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IL GIRAMONDO – Come finiranno le elezioni in Spagna?

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Domenica 23 luglio si tengono le elezioni generali spagnole per eleggere la 15a Cortes Generales del Regno di Spagna. Tutti i 350 seggi del Congresso dei Deputati saranno eletti, così come 208 dei 265 seggi del Senato .

L’attuale primo ministro, il socialista Pedro Sánchez ha convocato le elezioni in anticipo di vari mesi rispetto alla scadenza naturale della legislatura,  in seguito al pessimo risultato delle elezioni locali di maggio in cui il Partito socialista operaio spagnolo (PSOE) è arrivato nettamente dietro ai suoi principali rivali, i conservatori del Partito popolare (PP).

Il governo attuale, formato dopo le elezioni del novembre 2019 consiste in un’alleanza  di sinistra tra il PSOE e la coalizione di sinistra Unidas Podemos (UP)  e si regge grazie all’appoggio esterno e all’astensione  di vari partiti regionali.  Questo è il primo governo nazionale formato da un’alleanza di partiti di sinistra in Spagna dai tempi della Seconda Repubblica spagnola. Il governo ha avuto sin dalla sua nascita una vita travagliata.  Pochi mesi dopo la sua nascita a il governo ha dovuto affrontare lo scoppio  della pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze politiche ed economiche.  Poi dal febbraio 2022 si è trovato di fronte alla crisi geopolitica ed economica dovuta all’invasione russa dell’Ucraina.

Sul lato destro dello spettro politico, il Partito popolare ha subito un cambio di leadership nel febbraio 2022, a seguito di una spinta interna dei presidenti galiziano e madrileno , Alberto Núñez Feijóo e Isabel Díaz Ayuso , per rimuovere il leader del partito Pablo Casado . Da quando è guidato da Feijóo, il PP è sempre rimasto in testa nei sondaggi d’opinione ed ha avuto un ottimo risultato alle elezioni regionali dello scorso maggio. L’estrema destra nazionalista di  Vox , guidata da Santiago Abascal, ha perso la caratteristica di “novità” che le aveva permesso di superare il 15% dei voti nelle elezioni del novembre 2019, ma rimane sempre uno dei maggiori partiti del paese.  Nonostante in passato il PP si sia rifiutato di governare con Vox, recentemente i due partiti hanno raggiunto accordi di governo in varie regioni spagnole, in vista di un possibile accordo a livello nazionale. Un motivo dell’incremento dei consensi per il PP è anche dovuto alla scomparsa dalla scena politica del partito liberale centrista Cuidadanos, che in queste elezioni ha deciso di non ripresentarsi.

A sinistra del PSOE c’è stata la crisi di Podemos, che è stato logorato dalla sua prima esperienza di governo.  Per ricompattare la vasta galassia dei partiti che stanno alla sinistra del PSOE,  la popolare Ministra del Lavoro e vice primo ministro,  Yolanda Diaz, esponente del Partito Comunista Spagnolo (PCE), ha creato una nuova alleanza politica, chiamata Sumar,  che si presenta in queste elezioni e che potrebbe arrivare in terza posizione davanti a Vox. Sumar, oltre ai vari partiti che comprendevano Unidas Podemos, ha l’appoggio di varie liste progressiste e di sinistra regionali e comunali che potrebbero aiutarla ad ottenere seggi preziosi in particolare nelle aree urbane.

Tra i temi della campagna elettorale per la prima volta hanno avuto un notevole rilievo le questioni LGBT e di genere.  I partiti di opposizione PP e Vox hanno ad esempio fermamente criticato le nuove leggi del governo di sinistra sui diritti dei transgender – incluso rendere più facile per le persone cambiare il loro genere legale – e l’aborto.  Hanno anche attaccato la controversa legge spagnola “Solo sì significa sì” sul consenso sessuale. Tale legge, fortemente voluta da Podemos e approvata lo scorso agosto, ha creato una scappatoia legale che ha ridotto il carcere per oltre 1.000 stupratori condannati tanto che Sánchez ha dovuto modificarla scusandosi con gli elettori.  D’altra parte l’esistenza stessa della violenza di genere è stata messa in dubbio da alcuni esponenti di Vox,  partito che ha portato avanti una retorica fortemente antifemminista, provocando tensioni con i potenziali partner di governo del Partito Popolare.

