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IL GIRAMONDO – Il riepilogo delle elezioni del 2024

APRILE

San Marino: Alessandro Rossi (Demos, populisti di sinistra) e Milena Gasperoni (Noi per la Repubblica, socialdemocratici) assumono l’incarico di capitani reggenti.

Togo: elle elezioni parlamentari l’Unione per la Repubblica (autoritari conservatori) vince 108 seggi su 113. Nota: il Togo è un regime autoritario dove le elezioni non sono né libere né eque.

Kuwait: alle elezioni parlamentari vengono eletti 50 membri indipendenti (inclusi 29 candidati dell’opposizione). Dopo le elezioni si dimette il governo del primo ministro Sheikh Muhammad Sabah Al Salim Al Sabah e  l’emiro nomina primo ministro Sheikh Ahmad Abdullah Al Ahmad Al Sabah. Nota: il Kuwait è un regime autoritario dove le elezioni non sono né libere né eque.

Islanda: il primo ministro Katrín Jakobsdóttir (sinistra-movimento verde) annuncia le sue dimissioni per candidarsi alle elezioni presidenziali. Il 9 aprile Bjarni Benediktsson (Partito dell’Indipendenza, conservatori) viene designato come nuovo primo ministro.

Haiti: viene istituito un Consiglio presidenziale di transizione, che rimarrà in carica fino al  febbraio 2026, composto da 7 membri votanti e 2 membri non votanti.  A seguito della creazione del consiglio si dimette il primo ministro Ariel Henry.  Il consiglio elegge Edgard Leblanc Fils come presidente e Fritz Bélizaire come primo ministro. Nota: Haiti è uno “stato fallito”   dove non è possibile tenere elezioni  libere ed eque.

Irlanda: il primo ministro Leo Varadkar (Fine Gael, liberalconservatori) presenta le sue dimissioni. Il suo compagno di partito Simon Harris viene eletto dal parlamento e nominato dal presidente come primo ministro.

Corea del Sud: nelle elezioni parlamentari, il People Power Party/People Future Party (nazionalconservatori) ottiene il 36,8% dei voti (108 seggi su 300), il Democratic Party/Democratic Alliance (liberali progressisti) il 26,7% (176) e il Rebuilding Korea Party (liberali progressisti) il 24,3% (12).

Croazia: alle elezioni parlamentari, la coalizione Unione Democratica Croata (HDZ, conservatori) vince 61 dei 151 seggi, Fiumi Di Giustizia (socialdemocratici) 42, la coalizione Movimento Madrepatria (DP, destra nazionalista) 14,  Most- Sovranisti Croati (populista di destra)  11 e Mozemo! (ecologisti di sinistra) 10. Il primo ministro uscente Andrej Plenkovic (HDZ) riceve il mandato di formare un governo di coalizione HDZ-DP.

Isole Salomone: Nelle elezioni parlamentari, il Ownership, Unity and Responsibility Party (OUR Party, personalista) ottiene il 24,1% dei voti (15 seggi su 50), gli indipendenti il ​​21,9% (11), il Solomon Islands Democratic Party (personalista) il 19,3% (11), il Solomon Islands United Party (personalista) il 13,5% (6), il Solomon Islands Kadere Party (populista) il 4,9% (1), il Solomon Islands Party for Rural Advancement (personalista) il 4,5% (1) e il Solomon People First Party (personalista) il 3,2% (3).  A seguito delle elezioni Jeremiah Manele dell’OUR Party viene eletto primo ministro, sostituendo il suo compagno di partito e primo ministro uscente Manasseh Sogavare.

India: Nelle elezioni statali dell’Arunachal Pradesh, il Bharatiya Janata Party (destra nazionalista) ottiene il 54,6% dei voti (46 seggi su 60), il National People’s Party (conservatori) il 16,1% (5), il Nationalist Congress Party (liberalconservatori) il 10,4% (3), il People’s Party of Arunachal (regionalisti) il 7,2% (2) e l’Indian National Congress (socialdemocratici) il 5,6% (1).  Il premier uscente Pema Khandu del BJP viene riconfermato alla guida dello stato.

