogno di conquistare il Bundestag, rischiano di dover ‘subire’ nuovamente una Coalizione.
Quanto a FDP, invece, la situazione è piuttosto rosea: il telefono di Lindner potrebbe diventare ben presto, tra esattamente un mese, il più rovente in Germania. Conteso sia da cristiano-democratici che da social-democratici, pur di imbastire un nuova e rinnovata Große Koalition. Lindner, pur non avendo mai aperto ufficialmente ad un accordo con Scholz, sembra destinato a metter su una Ampel-Koalition (SPD-Grüne-FDP). E, stando sempre alla strategia di Scholz, lo spauracchio sarà quasi certamente lo spettro di una Coalizione tutta di Sinistra con Linke al posto, appunto, di FDP (la RGR). Se i numeri gli daranno ragione, un altro telefono rovente sarà quello di Scholz.
Laschet, pur potendo ancora portare la CDU ad essere primo partito, potrebbe diventare un semplice spettatore di tutto ciò, non potendo né permettersi un Governo di Destra con FDP e AfD né contare su SPD, dettasi ormai indisponibile a qualsiasi nuova GroKo.
Al ‘povero’ Armin non tocca che sperare ad un ridimensionamento di Linke tale da escluderla dal Bundestag o, quantomeno, che le tre Forze Politiche più di Sinistra non abbiano i numeri necessari per pensare ad una fuga in solitaria.
Il tutto mentre Alternative für Deutschland, (assieme giustappunto a Die Linke) pur facendo solo da spettatrice, non possedendo alcun potere negoziale, corre il rischio di strappare a CDU parte importante dei grandi e storici bacini di voti: nell’Est della Germania ed, in un certo qual modo, assieme a Freie Wähler, perfino in Baviera.
Ciò premesso, la situazione in termini di media settimanale dei partiti, è la seguente:
Per quel che concerne i temi più sentiti dall’opinione pubblica tedesca, allegati di seguito, va premesso che rispondono alla narrazione scholziana (eccezion fatta per il tema ‘Sostenibilità’).
Infatti, il tema clou, stando alle ricerche su Google effettuate dai cittadini tedeschi, è quello dell”Istruzione’ (‘Bildung’). Cosa che risponde, mi azzardo a dire senza ombra di dubbio, alla proposta di SPD di rendere del tutto gratuita l’offerta formativa fin dall’asilo nido.
Segue un tema caro ai Verdi, quale la ‘Sostenibilità Ambientale’ (‘Nachhaltigkeit’), seguito da altri due pezzi forti che trovano risposta, anche in questo caso, nella Offerta Politica di SPD: ‘Disoccupazione’ (‘Arbeitslosigkeit’) e ‘Pensioni’. Non pervenuti i cavalli di battaglia della Destra tipicamente nostrana come ‘Migrazione’ e ‘Terrorismo’. Mentre resta enormemente importante il fattore ‘Pandemia’. E, purtroppo per FDP, sembra sentito meno di quanto ci si aspettasse quello della ‘Parità dei Diritti’.
Quanto alle conclusioni, va ovviamente rimarcato come, a scenari siffatti, l’accordo di governo più probabile resta quello che porta il nome di Ampelkoalition, o Coalizione Semaforo, cioè la coalizione tra SPD, Grüne e FDP.
Va da sé che una Coalizione del genere cambierebbe e non poco il volto dell’Europa. Cosa di non poco conto è proprio il collante che tiene assieme queste Forze Politiche: l’Europeismo. Queste, infatti, lavorano assiduamente per una maggiore integrazione dei diversi Paesi membri della UE, fino ad arrivare all’obiettivo ultimo degli Stati Uniti d’Europa. Uno scenario che CDU cercherà di mettere il più possibile in discussione, rimarcandone, laddove possibile, le criticità. Riuscirà Armin Laschet, con un partito spaccato, e con una leadership sotto a accusa e pressione, a drenare l’emorragia grazie al soccorso dell’eterna Angela Merkel? E, soprattutto, riuscirà a tener testa ad Olaf Scholz nei prossimi, e tanto attesi, dibattiti televisivi? Staremo a vedere!
Luigi De Michele
Sostieni Sondaggi Bidimedia!
Puoi farlo nei modi che ti descriviamo in seguito… E, se puoi, disattiva il tuo ad-blocker, grazie!
Modalità preferita: donazione tramite bonifico tramite al conto dell’Associazione Bidimedia
Conto di BIDIMEDIA
IBAN IT65F0623012782000036505055
Fai una donazione tramite PayPal
Sondaggi BiDiMedia è un sito nato nel 2010. Se vi piace e siete contenti del nostro servizio gratuito potete farci una piccola donazione. Anche di pochi euro. Grazie a chi ci permetterà di crescere sempre di più cliccando sul banner “Dona con PayPal”!
Offrici un caffé con
Ko-fi
Ci leggi da tanto tempo? Ci hai appena scoperti? In entrambi i casi, se ti piace il nostro lavoro, puoi contribuire alla nostra sopravvivenza donandoci anche solo un piccolo caffè. Grazie!
Tramite Ko-fi puoi fare una micro-donazione ed essere sicuro che essa finanzierà interamente Sondaggi Bidimedia, senza percentuali di intermediazione.
Fai i tuoi acquisti cliccando sui banner
In qualità di Affiliato Amazon, Sondaggi Bidimedia riceve un guadagno dagli acquisti idonei.
In qualità di Affiliato Amazon, Sondaggi Bidimedia riceve un guadagno dagli acquisti idonei.