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Sondaggi d’America – Midterm 2022: sfida per il Senato sempre più incerta

Salve amici. Prima di aggiornarvi con i numeri delle nuove previsioni in vista delle elezioni di midterm, vi ricordiamo l’uscita del terzo volume della nostra collana di e-book dedicata a questo appuntamento elettorale. In tale uscita, potrete trovare un’ampia trattazione dedicata alle sfide per il controllo della Camera, del Senato e per l’elezione dei Governatori, con riepilogo della situazione nei  singoli stati (per Senato e Governatori) e nei collegi della Camera, nonché con i nostri rating per tutte le sfide di Camera, Senato e Governatori.

Da quest’anno, faranno il proprio debutto due modelli di previsione: uno interamente composto da sondaggi statali, l’altro che comprende anche una stima basata sul national environment previsto e sullo storico dei singoli stati.

Le previsioni riguarderanno quegli stati considerati competitivi o che perlomeno hanno potenziale per esserlo, almeno nel margine di vittoria. I rating attribuiti saranno diversi da quelli del nostro e-book perché basati solamente sui dati frutto dei nostri due modelli e non sul consensus generale.

Uno stato verrà considerato TOSS-UP quando il vantaggio di uno dei due candidati non sia superiore a 3 punti percentuali, LEAN quando il vantaggio è compreso tra 3,1 e 6 punti percentuali, LIKELY quando il vantaggio si attesta tra i 6,1 e i 9 punti percentuali, SOLID per un vantaggio minimo di 9,1 punti percentuali.

Rispetto all’ultimo aggiornamento, la situazione nel generic ballot (il voto popolare della Camera), ossia il più grande indicatore del national environment, è del tutto stabile, con i Repubblicani sempre avanti di circa un punto percentuale (50,1% contro 49,2%).

LE PREVISIONI PER IL SENATO

Gli stati il cui esito è considerato non in discussione e che dunque non vedranno la presenza di una previsione sono: Alabama, Alaska, Arkansas, Idaho, Indiana, Kansas, Kentucky, Louisiana, Missouri, North Dakota, Oklahoma (inclusa la special election), South Carolina e South Dakota per i Repubblicani; California, Connecticut, Hawaii, Illinois, Maryland, New York, Oregon e Vermont per i Democratici.

La situazione attuale è di 50-50, con il voto decisivo della Vice Presidente democratica Kamala Harris. Quindi, per riconquistare il Senato, i Repubblicani devono conquistare almeno 51 seggi, ossia effettuare un guadagno netto (differenza tra seggi strappati ai Democratici e seggi strappati dai Democratici al GOP stesso) di almeno +1.

Degli stati che vedranno la presenza di previsioni, quelli attualmente in mano al GOP sono Florida, Iowa, North Carolina, Ohio, Pennsylvania, Utah e Wisconsin, mentre gli altri esprimono un Senatore o una Senatrice appartenenti ai Democratici. Quindi, per riconquistare il Senato, il GOP dovrebbe mantenere tutti i suoi seggi e strapparne almeno uno ai Democratici, oppure perderne uno ma strapparne almeno due e così via.

Queste le previsioni basate solamente sui sondaggi:

Rispetto alla scorsa settimana, i Repubblicani recuperano nettamente terreno in Arizona (da Dem Lean a Toss-Up, dove il vantaggio di Kelly passa da 4,9 a 1,8 punti percentuali) e New Hampshire, dove Hassan è ora in testa del 3,1% a fronte del precedente vantaggio di 6 punti percentuali. Registriamo un recupero del GOP anche in Georgia (vantaggio di Warnock da 2,5 a 1,8 punti percentuali), Nevada (dove Laxalt era indietro di un decimo di punto percentuale la scorsa settimana ed ora è avanti dello 0,7%) e Pennsylvania, la quale passa da Dem Lean a Toss-Up e vede il vantaggio di Fetterman ridursi da 3,4 a 2 punti percentuali. Il Partito Repubblicano amplia il suo vantaggio in Florida (da Rep Lean a Likely, vantaggio da 6 a 8,3 punti percentuali) e North Carolina (dal 3,4% al 4,5%), la situazione resta stabile in Wisconsin (con il repubblicano Johnson avanti di 4 punti percentuali), mentre notiamo una controtendenza a favore dei Democratici in Colorado (da Dem Likely a Solid, vantaggio da 7,8 a 11,1 punti percentuali) e Ohio, dove il candidato GOP Vance rimane in testa ma non più del 2,3%, bensì con vantaggio dell’1,5%.
Escludendo i 5 seggi Toss-Up, i Repubblicani si trovano a quota 48 seggi, mentre i Democratici si fermano a 47. Attribuendo i seggi incerti al candidato in testa, i Democratici andrebbero a quota 50, quanto necessario per mantenere il controllo del Senato. Quindi, secondo le previsioni basate interamente sui sondaggi, i Repubblicani strapperebbero il Nevada al partito dell’asinello, mentre perderebbero la Pennsylvania.