India: Nelle elezioni statali in Sikkim, il Sikkim Krantikari Morcha (regionalisti conservatori) ottiene il 58,4% dei voti (31 seggi su 32), il Sikkim Democratic Front  (regionalisti) il 27,4% (1) e il Bharatiya Janata Party (destra nazionalista) il 5,2% (0). Il premier uscente Prem Singh Tamang dell’SKM viene riconfermato alla guida dello stato.

Maldive: Nelle elezioni parlamentari, il Congresso nazionale del popolo (destra islamica) vince 66 seggi su 93, il Partito democratico maldiviano (liberalconservatori) 12 e gli indipendenti 11.

Spagna: Nelle elezioni parlamentari nei Paesi Baschi, il Partito nazionalista basco (regionalisti centristi) vince il 35,2% dei voti (27 seggi su 75), Euskal Herria Bildu (sinistra indipendentista) il 32,5% (27), il Partito socialista dei Paesi Baschi-Sinistra dei Paesi Baschi (socialdemocratici) il 14,2% (12), il Partito popolare (conservatori) il 9,2% (7), Sumar (sinistra socialista) il 3,3% (1) e Vox (destra nazionalista) il 2,0% (1). Dopo le elezioni il presidente regionale uscente, Iñigo Urkullu, cede il posto al suo compagno di partito Imanol Pradales,  a capo di una coalizione tra Partito nazionalista basco e Partito Socialista.

Italia: Nelle elezioni regionali in Basilicata, il governatore uscente Vito Bardi (centro-destra) ottiene il 56,6% dei voti sconfiggendo Piero Marrese (centro-sinistra) con il 42,2%.

Macedonia del Nord: Alle elezioni presidenziali, Gordana Siljanovska Davkova (VMRO-DPMNE, destra nazionalista) vince il 41,2% dei voti, il candidato in carica Stevo Pendarovski (Alleanza socialdemocratica di Macedonia, socialdemocratici) il 20,5%, il ministro degli Esteri Bujar Osmani (Unione democratica per l’integrazione, minoranza albanese) il 13,7%, Maksim Dimitrievski (Per la nostra Macedonia, sinistra nazionalista) il 9,5%, Arben Taravari (Alleanza per gli albanesi, minoranza albanese) il 9,5% e Biljana Vankovska (Sinistra) il 4,7%.  Nel ballottaggio presidenziale, Gordana Siljanovska Davkova ottiene il 69,0% dei voti contro il31,0% di Stevo Pendarovski.

MAGGIO

Haiti: la maggioranza del Consiglio presidenziale di transizione annulla la precedente designazione di Fritz Bélizaire come primo ministro sostituendolo con  Garry Conille. Nota: Haiti è uno “stato fallito”   dove non è possibile tenere elezioni  libere ed eque.

Regno Unito: Il premier scozzese Humza Yousaf dello Scottish Nazional Party (indipendentisti di centrosinistra) si dimette e cede la guida del governo regionale al suo compagno di partito John Swinney.

Panama: Nelle elezioni presidenziali, José Raúl Mulino (Realizando Metas conservatori populisti) viene eletto con il 34,2% dei voti, mentre Ricardo Lombana (MOCA, populisti anti-corruzione) ottiene il 24,6%, l’ex presidente Martín Torrijos (Partito Popolare, cristiano-conservatori) il 16,0% e Rómulo Roux (Cambio Democratico, conservatori) l’11,4%. Nelle elezioni parlamentari, Realizando Metas vince 14 dei 71 seggi, il Partito Rivoluzionario Democratico (centrosinistra) 13, il Partito Panameñista (nazionalconservatori) 8, Cambio Democratico 8 e gli indipendenti 21.

Ciad: alle elezioni presidenziali, il presidente di transizione Mahamat Idriss Déby (Movimento Patriottico di Salvezza, nazionalista autoritario) ottiene il 61,0% dei voti, il primo ministro Succès Masra (Trasformatori, socialdemocratici) il 18,5% e l’ex primo ministro Albert Pahimi Padacké (RNDT, centrosinistra) il 16,9%.  Il governo di Masra si dimette e Déby nomina Allamaye Halina come primo ministro. Nota: il Ciad è un regime autoritario dove le elezioni non sono né libere né eque.

