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Bidimedia c’è! In attesa degli ultimi responsi dei ballottaggi, possiamo tracciare un primo bilancio sui nostri pronostici per questa tornata amministrativa, che ha coinvolto sei regioni – oltre alla Valle d’Aosta che elegge il consiglio regionale con il sistema proporzionale – 1 capoluogo di regione e 14 capoluoghi di provincia.
VENETO: Pronostico scontato e azzeccato. Non ci sono state sorprese, e Zaia ha vinto con un autentico plebiscito (75%). Al bacino tradizionale del centrodestra, che alle europee sfiorava già il 65%, il presidente uscente ha messo più di qualcosa di suo, pescando a piene mani con la sua lista personale tra i consensi del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle.
LIGURIA: Pronostico scontato e azzeccato. La vittoria del presidente uscente, Giovanni Toti, non è mai stata realmente in discussione, con sondaggi che lo attestavano costantemente sopra il 50%. Rispetto alle europee, si nota anche qui come sulla lista personale del governatore – primo partito della regione – siano confluiti voti provenienti dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle, relegando Sansa sotto il 40%. Marginale la presenza di Italia Viva, schiacciata dalla natura maggioritaria della consultazione.
TOSCANA: Pronostico non scontato e azzeccato. Nonostante sondaggi più o meno ufficiali attestassero un potenziale testa a testa tra i due principali schieramenti, per noi la vittoria di Eugenio Giani non è mai stata realmente in discussione. Partendo dalle recenti elezioni in Emilia Romagna – dove il centrosinistra partiva con un ritardo ben più ampio rispetto alla Toscana sulla base dei dati delle europee – abbiamo valutato il peso dei candidati, lo storico radicamento del Partito Democratico sul territorio, e la probabile polarizzazione – diventata manifesta nelle ultime settimane prima del voto – tra centrodestra e centrosinistra. Il risultato finale ha sorpreso molti commentatori, non noi.
MARCHE: Pronostico scontato e (mediamente) azzeccato. Che il centrodestra partisse largamente favorito nelle Marche era già stato attestato dalle ultime elezioni europee: la crisi economica, il terremoto, il covid e la decisione di non ricandidare il presidente uscente da parte del PD hanno contribuito a logorare in maniera definitiva il rapporto tra i cittadini e il governo regionale. Tuttavia, se Acquaroli ha sostanzialmente confermato i voti del centrodestra alle europee, ci aspettavamo che Mangialardi, alla luce dell’impegno profuso durante la campagna elettorale, potesse arrivare oltre il 40%, riducendo il gap dal rivale. La tenuta del M5S, che qui seppur in calo ha conservato la doppia cifra, ha tagliato sul nascere questa prospettiva.
CAMPANIA: Pronostico scontato e azzeccato. Era con il Veneto forse la regione più facile da pronosticare. Vincenzo De Luca ha stravinto con quasi il 70%, cancellando i suoi avversari, e, come previsto, il traino delle quindici liste ha contribuito ad espandere il suo consenso ben oltre le rivelazioni pur lusinghiere dei sondaggi ufficiali. Centrata anche la previsione sul Movimento5stelle, sceso di poco sotto il 10%.
PUGLIA: Pronostico non scontato e (mediamente) non azzeccato. Era la regione più in bilico tra quelle al voto, e il nostro pronostico non poteva che stabilire il Toss-up assoluto. Pur essendo l’unica casa sondaggistica ad aver assegnato un vantaggio minimo ad Emiliano, dobbiamo riconoscere che la sua netta affermazione non era stata preventivata. La forza delle quindici liste a sostegno e la polarizzazione legata al voto utile, che ha indebolito fortemente i candidati minori (Laricchia e Scalfarotto), sono state decisive per garantire al presidente uscente una vittoria sostanzialmente tranquilla.
Giulio Aronica
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