Passiamo ora al modello di previsione che, oltre ai sondaggi, include lo storico relativo ai singoli stati. Questo modello si rende necessario per sopperire a potenziali situazioni che, considerando i sondaggi svolti a livello nazionale (generic ballot) e lo storico dei singoli stati, sembrano ricadere nel campo della sopravvalutazione o sottostima di un determinato partito.

Viene confermata la tendenza dei precedenti aggiornamenti che vedeva i Repubblicani avere numeri migliori in questo modello rispetto a quello basato interamente sui sondaggi. Infatti, i Democratici vedono evaporare il vantaggio dell’1,8% in Arizona, il quale si trasforma in un vantaggio repubblicano dello 0,3%. Situazione simile in Georgia, dove però si andrebbe sempre al ballottaggio. Stessa tendenza in Ohio (vantaggio GOP del 4,7%) e Pennsylvania, con i Democratici avanti di un punto percentuale invece dei due del modello polls-only. Notiamo invece una coincidenza con i dati basati solamente sui sondaggi in Florida, New Hampshire (che passa però da Dem Len a Toss-Up), North Carolina e Wisconsin.

Rispetto al modello precedente, i Repubblicani salgonoo a quota 49 seggi, con i Democratici a 46 e 4 stati Toss-Up. Però, attribuendo i seggi altamente competitivi, i Repubblicani si porterebbero a 51 seggi contro i 48 dei Democratici (più un seggio da assegnare al ballottaggio in Georgia):  è la prima volta dal lancio del nostro modello che il GOP avrebbe i numeri per strappare il Senato ai Democratici.

LE PREVISIONI PER I GOVERNATORI

Gli stati il cui esito è considerato non in discussione e che dunque non vedranno la presenza di una previsione sono: Alabama, Arkansas, Idaho, Iowa, Nebraska, New Hampshire, Ohio, South Carolina, Tennessee, Vermont e Wyoming per i Repubblicani; California, Hawaii, Illinois, Maryland, Massachusetts e Rhode Island per i Democratici. Nel caso di Maryland e Massachusetts, si tratta di due stati strappati al GOP.

Per quanto riguarda gli stati che vedranno la presenza di previsioni, quelli attualmente in mano ai Democratici sono Colorado, Connecticut, Kansas, Maine, Michigan, Minnesota, Nevada, New York, New Mexico, Oregon, Pennsylvania e Wisconsin, mentre il GOP detiene la carica in Alaska, Arizona, Florida, Georgia, Oklahoma, South Dakota e Texas.

Queste le previsioni basate solamente sui sondaggi:

Rispetto al post precedente, il GOP recupera terreno in Michigan, Minnesota (da Dem Likely a Lean), New Mexico (da Dem Solid a Lean) e amplia il suo vantaggio in Arizona, Georgia (da Rep Lean a Likely) e South Dakota (da Rep Lean a Solid). Democratici che fanno registrare un recupero in Nevada, Oregon (da Rep Lean a Toss-Up, passando anche in vantaggio) e aumentano il vantaggio in Connecticut (da Dem Likely a Solid).
Si parte da una situazione di 28 stati a 22 in favore dei Repubblicani. Considerando solamente i sondaggi, avremmo 24 stati al GOP contro i 21 dei Democratici, con 5 stati altamente competitivi. Tra questi ultimi, il GOP è avanti in Arizona  e Nevada (due stati strappati ai Democratici), mentre il partito dell’asinello si confermerebbe in Kansas, Oregon e Wisconsin.

Passiamo ora al modello di previsione che, oltre ai sondaggi, include lo storico relativo ai singoli stati:

Anche in questo caso, come per il Senato, notiamo delle differenze prevalentemente favorevoli al GOP tra modello basato su sondaggi più storico applicato sul contesto nazionale e modello basato interamente sui sondaggi. Infatti, i candidati repubblicani fanno registrare performance migliori in Alaska, Arizona, Colorado, Connecticut, Kansas, Maine, Michigan, Minnesota, Nevada, Oklahoma, Pennsylvania, Texas e Wisconsin, mentre lo stesso può dirsi per i Democratici in New York e Oregon.

Riepilogando, Repubblicani che secondo questo modello si porterebbero a 27 stati vinti contro i 18 dei Democratici. Inoltre, GOP avanti in tutti i 2 dei 5 stati Toss-Up (Nevada e Wisconsin, entrambi strappati al partito dell’asinello) e indietro invece in Michigan, Minnesota e Oregon, per un totale di 29 stati contro i 21 dei Democratici.

Per oggi è tutto. Appuntamento al prossimo post!

Cristiano Capriotti
Francesco Migliorini

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