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Il 25 gennaio, a distanza di soli tre anni dalla storica sentenza n. 1 del 2014, la Corte costituzionale è nuovamente intervenuta sulla legislazione elettorale rimuovendo i vizi di costituzionalità della legge n. 52/2015 (cd. “Italicum”).
Pertanto, oggi, i sistemi elettorali di entrambe le Camere del Parlamento italiano sono il frutto del combinato tra le due leggi preesistenti (l’Italicum per la Camera dei deputati e il Porcellum per il Senato) e le correzioni apportate dalle due sentenze della Consulta. Per tale ragione questi sistemi sono individuati con la denominazione giornalistica di “Consultellum”.
Nel presente articolo vi illustreremo gli aspetti principali del Consultellum per l’elezione della Camera e del Senato e la loro ipotetica applicazione pratica sulla base della media dei sondaggi dell’ultimo mese.
– Ripartizione dei seggi. Il territorio italiano è suddiviso in 100 piccoli collegi plurinominali e 9 uninominali (gli 8 collegi del Trentino – Alto Adige e il collegio unico della Valle d’Aosta), ma i seggi sono ripartiti proporzionalmente, col metodo dei “quozienti interi e dei più alti resti”, solo sulla base del risultato nazionale delle singole liste, eccezion fatta per i seggi di Trentino – Alto Adige e Valle d’Aosta (il cui voto però concorre anche alla determinazione del risultato nazionale delle singole liste).
Il primo partito o lista che conquista almeno il 40% dei voti validi a livello nazionale ha diritto a 340 seggi, ossia la maggioranza assoluta della Camera, mentre gli altri partiti si ripartiscono proporzionalmente i seggi restanti. Viceversa, se nessuna lista ottiene il 40% dei suffragi, tutti i seggi sono ripartiti proporzionalmente.
I 12 seggi del collegio estero sono assegnati sulla base del voto degli italiani all’estero nelle varie circoscrizioni e non concorrono alla determinazione del numero di voti di ciascuna lista a livello nazionale.
– Soglie di sbarramento. Accedono alla ripartizione dei seggi solamente le liste che hanno ottenuto almeno il 3% dei voti validi sul territorio nazionale oppure il 20% all’interno di una Regione a Statuto speciale se si tratta di liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute dallo Statuto.
– Modalità di voto dei singoli candidati. Il primo candidato della lista di ciascun collegio plurinominale è “bloccato” e il suo nome è presente sulla scheda accanto al simbolo della lista, mentre gli altri candidati sono votati attraverso la doppia preferenza di genere. Coloro che si sono candidati in più collegi risulteranno eletti in quello individuato mediante sorteggio.
Simulazione in base alla media attuale dei sondaggi
Partito | Voti in % | Seggi |
PD* | 30,6% | 199 |
M5S | 28,5% | 182 |
Lega Nord | 12,7% | 82 |
Forza Italia | 12,2% | 78 |
Fratelli d’Italia | 4,7% | 30 |
NCD/AP | 3,4% | 22 |
SI | 3,1% | 20 |
Altri** | 4,8% | 5 |
A causa del sistema politico “tripolare” fotografato dai sondaggi, non solo nessuna forza politica (compresa un’ipotetica lista unitaria di centrodestra) è in grado di avvicinarsi alla soglia del 40% necessaria per conquistare il premio di maggioranza, ma anche la formazione di una maggioranza mediante accordo post-elettorale fra i partiti ideologicamente più vicini sembra estremamente complicata, data l’articolata composizione parlamentare che emerge applicando il vigente sistema elettorale.
– Ripartizione dei seggi. Al Senato sia la presentazione delle liste che la ripartizione dei seggi avviene su base regionale, salvo i seggi della circoscrizione estero.
In ciascuna circoscrizione regionale i seggi sono ripartiti proporzionalmente ai voti validi ottenuti dalle liste o dalle coalizioni, secondo il metodo dei “quozienti interi e dei più alti resti”, e non viene assegnato alcun premio di maggioranza, diversamente dal sistema vigente per l’elezione dell’altro ramo del Parlamento. Anche in questo caso fanno eccezione il Trentino – Alto Adige, i cui senatori sono eletti con metodo maggioritario in 6 collegi uninominali e con recupero proporzionale nel seggio rimanente, e il collegio uninominale della Valle d’Aosta.
– Soglie di sbarramento. In ciascuna Regione hanno accesso alla ripartizione dei seggi le liste che hanno conquistato almeno l’8% dei voti validi nel territorio regionale e le liste “coalizzate” che complessivamente hanno ottenuto il 20% dei suffragi regionali.
All’interno della coalizione i seggi sono ripartiti solamente tra le liste che hanno raggiunto la soglia del 3% dei voti validi.
– Modalità di voto dei singoli candidati. Per eleggere i senatori gli elettori hanno a disposizione un unico voto di preferenza. Anche per il Senato è applicabile la regola del sorteggio per i candidati eletti in più Regioni.
Simulazione in base alla media dei sondaggi***
Scenario 1: nessuna coalizione. | Scenario 2: FI, LN, FdI e altre liste di cdx si presentano come liste coalizzate in tutte le Regioni. | |
Partito | Seggi | Seggi |
PD* | 119 | 109 |
M5S | 109 | 105 |
Lega Nord | 29 | 27 |
Forza Italia (e altri cdx) | 44 | 48 |
Fratelli d’Italia | – | 13 |
NCD/AP | 4 | 3 |
SI | – | – |
Altri ** | 4 | 4 |
Anche la legge elettorale del Senato, nel presente contesto tripolare, non consente la formazione agevole di una maggioranza di governo. Tuttavia la ripartizione su base regionale dei seggi e la soglia di sbarramento particolarmente elevata determinerebbe una lieve sovra-rappresentazione dei primi due partiti a discapito delle liste di centrodestra, rendendo possibile un accordo di “larghe intese” tra PD e Forza Italia. Diversamente, se i partiti di centrodestra si presentassero come liste coalizzate a beneficiarne sarebbe soprattutto Fratelli d’Italia, il cui ingresso in Senato complicherebbe la formazione di una maggioranza al suo interno.
Sulcitano
* Sono compresi i seggi conquistati con eventuali candidature unitarie con SVP e PATT nei collegi uninominali di Bolzano città e della Provincia di Trento.
** I seggi di Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta sono stati assegnati in base allo storico e ipotizzando candidature unitarie tra PD, SVP e PATT nei collegi uninominali di Bolzano città e della Provincia di Trento.
*** I risultati regionali sono privi di valore statistico e sono stati ottenuti, ad esclusivo fine simulatorio, applicando le differenze territoriali emerse alle elezioni europee del 2014 alla media dei sondaggi dell’ultimo mese.
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