Sabato 3 maggio 2025 si terranno le elezioni federali australiane del 2025 si terranno per eleggere i membri del 48° Parlamento australiano . In palio tutti i seggi della Camera dei rappresentanti (150 rispetto ai 151 delle precedenti elezioni ) e 40 dei 76 seggi del Senato . Il Primo Ministro Anthony Albanese del Partito Laburista si candida per secondo mandato ala guida del governo, mentre la Coalizione Liberal-Nazionale guidata dal leader dell’opposizione Peter Dutton sta cercando di tornare al governo dopo te anni passati all’opposizione. Tra i principali partiti di opposizione ci sono anche i Verdi Australiani, attualmente presenti nella Camera con 4 seggi e l’estrema destra xenofoba di One Nation.
Albanese governa dal maggio del 2022, quando il Partito Laburista vinse le elezioni ottenendo la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera. Per cercare di confermare la propria maggioranza dopo le elezioni, il governo ha inserito nella legge di bilancio alcune misure pensate per aumentare i propri consensi. La principale è stata un taglio alle tasse per 17 miliardi di dollari australiani, circa 10 miliardi di euro. Il centrodestra è contrario a questi tagli, che il leader del Partito Liberale Peter Dutton ha definito una mancia elettorale, e propone invece di dimezzare le accise sulla benzina. Le possibilità che Albanese mantenga la guida del governo sono migliorate nelle ultime settimane. Il leader del Partito Liberale, Peter Dutton, ha attaccato l’inflazione, l’economia stagnante e gli alti costi degli alloggi (Sydney ha il mercato immobiliare più caro del mondo anglofono, a parte Hong Kong). Dutton ha attaccato soprattutto il partito laburista per l’elevata immigrazione. Tuttavia l’economia è in ripresa e lo scorso febbraio la banca centrale ha tagliato i tassi di interesse, il che dovrebbe dare ulteriore spinta alla crescita economica. Ma il partito laburista sa che è rischioso vantarsi di una ripresa che i gli elettori ancora stentato a percepire. E sebbene Albanese abbia la fama di abile negoziatore, nonè un leader carismatico capace di infiammare le folle.
Gli strateghi laburisti sperano quindi che la coalizione di opposizione continui a fare parte del lavoro per loro. Nelle elezioni del 2022 il Partito Liberale si era spostato così a destra, anche a causa dello scetticismo sul cambiamento climatico, da perdere seggi a favore di moderati che si erano presentati come candidati indipendenti. I cosiddetti “teals” – conservatori in economia ma progressisti in campo sociale e climatico, per i quali il Partito Liberale era un tempo la sede naturale – ottennero vittorie nelle aree prospere e suburbane, il che sancì la sconfitta della coalizione di centrodestra.
Peter Dutton, un ex poliziotto del Queensland esponente dell’ala piu’ a destra del Partito Liberale è stato capace di tenere insieme una coalizione eterogenea formata da conservatori sociali, liberisti economici, populisti e moderati, oltre ad avere un occhio di riguardo per gli interessi delle aziende del settore dei combustibili fossili. Ha cercato goffamente di copiare la campagna elettorale di Donald Trump, guadagnandosi dai suoi detrattori il soprannome di “Temu Trump”, dal nome di una popolare app cinese che vende prodotti a prezzi fortemente scontati. Non aiuta il fatto che la reputazione del presidente americano in Australia, per quanto consolidata, sia peggiorata dopo l’annuncio dei dazi sull’acciaio e sull’alluminio australiani.
Persino alcuni esponenti del Partito Liberale riconoscono che le sue principali proposte politiche sono un tripudio di sciocchezze. La sua riluttanza a concedere un ruolo adeguato alle energie rinnovabili nel mix energetico australiano lo ha portato a promuovere l’energia nucleare in un Paese che non ha esperienza in questo campo. In risposta alla legge di bilancio del governo, ha proposto che il denaro dei contribuenti venisse utilizzato per estrarre gas da giacimenti remoti, presumibilmente riducendo i prezzi dell’elettricità. È vero che gli elevati costi dell’energia elettrica infastidiscono gli elettori. Ma l’Australia dispone già di enormi quantità di gas, mentre l’abbondanza di vento e sole rimane inutilizzata. L’energia eolica, solare e l’accumulo di energia tramite batterie dovrebbero essere le priorità; ideologie e interessi impediscono al centrodestra di Dutton di riconoscerle.
