Dopo le elezioni in Uzbekistan del 2016, difficilmente si ricordano elezioni recenti in cui il vincitore era tanto scontato quanto alle ultime primarie del PD. Tuttavia, per noi sondaggisti e appassionati di numeri elettorali la domanda “chi?” è sempre secondaria alla domanda “quanto?”, e abbiamo anche questa volta atteso i risultati dello scrutinio con dovuta e devota trepidazione. Ora che i conti sono fatti, possiamo proporvi la nostra consueta analisi della precisione delle case sondaggistiche che si sono cimentate a misurare il gradimento dei tre candidati alla segreteria: Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano.
Il metodo che abbiamo utilizzato è quello descritto in questo post (link), già adottato in passato in altre occasioni (per esempio link1 link2 link). I punteggi ottenuti dai vari sondaggisti sono riportati nella tabella sottostante.
Ricordiamo che secondo la nostra definizione, più il pronostico è vicino al risultato, più il punteggio è basso. Come avvenuto per entrambi i turni delle presidenziali francesi, la nostra categoria si è difesa piuttosto bene e i numeri stimati nei giorni precedenti si sono rivelati ragionevolmente accurati, con deviazioni al massimo del 4%. Fanno eccezione Piepoli, che aveva previsto un successo troppo ampio dell’ex premier, e Index, che attribuiva a Orlando ben nove punti in più di quelli ottenuti sul campo. Da menzionare in particolare l’eccellente performance di EMG, Winpoll e, possiamo dire con orgoglio, Bidimedia, che questa volta si piazza in cima alla classifica. Almeno noi, avremo un buon motivo per ricordarci di questo appuntamento elettorale.