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Salve amici. Prima di aggiornarvi con i numeri delle nuove previsioni in vista delle elezioni di midterm di martedì, vi ricordiamo l’uscita del terzo volume della nostra collana di e-book dedicata a questo appuntamento elettorale. In tale uscita, potrete trovare un’ampia trattazione dedicata alle sfide per il controllo della Camera, del Senato e per l’elezione dei Governatori, con riepilogo della situazione nei singoli stati (per Senato e Governatori) e nei collegi della Camera, nonché con i nostri rating per tutte le sfide di Camera, Senato e Governatori.
Da quest’anno, faranno il proprio debutto due modelli di previsione: uno interamente composto da sondaggi statali, l’altro che comprende anche una stima basata sul national environment previsto e sullo storico dei singoli stati.
Le previsioni riguarderanno quegli stati considerati competitivi o che perlomeno hanno potenziale per esserlo, almeno nel margine di vittoria. I rating attribuiti saranno diversi da quelli del nostro e-book perché basati solamente sui dati frutto dei nostri due modelli e non sul consensus generale.
Uno stato verrà considerato TOSS-UP quando il vantaggio di uno dei due candidati non sia superiore a 3 punti percentuali, LEAN quando il vantaggio è compreso tra 3,1 e 6 punti percentuali, LIKELY quando il vantaggio si attesta tra i 6,1 e i 9 punti percentuali, SOLID per un vantaggio minimo di 9,1 punti percentuali.
Rispetto all’ultimo aggiornamento, la situazione nel generic ballot (il voto popolare della Camera), ossia il più grande indicatore del national environment, si è fatta ancor più positiva per i Repubblicani, con il loro vantaggio che ora sfiora i 2 punti percentuali (50,3% contro 48,4%) a fronte del vantaggio dello 0,9% della scorsa settimana.
LE PREVISIONI PER IL SENATO
Gli stati il cui esito è considerato non in discussione e che dunque non vedranno la presenza di una previsione sono: Alabama, Alaska, Arkansas, Idaho, Indiana, Kansas, Kentucky, Louisiana, Missouri, North Dakota, Oklahoma (inclusa la special election), South Carolina e South Dakota per i Repubblicani; California, Connecticut, Hawaii, Illinois, Maryland, New York, Oregon e Vermont per i Democratici.
La situazione attuale è di 50-50, con il voto decisivo della Vice Presidente democratica Kamala Harris. Quindi, per riconquistare il Senato, i Repubblicani devono conquistare almeno 51 seggi, ossia effettuare un guadagno netto (differenza tra seggi strappati ai Democratici e seggi strappati dai Democratici al GOP stesso) di almeno +1.
Degli stati che vedranno la presenza di previsioni, quelli attualmente in mano al GOP sono Florida, Iowa, North Carolina, Ohio, Pennsylvania, Utah e Wisconsin, mentre gli altri esprimono un Senatore o una Senatrice appartenenti ai Democratici. Quindi, per riconquistare il Senato, il GOP dovrebbe mantenere tutti i suoi seggi e strapparne almeno uno ai Democratici, oppure perderne uno ma strapparne almeno due e così via.
Queste le previsioni basate solamente sui sondaggi:
Passiamo ora al modello di previsione che, oltre ai sondaggi, include lo storico relativo ai singoli stati. Questo modello si rende necessario per sopperire a potenziali situazioni che, considerando i sondaggi svolti a livello nazionale (generic ballot) e lo storico dei singoli stati, sembrano ricadere nel campo della sopravvalutazione o sottostima di un determinato partito.
Viene confermata la tendenza dei precedenti aggiornamenti che vedeva i Repubblicani avere numeri migliori in questo modello rispetto a quello basato interamente sui sondaggi. Infatti, i Democratici vedono evaporare il vantaggio del 2,5% in Arizona, il quale si trasforma in un vantaggio repubblicano dello 0,1%. Situazione simile in Georgia, dove il repubblicano Walker ballerebbe sulla soglia del 50% necessaria per vincere al primo turno. Stessa tendenza in Ohio (vantaggio GOP del 4,8%), Iowa, Utah, North Carolina e Pennsylvania, con i Repubblicani avanti dello 0,4% a fronte di un vantaggio democratico della stessa entità nel modello polls-only. Notiamo invece una coincidenza con i dati basati solamente sui sondaggi in Nevada, New Hampshire e Wisconsin, mentre i Democratici fanno meglio di due punti percentuali in Washington.
LE PREVISIONI PER I GOVERNATORI
Gli stati il cui esito è considerato non in discussione e che dunque non vedranno la presenza di una previsione sono: Alabama, Arkansas, Idaho, Iowa, Nebraska, New Hampshire, Ohio, South Carolina, Tennessee, Vermont e Wyoming per i Repubblicani; California, Hawaii, Illinois, Maryland, Massachusetts e Rhode Island per i Democratici. Nel caso di Maryland e Massachusetts, si tratta di due stati strappati al GOP.
Per quanto riguarda gli stati che vedranno la presenza di previsioni, quelli attualmente in mano ai Democratici sono Colorado, Connecticut, Kansas, Maine, Michigan, Minnesota, Nevada, New York, New Mexico, Oregon, Pennsylvania e Wisconsin, mentre il GOP detiene la carica in Alaska, Arizona, Florida, Georgia, Oklahoma, South Dakota e Texas.
Queste le previsioni basate solamente sui sondaggi:
Passiamo ora al modello di previsione che, oltre ai sondaggi, include lo storico relativo ai singoli stati:
Anche in questo caso, come per il Senato, notiamo delle differenze prevalentemente favorevoli al GOP tra modello basato su sondaggi più storico applicato sul contesto nazionale e modello basato interamente sui sondaggi. Infatti, i candidati repubblicani fanno registrare performance migliori in Alaska, Arizona, Colorado, Connecticut, Kansas, Maine, Michigan, Minnesota, Nevada, Oklahoma, Pennsylvania, Texas e Wisconsin, mentre lo stesso può dirsi per i Democratici in New York e Oregon.
Per oggi è tutto. Appuntamento al prossimo post!
Cristiano Capriotti
Francesco Migliorini
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