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Concludiamo il nostro viaggio nelle grande città, nel Nord-Ovest.
Le mappe delle città mostreranno i risultati per sezione elettorale ove possibile. In caso contrario verranno mostrate suddivisione amministrative o create ad hoc. In alcune città è possibile osservare una linea di contorno più spessa che individua i collegi camerali in cui la città è suddivisa.
Come è già stato mostrato nel post precedente, oltre ad una nota differenza di voto fra città (Mezzogiorno vs. Centro-Nord) ci sono forti disparità anche all’interno delle varie città.
In questo post analizzeremo i risultati di tre città del Centro-Nord: Bologna, Firenze e Roma. Per ciascuna sono mostrati i risultati per la Camera dei principali schieramenti in mappe individuali. Inoltre a seconda dei rapporti di forza degli schieramenti e del loro posizionamento saranno mostrate una serie di mappe con una “classifica” (1° posizione, 2° posizione, ecc.) o confronti fra due forze politiche (ad es. vantaggio relativo fra Azione-Italia Viva e Sud chiama Nord).
di Lorenzo Regiroli
Il capoluogo lombardo da ormai diversi anni ha visto uno spostamento del voto verso l’area di Centrosinistra, dopo un ventennio circa di dominio berlusconiano inconstrastato. Il dato viene confermato anche alle Politiche 2022, tanto che Milano è uno dei pochi luoghi del Nord-Ovest in cui la coalizione di Centrosinistra è riuscita a vincere collegi uninominali (2 alla Camera, 1 al Senato); tuttavia la divisione tra Csx e Azione-Italia Viva ha generato delle interessanti evoluzioni nel voto cittadino.
E’ necessario innanzitutto premettere che Milano, a differenza di città come Roma, presenta un tessuto urbano piuttosto compatto, quasi interamente ad alta densità abitativa (fanno eccezzione alcune aree del settore meridionale della città, che comprende ancora oggi porzioni di campagna coltivata a risaia). In tale contesto, è frequente che si alternino senza soluzione di continuità e in poco spazio quartieri con caratteristiche socio-economiche diverse e talvolta opposte; anche in estrema periferia spesso si affiancano isolati di case popolari e complessi di residenze borghesi. Ciò rende l’analisi per zone cittadine complessa e con articolazioni di non semplice interpretazione; tuttavia alcune tendenze risultano evidenti dalle mappe, le cui suddivisioni rispecchiano le aree elettoralmente omogenee.
La suddivisione di fondo è subito evidente: Azione-IV riesce addirittura ad essere prima in alcune zone del centro storico, il Cdx vince in diverse aree di periferia, il Csx ha una distribuzione più variegata, ma domina in particolare nella cintura del “semicentro”, che è quasi interamente rossa. M5S non pervenuti: a Milano il Movimento è troppo debole per essere primo in qualsiasi quartiere.
Se nelle mappe di 5 anni fa e delle comunali 2021 il Csx dominava in tutta l’area del centro e del semicentro, ora non è più così: nelle ormai famigerate ZTL urbane è particolarmente forte il polo liberale di AZ-IV. Il passaggio di voti è evidente, il centro calendiano ha conquistato una porzione considerevole dei consensi degli abitanti del centro. Se buona parte di essi viene da PD e Csx, non può non notarsi come il TP abbia eroso anche una parte dei voti del Cdx, che aveva fino a una decina di anni fa proprio nel centro la sua roccaforte, e che ora conserva poche ridotte solo nella porzione est del municipio 1. Azione-Italia Viva sono particolarmente forti nei quartieri dell’alta borghesia, come sull’asse che dal centro va verso nord-ovest, attraverso i quartieri di Magenta, Porta Vercellina, Pagano-Amendola, fino ad arrivare a City Life (ex Fiera), luogo per eccellenza delle nuove residenze per ricchi, e ad alcuni quartieri più periferici in zona San Siro-QT8, ugualmente caratterizzati da redditi alti e uniche zone più periferiche in cui il TP ottiene percentuali rilevanti. Possiamo quindi affermare che Azione-Italia Viva è, almeno a Milano, il nuovo “partito delle ZTL”, forte in centro e debole in periferia.
Viceversa, il M5S si propone come l’esatta antitesi del Terzo Polo: come visibile dalla seconda mappa, i 5 Stelle vanno meglio di Renzi-Calenda solo in alcuni quartieri periferici; dalla mappa sull’andamento del M5S si nota come i Pentastellati siano pressochè spariti da tutte le aree centrali e ad alto reddito, in perfetta contrapposizione al polo liberale. I 5 Stelle mantengono alcune zone di relativa forza nei quartieri periferici meno serviti e con maggiori problemi sociali, come Ponte Lambro, Gratosoglio o Muggiano.
