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IL GIRAMONDO – Elezioni parlamentari in Sri Lanka: il nuovo presidente di sinistra alla ricerca di una maggioranza

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Il prossimo 14 novembre si terranno le  elezioni parlamentari in Sri Lanka per eleggere 225 membri del parlamento unicamerale nazionale. Il 16° parlamento dello Sri Lanka, eletto nel 2020 è stato sciolto anticipatamente lo scorso 24 settembre dal neoeletto presidente Anura Kumara Dissanayake. leader del Fronte di Liberazione Popolare (Janatha Vimukthi Peramuna, JVP) ex organizzazione rivoluzionaria comunista.

Dissanayake è stato eletto lo scorso  21 settembre nelle prime elezioni presidenziali dalla rivolta popolare del luglio 2022,  nota come Aragalaya, scoppiata in seguito alla peggior crisi economica del paese degli ultimi 70 anni, che ha cacciato dal potere l’allora presidente Gotabaya Rajapaksa, e suo fratello, il primo ministro ed ex presidente Mahinda Rajapaksa.

La Sri Lanka People’s Freedom Alliance (SLPFA), la formazione politica dei fratelli Rajapaksa, aveva ottenuto un’ampia maggioranza alle elezioni parlamentari dello Sri Lanka del 2020, ma dopo l’Aragalaya, ha perso gran parte del suo consenso popolare.  Il neoeletto presidente ha quindi deciso di indire elezioni anticipate per avere un parlamento che rispecchi l’attuale rapporto di forza dei vari partiti nel paese e per cercare poi di formare una maggioranza di governo che lo appoggi.

Lo Sri Lanka  sta ancora lottando per riprendersi dal disastro economico degli ultimi anni. Il regime di potere della famiglia Rajapaksa ha dovuto affrontare molteplici crisi, tra cui la pandemia di COVID-19 , la crisi economica, le proteste diffuse e la crisi politica dello Sri Lanka del 2022. Questi eventi hanno portato Gotabaya Rajapaksa a fuggire dal paese e a dimettersi da presidente, e suo fratello Mahinda Rajapaksa a dimettersi dalla carica di primo ministro.  L’ex primo ministro Ranil Wickremesinghe , leader del partito moderato liberalconservatore Partito Nazionale Unito (UNP) è stato  nominato primo ministro e in seguito è divenuto presidente ad interim, in attesa di nuove elezioni presidenziali.

Durante il suo governo, Wickremesinghe è riuscito a promulgare alcune riforme politiche che hanno permesso di ricevere un notevole prestito dal Fondo monetario internazionale, consentendo al paese di riacquistare una certa stabilità  seppur ancora fragile sia politica che economica.  Sotto Wickremesinghe, i dati economici sono migliorati : l’inflazione è scesa sotto il 5% dal 70% nel 2022, i tassi di interesse sono stati abbassati e le riserve estere sono aumentate. Si prevede una crescita del 2% per il 2024, la più alta dal crollo economico, ma i benefici finanziari non hanno raggiunto i comuni cittadini, molti dei quali sono colpiti dagli alti costi della vita. Le aziende e i professionisti si lamentano delle tasse elevate.  Una larga parte della popolazione è insoddisfatta anche  perché ritiene che l’amministrazione di Wickremesinghe abbia protetto la famiglia Rajapaksa, che ha dominato la vita politica singalese dal 2005 al 2022.

Le elezioni presidenziali sono state una sfida a tre tra il presidente uscente Wickremesinghe, che si candidava come indipendente,  Sajith Premadasa , ex vice di Wickremesinghe e leader del Partito Popolare Unito (Samagi Jana Balawegaya, SJB),  formazione centrista nata da una scissione dell’UNP e Anura Kumara Dissanayake , leader di una coalizione di sinistra chiamata Potere Popolare Nazionale (NPP) guidata dal  JVP.  Quest’ultimo un piccolo partito marxista-leninista, noto per il suo passato rivoluzionario, negli ultimi anni è diventato la principale forza anti-establishment del paese.  Dissanayake è  riuscito a vincere le elezioni grazie alla sua forte popolarità tra i giovani, stufi della corruzione che ritengono abbia causato la crisi economica, anche se la retorica  nazionalista singalese del suo partito continua a preoccupare gli abitanti appartenenti alle minoranze etniche e religiose, in particolare i Tamil e i musulmani.  Sebbene in passato sia stato un uomo di sinistra radicale, Dissanayake ora professa la libertà economica e promette misure di welfare per aiutare la classe operaia.  A differenza dei suoi rivali, ha origini umili, non appartiene ad una ricca famiglia e non è legato alle élite imprenditoriali e politiche che hanno governato il paese in passato.

Il neoeletto presidente, passata l’euforia della storica vittoria alle elezioni presidenziali, ha davanti delle scelte difficili. In campagna elettorale ha promesso di rinegoziare l’accordo con il FMI . Se rinnega quell’accordo, come alcuni temono, lo Sri Lanka potrebbe sprofondare di nuovo nella crisi economica. Quindi è più probabile che lo rispetti. Ma questo significa che avrà poco spazio per tagliare le tasse o aumentare la spesa sociale, come ha promesso. Si prevede che il pagamento del debito divorerà metà del bilancio del prossimo anno e  le sue proposte per stimolare la crescita rimangono esasperatamente vaghe.

L’alleanza di sinistra radicale che sostiene Dissanayake, deteneva solo tre dei 225 seggi nel parlamento uscente, ed è improbabile che ottenga la maggioranza in queste elezioni. I rapporti di forza tra i partiti del prossimo parlamento determineranno quindi gli sviluppi della politica del governo del nuovo presidente.

 

IL SISTEMA POLITICO-ELETTORALE

Blason

Lo Sri Lanka è una repubblica democratica rappresentativa semi-presidenziale multipartitica, dove il Presidente dello Sri Lanka  è ufficialmente sia Capo di Stato che di Governo. Il potere esecutivo è esercitato dal Governo, guidato da un Primo Ministro nominato dal Presidente. Il potere legislativo spetta sia al governo che al parlamento. La magistratura consiste della Corte Suprema, della Corte d’Appello, dell’Alta Corte e di varie corti subordinate. Il sistema giudiziario è ispirato a quello britannico. 

Il Presidente è eletto direttamente dal popolo per un mandato di cinque anni rinnovabile una volta.  L’elezione avviene con “ballottaggio istantaneo”. Gli elettori possono indicate fino a 3 candidati in ordine di preferenza. Se nessun candidato riceve più del 50% di tutti i voti validi nel primo conteggio, tutti i candidati tranne i due che hanno ricevuto il numero più alto di voti vengono eliminati. Il secondo e il terzo voto di preferenza dei candidati eliminati vengono quindi ridistribuiti ai due candidati rimanenti fino a quando uno di loro non ottiene la maggioranza assoluta.

Il Primo Ministro generalmente è il leader del partito di maggioranza al governo e può essere sfiduciato dal parlamento.  

Il Parlamento ha 225 membri, eletti per un mandato di cinque anni, 196 membri eletti con sistema proporzionale in 22 collegi elettorali, senza recupero dei resti, e 29  con rappresentanza proporzionale su base nazionale.

 

Secondo il “Democratic Index” del settimanale The Economist, la Sri Lanka è una cosiddetta “Democrazia imperfetta”, al livello di paesi tipo Moldavia, Singapore, Leshoto e Guyana.

 

Nelle prossime pagine, la storia politica del paese, i risultati elettorali recenti e i principali partiti politici

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