Domenica 22 ottobre 2023 si sono svolte in Provincia autonoma di Bolzano le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale. I cittadini hanno potuto scegliere, mediante un sistema elettorale proporzionale, i 35 rappresentanti che siedono in Consiglio e che successivamente, entro 90 giorni, dovranno eleggere il Presidente della Provincia e la Giunta provinciale.
Nella mappa interattiva in basso potete consultare i risultati comune per comune e in seguito trovate il commento sui risultati del voto.
L’affluenza finale è risultata pari al 71,5%, in calo rispetto al dato del 2018 (73,9%). Nei Comuni con maggioranza linguistica italofona il decremento è però risultato più marcato (per esempio dal 64,6% al 59,0% nel Comune di Bolzano).
Il primo partito nel complessivo provinciale è risultato essere la SVP (Südtiroler Volkspartei), principale soggetto politico dell’Alto Adige sin dal dopoguerra, la quale ha però evidenziato un netto calo dal 41,9% del 2018 al 34,5%. Si accentua così una tendenza oramai consolidata che ha visto la SVP passare da un’ampia maggioranza assoluta, mantenuta dal 1948 sino al 2008, a una maggioranza relativa sempre meno netta. Alle sue spalle si è posizionato il Team K, che si ispira al civismo progressista con venature di protesta, anch’esso tuttavia in calo (dal 15,2% all’11,1%).
Al terzo posto i “vincitori” della tornata elettorale: la destra di lingua tedesca del partito Südtiroler Freiheit, i quali hanno spostato le proprie tematiche dalla questione dell’autodeterminazione alla problematica degli immigrati, e quindi basato su di essa la campagna elettorale. Essi hanno infatti quasi raddoppiato propri voti passando in quattro anni dal 6,0% al 10,9%.
La sorpresa elettorale è rappresentata da un nuovo soggetto politico, di matrice no-vax a anti-immigrazione: il JWA – Wirth Anderlan, dal nome del fondatore, con un inatteso 5,9%.
Per quanto concerne il gruppo linguistico italiano, si pone come partito principale Fratelli d’Italia che avanza dall’1,7% del 2018 al 6,0% di oggi (20,0% a Bolzano città), davanti al PD in leggero calo dal 3,8% al 3,5% (12,0% a Bolzano città) e alla Lega che tracolla dall’11,1% al 3,0%.
La distribuzione territoriale del voto evidenzia ovviamente come la SVP rimanga il partito più votato in quasi tutto il territorio provinciale, con l’eccezione dei Comuni italofoni di Bolzano e Laives, in cui si pongono in prima posizione rispettivamente Fratelli d’Italia e la Lega.
Per la SVP, in un contesto di deciso calo, le aree più favorevoli rimangono i Comuni di lingua ladina, l’area di Castelrotto-Fiè allo Sciliar e in generale il centro e il sud della Provincia, mentre la diminuzione è maggiormente netta lungo gli assi vallivi della Venosta e della Pusteria.
Il Team K invece si conferma forte nella parte orientale dell’Alto Adige, ma perde una parte consistente del voto di protesta che aveva saputo intercettare nel 2018 nelle valli, mentre si mantiene stabile nelle città, ove è maggiormente presente un voto di opinione. Il partito, nato solamente nel 2018, deve ancora trovare un radicamento territoriale e pare ancora molto legato alla personalità del fondatore, Paul Köllensperger, fuoriuscito a suo tempo dal Movimento 5 Stelle in polemica con i vertici nazionali.
I Verdi di lingua tedesca, i quali hanno ricevuto il 9,0% dei consensi (+2,2% rispetto al 2018, probabilmente eroso al Team K), costituiscono tutt’ora il principale tentativo di costruzione di un partito politico multilinguistico e interetnico, ma stentano ad affermarsi nelle vallate, pur andando oltre il 10% nei centri urbani, e scontano tutt’ora l’ostilità di allevatori, contadini e albergatori per via della diversa idea di sviluppo turistico nonché, ultimamente, per le tensioni causate dalla presenza dei grandi carnivori (lupo e orso).
Il partito Südtiroler Freiheit sembra invece beneficiare di un travaso di voti dalla SVP in particolare in Val Venosta, ove arriva addirittura al 20,1%, e in genere in tutte le vallate periferiche. Il loro tallone d’Achille rimane costituito, come prevedibile, dalle città (ad esempio 1,4% a Bolzano e 5,8% a Merano).
Riassumendo brevemente i dati relativi ai partiti italiani, emerge come Fratelli d’Italia si imponga esclusivamente nei Comuni con una cospicua presenza italiana, ovvero Bolzano, Laives, Salorno, Merano e Fortezza, mentre è quasi assente nel resto della Provincia. A Bolzano città, in particolare, pur in un contesto di maggiore astensionismo, sembra avere ripreso le preferenze che un tempo erano appannaggio del Movimento Sociale Italiano.
La Lega ha palesato un vero e proprio crollo, perdendo quasi tutto il proprio elettorato germanofono conquistato nel 2018 grazie al momento favorevole di Matteo Salvini, e mantenendosi forte solo a Laives per via della candidatura come indipendente del sindaco Christian Bianchi.
Per il PD, analogamente a FDI e Lega, i consensi si concentrano lungo l’asse Bolzano-Salorno, quindi ove è maggiore la presenza italofona, e a Merano. Interessante notare come a Bolzano città il PD riceva preferenze soprattutto nei quartieri storicamente più a destra, ed è il secondo partito italiano dietro FDI e davanti alla Lega.
Sempre rimanendo al mondo italiano, oltre ai due consiglieri di FDI, al consigliere del PD e a quello della Lega, entra anche un consigliere portato dalla formazione “La Civica”, di connotazione centrista.
Vale infine la pena soffermarsi su altri due soggetti politici: il Movimento 5 Stelle che praticamente sparisce passando dal 2,3% allo 0,7%, senza quindi riconfermare il consigliere che aveva in precedenza. E il JWA – Wirth Anderlan, fondato pochi mesi da un particolare e discusso personaggio dalla forte presenza sui social, con decise tonalità no-vax e no-immigrati, e proposte quali il processo per chi decise le restrizioni durante la pandemia. Il 5,9% totale di voti deriva soprattutto da un’affermazione notevole nelle vallate periferiche, tra cui il 20% circa in Val d’Ultimo.
Nel complesso queste elezioni porteranno a una notevole difficoltà nella formazione della Giunta provinciale, nella quale la SVP con i suoi 13 seggi sui 18 necessari per la maggioranza, mantiene la primazia. Essa deve però cercare, oltre al tradizionale partner italiano che porti almeno due consiglieri, anche un partner di lingua tedesca. Si tratta di un fatto mai accaduto e al momento, con l’esclusione dell’entrata di Südtiroler Freiheit per via della connotazione tradizionalmente antitaliana e di JWA – Wirth Anderlan e di Lista Vita a causa dell’ideologia no-vax, la formazione della Giunta è aperta a qualsiasi ipotesi.
Mattia Altieri
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