Macedonia del Nord: Nelle elezioni parlamentari, la coalizione La tua Macedonia (guidata dal VMRO-DPMNE, destra nazionalista) ottiene il 44,5% dei voti (58 seggi su 120), la coalizione Per un futuro europeo (guidata dall’Alleanza socialdemocratica di Macedonia, socialdemocratici) il 15,8% (18), la coalizione Fronte europeo (minoranza albanese, centrosinistra europeista) il 14,1% (19), la coalizione VLEN (minoranza albanese, centrodestra) il 10,9% (13), la Sinistra il 7,0% (6) e Per la nostra Macedonia (sinistra nazionalista) il 5,7% (6).  Il primo ministro uscente Talat Xhaferi deve cedere la guida del governo a Hristijan Mickoski del VMRO-DPMNE.

Iran: nel secondo turno delle elezioni parlamentari vengono eletti 45 membri. Dei 290 membri totali, 233 sono  appartenenti all’estrema destra islamica. Nota: l’Iran è un regime autoritario dove le elezioni non sono né libere né eque.

Kuwait: l’emiro, lo sceicco Mishal Al Ahmad Al Jabir Al Sabah, scioglie il parlamento  e sospende alcuni articoli della costituzione fino a quattro anni, periodo durante il quale i poteri del parlamento saranno assunti dall’emiro e dal governo. Nota: il Kuwait è un regime autoritario dove le elezioni non sono né libere né eque.

Lituania: alle elezioni presidenziali, il presidente in carica Gitanas Nauseda (indipendente di centrosinistra) ottiene il 44,5% dei voti, il primo ministro Ingrida Simonyte (TS-LKD, liberalconservatori) il 20,0%, Ignas Vegele (indipendente di centro) il 12,5%, Remigijus Zemaitaitis (Alba di Nemunas, populisti nazionalisti) il 9,3% e Eduardas Vaitkus (indipendente conservatore) il 7,4%. Al ballottaggio, Nauseda vince con il 75,6% dei voti contro il 24,4% di Simonyte.

Spagna: Nelle elezioni parlamentari in Catalogna, il Partito dei socialisti della Catalogna (PSC, socialdemocratici) ottiene il 28,0% dei voti (42 su 135 seggi), Insieme + Puigdemont per la Catalogna (populisti indipendentisti) il 21,6% (35), la Sinistra Repubblicana della Catalogna (ERC, sinistra indipendentista) il 13,7% (20), il Partito Popolare (conservatori) 11,0% (15), Vox (destra nazionalista 8,0% (11), Comuns Sumar (sinistra socialista) 5,8% (6), Candidatura Unità Popolare-Difendiamo la Terra (estrema sinistra indipendentista) 4,1% (4), e Alleanza Catalana (estrema destra populista indipendentista) 3,8% (2).  Il presidente regionale uscente Pere Aragonès dell’ERC cede il posto al leader socialista Salvador Illa, a capo di un governo di minoranza del PSC sostenuto esternamente da ERC e Comuns Sumar.

India: Nelle elezioni statali dell’Andhra Pradesh, il Telugu Desam Party (regionalisti) ottiene il 45,6% dei voti (135 seggi su 175), lo Yuvajana Sramika Rythu Congress Party (regionalisti progressisti) il 39,4% (11), lo Janasena Party (centristi) il 6,9% (21) e il Bharatiya Janata Party (destra nazionalista) il 2,8% (8).  Il premier uscente Y. S. Jagan Mohan Reddy dello YSRCP deve cedere la guida del governo regionale a N. Chandrababu Naidu del TDP.

Singapore: il primo ministro Lee Hsien Loong presenta le sue dimissioni al presidente Tharman Shanmugaratnam, che invita Lawrence Wong a formare un nuovo governo. Sia Loong che Wong appartengono al Partito di Azione Popolare (autoritario conservatore)

Vietnam: il Partito Comunista nomina To Lam nuovo presidente. Nota: il Vietnam è un regime autoritario dove le elezioni non sono né libere né eque.