Anche il nazionalismo è stato un tema scottante. PP e Vox hanno etichettato Sánchez come un “traditore” per aver concesso la grazia ai leader indipendentisti catalani incarcerati e aver declassato il reato di secessione.  Sanchez è stato anche criticato dalla destra per il suo patto con il partito separatista basco EH Bildu, guidato da Arnaldo Otegi, che è stato incarcerato per aver fatto parte in passato del gruppo militante Eta.

Mentre la Spagna sperimenta il peggioramento di una pesante siccità e di ondate di caldo senza precedenti, la maggior parte dei partiti ha adottato misure per combattere il cambiamento climatico. Solo il programma elettorale di Vox non menziona del tutto la questione, tanto che Sanchez ha accusato Abascal di portare avanti una politica di “negazionismo climatico”.

Il tema più importante per la maggior parte degli elettori rimane comunque l’ economia. La  Spagna guidata dal governo Sanchez sta vivendo un periodo di crescita e l’inflazione è scesa sotto il 2% a giugno, uno dei livelli più bassi d’Europa, tuttavia il tasso di disoccupazione al 12,7% rimane il più alto  di tutti i paesi dell’UE.

Il voto si svolge per la prima volta in piena estate, con temperature che potrebbero raggiungere i 40°C in varie zone del paese, il che potrebbe pesare sull’affluenza alle urne. La partecipazione degli elettori è diminuita negli anni dall’80% nelle elezioni dopo la morte di Franco, al 66% nel novembre 2019. Questa volta, l’apatia degli elettori unita alle vacanze e al caldo potrebbe ridurla ulteriormente pesando sul risultato elettorale dei principali partiti.

 

IL SISTEMA POLITICO-ELETTORALE

 

Coat of arms of Spain

La Spagna è una Monarchia democratica rappresentativa parlamentare. Il Re di Spagna è il capo dello stato e ha poteri quasi esclusivamente cerimoniali. Il potere esecutivo è esercitato dal Presidente del Governo e dal Consiglio dei Ministri. Il potere legislativo spetta alle Cortes Generales, il parlamento bicamerale formato dal Congresso dei Deputati e dal Senato. La magistratura è indipendente dal governo e dal parlamento. La Corte Suprema di Spagna è la più alta corte della nazione per tutte le questioni tranne quelle costituzionali , che sono di spettanza della Corte Costituzionale.

Le Cortes Generales sono formate dal Congresso dei deputati e dal Senato.  Il Congresso dei Deputati è formato da 350 deputati eletti ogni 4 anni con metodo proporzionale a base provinciale senza recupero resti a livello nazionale. Il Congresso dei Deputati elegge il Primo Ministro e può sostituire quello in carica con un foto di sfiducia costruttiva che nomini un Primo Ministro alternativo.  In caso un Primo Ministro non riesce ad ottenere un voto di fiducia si va ad elezioni anticipate.
Il Senato è basato sulla rappresentanza territoriale.  Vengono eletti quattro senatori con rappresentanza proporzionale per ciascuna provincia, ad eccezione delle province insulari, il cui numero varia a seconda delle dimensioni,  mentre le comunità autonome nominano i loro rappresentanti.  Attualmente il Senato è formato da 208 senatori eletti e 57 nominati.

Il Senato ha meno potere del Congresso dei deputati: può porre il veto alla legislazione, ma il suo veto può essere annullato dalla maggioranza assoluta del Congresso dei deputati. Il suo unico potere esclusivo riguarda le comunità autonome.

Il Democracy Index dell’Economist Intelligence Unit classifica la Spagna come una “Democrazia Completa”, al livello di paesi tipo Francia, Grecia, Corea del Sud e Mauritius.

 

Nelle prossime pagine, la storia politica del paese, i risultati elettorali recenti e i principali partiti politici.

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