Funzionerà il “metodo Trump” utilizzato da Dutton o alla fine gli elettori confermeranno la fiducia ai laburisti di Albanese? E se nessuno dei due schieramenti riuscisse ad ottenere la maggioranza assoluta, chi appoggerebbero i deputati indipendenti eletti in parlamento? Lo scopriremo la sera del 3 maggio. Il sistema elettorale australiano è alquanto complesso e i risultati finali si avranno solo tra alcune settimane, tuttavia già nella “notte elettorale” si capirà chi sarà il vincitore di queste elezioni.
IL SISTEMA POLITICO-ELETTORALE
L’Australia è una democrazia parlamentare. Il paese è costituito da una federazione di sei stati e due territori. Gli Australiani eleggono sia le legislature degli stati e dei territori, sia i membri del Parlamento australiano, che è suddiviso in due camere, la Camera dei Rappresentanti e il Senato. Capo dello stato è il monarca britannico, rappresentato dal Governatore Generale dell’Australia. In realtà la funzione del monarca (attualmente Carlo III) e del Governatore è molto limitata e il potere politico reale viene esercitato dal Parlamento e dal governo federale (Consiglio Esecutivo), guidato dal Primo Ministro. Anche a capo di ognuno dei sei stati federali vi è un governatore, nominalmente il capo dell’esecutivo, ma di fatto solo con un ruolo cerimoniale, mentre il potere effettivo è detenuto dal Premier, eletto dalla legislature dello stato.
A livello nazionale si tengono elezioni almeno una volta ogni tre anni. Il primo ministro può consigliare al Governatore Generale di indire un’elezione per la Camera dei Rappresentanti in qualsiasi momento, mentre le elezioni per il Senato possono essere indette solo in certi periodi previsti dalla Costituzione. Il Parlamento del Commonwealth dell’Australia è composto da due camere: la Camera dei Rappresentanti ha attualmente 151 membri (150 dopo queste elezioni), eletti con un mandato di tre anni in collegi uninominali, tramite un sistema di voto conosciuto come instant-runoff (ballottaggio immediato). Ogni elettore mette tutti candidati in ordine di preferenza, dal primo all’ultimo. Se un candidato riceve oltre il 50% delle prime preferenze è automaticamente eletto, altrimenti il candidato con meno voti viene eliminato e i suoi voti sono divisi tra gli altri candidati in base alle seconde preferenze, se nessun candidato ha ancora la maggioranza assoluta allora viene eliminato il penultimo candidato e le sue preferenze vengono riassegnate e si continua fino a che un candidato non arriva a superare il 50%. Il numero di seggi è aumentato da 150 a 151 in seguito alla ridefinizione dei confini dei collegi elettorali effettuato dalla Commissione Elettorale nel 2017. Il Senato ha 76 membri, eletti tramite un sistema preferenziale in collegi statali di dodici seggi e in collegi territoriali di due seggi, con un sistema di voto a liste bloccate. I senatori degli stati hanno un mandato di sei anni, con la metà dei seggi rinnovati ogni tre anni mentre quelli dei territori sono rinnovati ogni tre anni. Gli elettori devono indicare almeno 6 partiti e 12 candidati in ordine di preferenza. Per essere eletto al senato un candidato deve ottenere almeno il 14,3% in uno stato o il 33,3% in un territorio. Una volta che un candidato è stato eletto, i voti che ricevono in aggiunta a questo possono essere distribuiti ad altri candidati come preferenze. Se nessun candidato raggiunge la quota necessaria per l’elezione, si procede come per la camera eliminando i candidati che hanno ricevuto meno prime preferenze e ridistribuendo le loro seconde preferenze tra gli altri candidati.
Secondo il “Democratic Index” del settimanale The Economist, l’Australia è una cosiddetta “Democrazia Completa”, al livello di paesi tipo Germania, Paesi Bassi, Taiwan e Lussemburgo.
Nelle prossime pagine, la storia politica del paese, i gli sviluppi politici recenti, i principali partiti politici e gli ultimi sondaggi.
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