Repubblica Dominicana: Nelle elezioni presidenziali, il presidente uscente Luis Abinader del Partito Rivoluzionario Moderno (PRM, centrosinistra) ottiene il 57,4% dei voti, l’ex presidente Leonel Fernández delle Forze Popolari (FP, socialdemocratici) il 28,8% e Abel Martínez del Partito della Liberazione Dominicana (PLD, centrosinistra) il 10,4%. Nelle elezioni parlamentari, il PRM ottiene 142 seggi su 190, l’FP 28 e il PLD 14.

Iran: il presidente Ebrahim Raisi  muore in un incidente in elicottero. Il primo vicepresidente Mohammad Mokhber diventa presidente ad interim. Nota: l’Iran è un regime autoritario dove le elezioni non sono né libere né eque.

Portogallo: Nelle elezioni parlamentari di Madeira, il Partito Socialdemocratico (liberalconservatori) ottiene il 36,9% dei voti (19 seggi su 47), il Partito Socialista il 21,8% (11), Insieme per il Popolo (liberali progressisti) il 17,2% (9), Chega (destra populista) il 9,4% (4) e il CDS-Partito Popolare (cristiano-conservatori) il 4,0% (2). Miguel Albuquerque del Partito Socialdemocratico viene confermato presidente regionale.

Madagascar: alle elezioni parlamentari, IRMAR (socialdemocratici personalisti), partito del presidente  Andry Rajoelina vince 84 seggi su 163, gli indipendenti 50 e Firaisankina (personalisti), il partito dell’ex presidente Marc Ravalomanana, 22.

Sudafrica: alle elezioni parlamentari, l’African National Congress (ANC, socialdemocratici nazionalisti) vince il 40,2% dei voti (159 seggi su 400), la Democratic Alliance (DA, liberali) il 21,8% (87), l’uMkhonto weSizwe Party (MK, sinistra populista conservatrice) il 14,6% (58), gli Economic Freedom Fighters (EFF, estrema sinistra nazionalista) il 9,5% (39) e l’Inkatha Freedom Party (IFP, conservatori Zulu) il 3,8% (17).  Il nuovo parlamento rielegge Cyril Ramaphosa (ANC) come presidente, a capo di un governo di coalizione tra ANC, DA, IFP e altri partiti minori.

GIUGNO

Islanda: alle elezioni presidenziali, Halla Tómasdóttir (indipendente) ottiene il 34,1% dei voti, Katrín Jakobsdóttir (sinistra-movimento verde) il 25,2%, Halla Hrund Logadóttir (Partito Progressista, agrari) il 15,7%, Jón Gnarr (Alleanza Socialdemocratica) il 10,1% e Baldur Thórhallsson (indipendente) l’8,4%.

India: Nelle elezioni parlamentari, il Bharatiya Janata Party (destra nazionalista) vince il 36,6% dei voti (240 seggi su 543), il Congresso Nazionale Indiano (socialdemocratici) il 21,2% (99), il Samajwadi Party (populisti di sinistra) il 4,6% (37) e All India Trinamool Congress (populisti di centro) il 4,4% (29); la National Democratic Alliance guidata dal BJP vince un totale di 292 seggi, contro i 234 del blocco INDIA compresi INC, SP e AITC. Il primo ministro Narendra Modi del BJP viene confermato alla guida del governo.

India: Nelle elezioni statali di Odisha, il Biju Janata Dal (regionalisti socialdemocratici) vince il 40,2% dei voti (51 seggi su 147), il Bharatiya Janata Party (destra nazionalista) il 40,1% (78) e l’Indian National Congress (socialdemocratici) il 13,3% (14). Il premier uscente Naveen Patnaik  del BJD deve cedere la guida del governo regionale a Mohan Charan Majh del BJP.

Messico: alle elezioni presidenziali, Claudia Sheinbaum del Movimento di Rigenerazione Nazionale (MORENA, sinistra populista) vince il 61,2% dei voti, Xóchitl Gálvez del Partito di Azione Nazionale (PAN,  conservatori) il 28,1% e Jorge Álvarez Máynez del Movimento dei Cittadini (MC, socialdemocratici) il 10,6%. Nelle elezioni parlamentari, la coalizione guidata da MORENA vince il 56,8% dei voti (256 seggi su 300), la coalizione tra PAN, PRI (centristi) e PDR (socialdemocratici)  il 31,6% (42), e il Movimento dei Cittadini l’11,3% (1).  Claudia Sheinbaum prende il posto del presidente uscente e suo compagno di partito Andrés Manuel López Obrador.