Andamento simile per il Centrodestra, che in pochi anni ha visto totalmente ribaltata la propria geografia elettorale meneghina: da coalizione dominante in centro, a forza vincente solo in parte della periferia. La compagine al cui interno domina ormai FdI anche a Milano (sostituendo la Lega degli anni 2019-2020, ma in città era storicamente più forte FI) è tanto forte a livello nazionale quanto in crisi nel capoluogo lombardo, ridotta al 30% anche in una tornata elettorale dominata in quasi tutta Italia. Il Cdx mantiene delle aree di forza solo nei quartieri che appaiono più lontani dal centro, non solo in termini geografici ma soprattutto ideali: le zone cittadine che meno beneficiano dei (presunti) vantaggi della vita urbana globalizzata e più soffrono di problematiche legate a degrado, disagio sociale, povertà materiale ecc, quelle spesso frettolosamente dipinte come “periferie degradate”. Ecco quindi che il Cdx ottiene le sue più alte percentuali milanesi in quartieri popolari come Quarto Oggiaro, Corvetto, Lorenteggio, Affori-Comasina-Bovisasca ecc.
La perdita dei “voti della ZTL” a favore del TP fa assumere alla mappa di PD e alleati una corformazione “a ciambella”: non più dominanti in centro, meno forti in media in periferia, mentre le aree attorno al centro storico si colorano di rosso scuro. Sono questi i quartieri compresi tra le cerchie dei Bastioni (limite tradizionale del centro storico) e delle Regioni (limite ideale della periferia vera e propria), zone residenziali perlopiù borghesi, meno ricche del centro ma lontane da realtà di disagio sociale tipiche delle periferie.
Ad essi si uniscono diversi quartieri più esterni, in cui il Csx appare aver recuperato voti rispetto alle politiche 2018. Si tratta di aree appartenenti a tre categorie: la prima si compone di zone universitarie/con alta percentuale di giovani, come i quartieri attorno a Città Studi (municipio 3, est di Milano) o all’Università Bicocca (nord-nord Est). La seconda, in parte contigua alla prima, raggruppa quartieri storicamente “di periferia” ma che negli ultimi hanno hanno visto una rigenerazione urbana e hanno ad oggi un’alevata vitalità sociale. E’ il caso di Lambrate-Ortica all’estrema periferia est o NoLo, Isola e Bovisa (che vede anche la presenza del Politecnico) nella porzione centro-settentrionale della città. Infine, il Csx va bene anche in quei quartieri periferici ben collegati con il centro, di densa urbanizzazione e caratterizzati da edilizia “piccolo borghese”, per usare un’espressione fuori moda ma sufficientemente chiara. E’ evidentissimo ad esempio a sud-ovest l’asse di penetrazione urbano, sotto cui corre la M1, che va da Arzaga-Bande Nere, verso Primaticcio, Inganni e Sella Nuova fino al quartiere borghese di Valsesia. Zone che, pur essendo in estrema periferia, non risentono eccessivamente di fenomeni di disagio.
Questa particolare distribuzione fa sì che il PD abbia ottenuto valori simili (sempre tra 24 e 25%) nei due collegi uninominali “periferici” a nord e a sud (nella mappa identificabili con le linee più scure) e nel collegio del centro, comprendente municipio 1 e semicentro attiguo. Il PD non è quindi più il “partito delle ZTL”, almeno a Milano; nei prossimi anni sarà interessante verificare se il Csx sarà in grado di scrollarsi di dosso definitivamente tale nomea e riuscirà a recuperare una ulteriore parte dei voti delle periferie.
Prima di concludere, due curiosità. Sulla mappa si evidenziano alcuni piccoli riquadri, che rappresentano isolati che per diversi motivi hanno un comportamento elettorale anomalo rispetto al contesto attiguo. Uno di essi è facilmente identificabile: si tratta della Caserma Garibaldi, la più grande del centro, il piccolo quadratino quasi al centro della mappa, dove era istituito un seggio autonomo. A quanto pare, tra le forze di Polizia dominano i partiti del Cdx e in seconda battuta il M5S.
Inoltre, appare particolare il voto della porzione est del centro storico, che comprende le vie più ricche della citta, Montenapoleone e il Quadrilatero della Moda. Qui permane una “ridotta” di voto di Cdx, soprattutto per FI, e al contempo il TP ha “rubato” pressochè tutti i voti al Csx, che ottiene in questi quartieri ad altissimo reddito addirittura la percentuale più bassa dell’intera città.
Per concludere, possiamo affermare che il voto milanese al Terzo Polo sia direttamente correlato al reddito elevato, il consenso verso PD e Csx è invece alto nelle zone che più beneficiano dello stile di vita urbano e globalizzato; al contrario Cdx e M5S sono forti nei contesti con maggiore incidenza di disagio sociale.
Nel complesso, la presenza a Milano di un tessuto urbano compatto e di un numero relativamente basso di quartieri degradati all’interno dei confini comunali, spostano il voto del capoluogo lombardo sensibilmente verso l’area progressista rispetto alla media nazionale.
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