I cittadini bulgari si recheranno alle urne domenica 2 aprile per eleggere i 240 deputati dell’ Assemblea nazionale della Bulgaria. Questa è la quarta elezione anticipata parlamentare dal 2021, la quinta elezione consecutiva in meno di tre anni, dopo quelle di aprile, luglio e novembre del 2021 e quella di ottobre dello scorso anno, una situazione senza precedenti nella storia della Bulgaria.
La Bulgaria è ormai da vari anni attraversata da una grave crisi politica, recentemente aggravata dalla pandemia di Covid-19 e dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin.
Dal 2009 il protagonista indiscusso della vita politica bulgara era stato il leader populista Boyko Borisov, a capo del partito di centrodestra “Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria” (GERB) che egli aveva guidato portandolo tre volte al governo del paese. Dopo le elezioni del 2017 Borisov, nonostante si dichiarasse un leader moderato europeista (il GERB fa parte del PPE), era arrivato a stringere un ‘alleanza di governo con l’estrema destra per rimanere al potere.
La popolarità di Borisov era crollata nel 2020 a causa di una serie di scandali legati al sistema corrotto e clientelare dei suo governo che avevano provocato vaste proteste popolari. I tradizionali partiti di opposizione, il Partito socialista bulgaro (BSP) e il “Movimento per i diritti e le libertà” (DPS) , rappresentanti degli interessi della minoranza turca, erano visti da gran parte dell’elettorato come collusi con il sistema di potere del paese. Le elezioni dell’aprile 2021 avevano quindi visto l’ingresso in parlamento di vari partiti populisti anticorruzione, il maggiore dei quali era “Ci sono persone del genere” (ITN), che era diventata il secondo partito del paese. La perdita di consenso per il GERB e dei suoi alleati, associata all’indisponibilità di ITN a collaborare con altri partiti aveva reso impossibile la formazione di una nuova maggioranza di governo. Il Presidente della Repubblica, l’ex generale Rumen Radev (noto per le sue simpatie filorusse) aveva quindi nominato un governo “tecnico” affidato ad un altro ex generale dell’esercito, Stefan Yanev e aveva indetto elezioni anticipate per l’11 luglio.
Le elezioni di luglio 2021, dove ITN era diventato il primo partito del paese, non erano riuscite a superare lo stallo, a causa delle richieste di ITN ai suoi eventuali alleati di formare un governo monocolore. Radev aveva quindi indetto nuove elezioni anticipate per il 14 novembre, in contemporanea con le elezioni presidenziali. Per cercare di rompere lo stallo politico, due ministri del governo Yanev, e precisamente il ministro dell’economia Kiril Petkov e quello delle finanze Asen Vasilev soprannominati il “Duo di Harvard” avendo entrambi ottenuto un master nella prestigiosa università americana, avevano deciso di presentare una propria lista alle elezioni “Continuiamo il Cambiamento” (PP). La nuova lista, di ispirazione liberale europeista, aveva ottenuto uno straordinario successo diventando il primo partito del paese. E’ stato formato un governo quadripartito; guidato da Petkov, comprendente PP, BSB, ITN e “Bulgaria Democratica”, un piccolo partito anti-corruzione. Nel giugno dell’anno scorso tuttavia ITN ha lasciato la coalizione di governo e Petkov è stato costretto alle dimissioni. Radev, che nel frattempo era stato rieletto presidente, ha quindi sciolto nuovamente il parlamento e indetto le elezioni per il 2 ottobre 2022.
Dopo le ultime elezioni l’ Assemblea nazionale è rimasta ancor più frammentata, a causa dell’ingresso in assemblea legislativa di due nuove formazioni politiche filorusse: “Ascesa Bulgara”, partito conservatore fondato da Stefan Yanev, e l’estrema destra di “Rinascita“. I due maggiori partiti del paese, il GERB e il PP, non sono riusciti a trovare una maggioranza in parlamento e non è quindi stato possibile neanche formare una “grande coalizione” tra i due partiti, entrambi europeisti, dato che il PP accusa il GERB di essere un partito “mafioso e corrotto”.
Minacciose nuvole nere si addensano adesso sul futuro della Bulgaria. E’ difficile che queste elezioni siano risolutive e portino ad una solida maggioranza di governo, a causa dei veti incrociati tra i principali partiti. Nel frattempo cresce la disillusione dell’elettorato verso la propria classe politica. Dopo essersi affidati senza successo prima ai populisti di ITN e poi ai liberali europeisti di PP, gli elettori stavolta potrebbero essere tentati dall’astensione o da un voto di protesta che potrebbe avvantaggiare stavolta l’estrema destra filorussa di “Rinascista“, o la nuova lista populista di sinistra “La Sinistra!“, anch’essa con posizioni tendenzialmente filorusse, il che renderebbe ancora più problematico trovare una maggioranza di governo. Insomma la situazione politica rimane estremamente complicata, mentre i cittadini bulgari sono alle prese con l’aumento dei prezzi, la riduzione degli approvvigionamenti del gas e una crisi economica alle porte.
IL SISTEMA POLITICO-ELETTORALE
La Bulgaria è una repubblica democratica rappresentativa parlamentare in cui il Primo Ministro è il capo del governo mentre il Presidente della Bulgaria è il capo di stato. La Bulgaria ha un sistema multipartitico, dove il potere legislativo è conferito al governo (tramite i decreti legge) e al parlamento unicamerale chiamato Narodno Sabranie. La magistratura è indipendente dall’esecutivo e dal legislatore. Il Presidente della Bulgaria è eletto direttamente per un mandato di 5 anni rinnovabile una volta. Il presidente è capo di stato e comandante in capo delle forze armate. I compiti principali del presidente sono programmare elezioni e referendum, rappresentare la Bulgaria all’estero, concludere trattati internazionali e dirigere il Consiglio consultivo per la sicurezza nazionale. Il presidente può rimandare indietro al parlamento le leggi per un’ulteriore verifica – una sorta di veto – ma le leggi possono essere approvate di nuovo con un voto a maggioranza assoluta. Le elezioni presidenziali si svolgono con un sistema a due turni. Il parlamento è formato da 240 seggi che vengono rinnovati ogni 4 anni. Il sistema elettorale è proporzionale con una soglia del 4% dei voti per entrare in parlamento. Il Parlamento è responsabile dell’emanazione delle leggi, dell’approvazione del bilancio, della programmazione delle elezioni presidenziali, della selezione e della revoca del primo ministro e di altri ministri, della dichiarazione di guerra, del dispiegamento di truppe al di fuori della Bulgaria e della ratifica dei trattati e degli accordi internazionali.
Secondo il “Democratic Index” del settimanale The Economist, la Bulgaria è una cosiddetta “Democrazia Imperfetta”, al livello di paesi tipo Namibia, Sri Lanka, Croazia e Montenegro.
Nelle prossime pagine, la storia politica del paese, i gli sviluppi politici recenti, i principali partiti politici e gli ultimi sondaggi.
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