Belgio: alle elezioni parlamentari, la Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA, nazionalconservatori fiamminghi) vince il 16,7% (24 seggi su 150), Interesse Fiammingo (VB, estrema destra separatista fiamminga) il 13,8% (20), il Movimento Riformista (MR, liberali francofoni) il 10,3% (20), il Partito dei Lavoratori del Belgio (PTB/PVDA, comunisti) il 9,9% (15), Vooruit (socialdemocratici fiamminghi) l’8,1% (13), il Partito Socialista (PS, socialdemocratici francofoni) l’8,1% (16), Cristiano Democratico e Fiammingo (CD&V, democristiani fiamminghi) l’8,0% (11), Les Engagés (liberali francofoni) il 6,8% (14), Liberali e Democratici Fiamminghi Aperti (Open VLD, liberali fiamminghi) il 5,4% (7), Groen (verdi fiamminghi) il 4,6% (6) ed Ecolo (verdi francofoni) il 2,9% (3).  Il Primo Ministro uscente Alexander De Croo (OPEN VLD)   a capo di una coalizione di centrosinistra comprendente OPEN VLD, Vooruit, PS, MR, CD&V, Groen e Ecolo annuncia le sue dimissioni.

Belgio: nelle elezioni regionali per Bruxelles-Capitale il MR ottiene 21,5% dei voti (20 su 89 seggi), il PTB/PVDA 18,5% (16), il PS 18,3% (16), Les Engagés 8,9% (8), Ecolo 8,2% (7),  gli Indipendenti Democratici Federalisti (DeFi, liberali centristi) 6,7% (6), Groen 3,9% (4), Team Fouad Ahidar (socialdemocratici mussulmani) 2,8% (3), N-VA 2,0% (2), Open VLD 1,8% (2), VB 1,8% (2), e Vooruit 1,7% (2).

Belgio: nelle elezioni regionali per le Fiandre: N-VA ottiene il 23,9% dei voti (31 su 124 seggi), VB 22,7% (31), Vooruit 13,8% (18), CD&V 13,0% (16), Open VLD 8,3% (9), PVDA 8,3% (9), Groen 7,3% (9).

Belgio: nelle elezioni regionali per la Comunità di lingua tedesca: ProDG (democristiani) ottiene il 29,1% dei voti (8 su 25 seggi), il Partito cristiano-sociale (democristiani) 19,8% (5), Vivant (liberali progressisti) 14,2% (4), il Partito socialista (socialdemocratici) 13,7% (3), Prospettive Libertà Progresso (liberali) 12,0% (3), Ecolo 9,1% (2).

Belgio: nelle elezioni regionali per la Vallonia: MR ottiene il 29,6% dei voti (26 su 75 seggi), il PS 23,2% (19), Les Engagés 20,7% (17), PTB 12,1% (8), Ecolo 7,0% (5).

Bulgaria: Nelle elezioni parlamentari, GERB-SDS (conservatori populisti) vince il 24,0% dei voti (68 su 240 seggi), il Movimento per i diritti e le libertà (minoranza turca) il 16,6% (45), Continuiamo il cambiamento-Bulgaria democratica (liberali europeisti) il 13,9% (40), Rinascita (estrema destra filorussa) il 13,4% (38), la coalizione guidata dal Partito socialista bulgaro il 6,9% (19), C’è un popolo così (populisti conservatori) il 5,8% (17) e Grandezza (estrema destra nazionalista) il 4,5% (13).

Unione Europea: Alle elezioni del Parlamento europeo, il Partito Popolare Europeo (PPE) vince 188 seggi su 720, i Socialisti e Democratici (S&D) 136, i Conservatori e Riformisti Europei (ERC) 78, Renew Europe (RE) 77, Identità e Democrazia (poi rinominata Patrioti per l’Europa, PfE 84, i Verdi/Alleanza Libera Europea 53 e la Sinistra 46. dopo le elezioni si forma un nuovo gruppo di estrema chiamato Europa delle Nazioni Sovrane (ESN) con 25 seggi. I non-iscritti sono 33.

