La settimana passata non ha visto particolari scostamenti nei sondaggi, che confermano Macron sempre ampiamente in testa al primo turno, seguito dalla solita Marine Le Pen, ed, a seguire, da Eric Zemmour.
Il Presidente in carica si è fatto notare per il suo look, sfoggiando una felpa con la scritta “CPA10”, sigla di un commando speciale di paracadutisti delle forze armate francesi. La barba lunga e l’atteggiamento trasandato sono sembrati un richiamo un po’ forzato al leader ucraino, anche se bisogna far notare che il look casual di Macron non è certo alla prima apparizione.
Del resto è anche vero che i due suoi principali avversari di destra non avrebbero mai potuto indossarla in questo momento, per via del loro posizionamento “pacifista” verso Putin, figlio anche di mille ambiguità passate. Il paradosso della situazione attuale è che il Presidente è più vicino alle forze armate di quanto non lo siano le forze politiche di estrema destra.
Nel frattempo, la nipote di Marine Le Pen, Marion Marechal, ha rilasciato un’intervista all’AGI, spiegando le ragioni della sua scelta di campo a favore di Zemmour; ha affermato di ritrovarsi nel suo tratto “conservatore ed identitario”, che la battaglia contro la migrazione incontrollata si era molto annacquata nel suo vecchio partito (RN), dove era stata spesso contestata per le sue posizioni estremiste. Con una stoccata velenosa ha poi aggiunto che far parte della famiglia Le Pen non costituisce un obbligo genetico a votare RN (del resto anche Marine divorziò politicamente dal padre). Quindi un appello ai tre partiti della destra francese a “Fare come in Italia”: costruire un centrodestra vincente ed unito pur con all’interno anime diverse.
Infine, la novità sostanziale del quadro politico, rivendicata dalla nipote di Marine Le Pen, è la capacità attrattiva che il nuovo leader della destra francese avrebbe nei confronti del segmento medio-alto della popolazione francese, che finora sembrava refrattario alle tematiche rappresentate dal RN, e che invece pare più propenso a lasciare il tradizionale voto gollista; forse il profilo più raffinato ed intellettuale di Zemmour hanno più presa su questo target di popolazione rispetto alla Le Pen, ovvero può avere influito anche la campagna elettorale finora molto sotto tono di Valerie Pecresse, rappresentante della “destra perbene”.
Il tema dell’unità delle diverse anime in cui sono frammentate destra e sinistra è uno dei due nodi cruciali attraverso i quali si articolerà il futuro della politica francese. Il secondo sarà capire chi colmerà il vuoto lasciato da Emmanuel Macron sulla scena nazionale. Stando ai sondaggi però questo sarà probabilmente un argomento solo per la prossima campagna presidenziale.
Valerio Ponti
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