Georgia: Nelle elezioni parlamentari nella repubblica secessionista dell’Ossezia del Sud, l’Ossezia Unita (conservatori filorussi) ottiene il 31,7% dei voti del partito (7 seggi su 34), Nykhas (nazionalisti) il 30,6% (10), il Partito Popolare (populisti) il 16,1% (5) e il Partito Comunista il 7,1% (3); gli indipendenti vincono 9 seggi.

Italia: Nelle elezioni regionali in Piemonte, il governatore uscente Alberto Cirio (centro-destra) ottiene il 56,1% dei voti, sconfiggendo Giovanna Pentenero (centro-sinistra) con il 33,5% e Sarah Disabato (Movimento Cinque Stelle) con il 7,7%.

San Marino: Alle elezioni parlamentari, la coalizione Democrazia e Libertà  ottiene il 41,5% dei voti  e 26 seggi su 60,  dei quali 22 vanno al  Partito Democratico Cristiano Sammarinese (democristiani) 22 e 4 ad Alleanza Riformista (centristi), la coalizione Libera-PS-PSD il 28,3% e 18 seggi,  tra cui 10 vanno a  Libera San Marino-Partito Socialista e 8 al  Partito dei Socialisti e Democratici, Repubblica Futura (socialdemocratici) ottiene il 12,0%  e 8 seggi, Domani Motus Liberi (liberalconservatori) l’8,5%  e 5 seggi, mentre RETE (sinistra ambientalista) il 5,1%  e 3 seggi. I capitani reggenti danno a Democrazia e Libertà il mandato di formare un governo.

Unione Europea: Ursula von der Leyen (Germania, PPE) è rinominata presidente della Commissione Europea e Kaja Kallas (Estonia, RE) è nominata alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. António Costa (Portogallo, S&D) è nominato presidente del Consiglio Europeo, con decorrenza dal 1° dicembre.

Iran: Nel primo turno delle elezioni presidenziali, Masoud Pezeshkian ottiene il 44,4% dei voti, Saeed Jalili il 40,4% e Mohammad Baqer Qalibaf il 14,3%. Al ballottaggio Masoud Pezeshkian viene eletto con il 54,8% dei voti contro il 45,2% per Saeed Jalili. Nota: l’Iran è un regime autoritario dove le elezioni non sono né libere né eque.

Mongolia: Nelle elezioni parlamentari, il Partito popolare mongolo (PPM, socialdemocratici) ottiene il 35,0% dei voti (68 seggi su 126), il Partito democratico (liberalconservatori) il 30,1% (42), il Partito Hun (liberali di centrodestra) il 10,4% (8), l’Alleanza nazionale (centristi) il 5,2% (4) e il Partito della volontà civile-verde (ecologisti centristi) il 5,0% (4).  Dopo le elezioni Il parlamento riconferma (all’unanimità) Luvsannamsrai Oyun-Erdene (PPM) come primo ministro.

Mauritania: alle elezioni presidenziali, il presidente in carica Mohamed Ould Cheikh El Ghazouani (liberalconservatore) ottiene il 56,1% dei voti, Biram Dah Abeid (attivista per i diritti della minoranza Haratin) il 22,1% e Hamadi Mohamed Abdi (conservatore islamico) il 12,8%. Dopo le elezioni il presidente  El Ghazouani  nouvo primo ministro  Moctar Ould Diay  al posto di Mohamed Ould Bilal.

Francia: Al primo turno delle elezioni parlamentari, il Raggruppamento Nazionale (estrema destra nazionalista) e gli alleati vincono il 33,2% dei voti (38 dei 76 seggi assegnati), il Nuovo Fronte Popolare (coalizione di sinistra) il 28,0% (32), Ensemble! (centristi liberali) il 20,0% (2), i Repubblicani (liberalconservatori) il 6,6% (1) e i vari candidati di destra il 3,7% (2). Al secondo turno delle elezioni parlamentari, il Raggruppamento Nazionale e gli alleati vincono  un totale di 142 seggi su 577, il Nuovo Fronte Popolare 178, Ensemble! 150, i Repubblicani 39 e i vari di destra 27. Il Primo Ministro Gabriel Attal annuncia le sue dimissioni.

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