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Regionali Abruzzo 2024 – La mappa interattiva Bidimedia con i risultati comune per comune

Il 10 marzo 2024 gli elettori abruzzesi si sono recati alle urne per scegliere il nuovo Presidente dalla Giunta regionale e rinnovare i 31 componenti del Consiglio regionale. L’elezione del Presidente è diretta a turno unico, per cui il candidato che riceve più voti vince, indipendentemente dalla percentuale, senza andare al ballottaggio. La votazione del Presidente e del Consiglio è effettuata su un’unica scheda. È così possibile votare il candidato Presidente e una delle liste ad esso collegate, indicando fino a due preferenze per i candidati consiglieri della medesima lista. Se si esprimono entrambi i voti questi devono essere diretti a candidati di genere diverso, un uomo e una donna. Non è consentito il voto disgiunto, ovvero il voto ad un candidato Presidente e ad una lista che sostiene un altro candidato Presidente. E’ invece possibile votare solamente per il candidato Presidente senza esprimere nessuna preferenza per le liste collegate. In questo caso il voto viene attribuito al solo candidato Presidente e non alla sua coalizione di liste.

29 dei 31 seggi del Consiglio regionale sono distribuiti con sistema proporzionale ma la coalizione del Presidente eletto ottiene in ogni caso, come premio di maggioranza, almeno 17 seggi. Sono poi eletti automaticamente nel Consiglio regionale il Presidente eletto e il candidato Presidente che ha ottenuto il secondo maggior numero di voti.

Nella mappa interattiva in basso potete consultare i risultati comune per comune e in seguito trovate il commento sui risultati del voto.

 

 

L’Abruzzo, così denominata solo dal 1963 quando il Molise fu distaccato dalla regione Abruzzi e Molise, è diventata effettivamente operativa nel 1970 come le altre regioni a statuto ordinario. Nel corso della Prima Repubblica la regione era dominata dalla Democrazia Cristiana che aveva nelle province de L’Aquila, e soprattutto di Chieti, due sue roccaforti. Meno netto il vantaggio democristiano nel pescarese e nel teramano, nella cui zona costiera il Partito Comunista Italiano aveva una piccola roccaforte. Nelle 5 elezioni regionali che si tennero tra il 1970 e il 1990 la DC risultò sempre il partito più votato sfiorando la maggioranza assoluta dei seggi nel Consiglio regionale. Di conseguenza il Presidente della Giunta fu sempre espressione democristiana con l’appoggio prima del Centrosinistra e poi del Pentapartito.

Con l’avvento della Seconda Repubblica, la regione divenne una delle più contese tra il neonato Centrodestra berlusconiano e il Centrosinistra erede del PCI e, in parte, della DC. Nel 1995, primo voto con l’attuale sistema elettorale maggioritario, prevalse il Centrosinistra con un solo punto percentuale di margine. Nel 2000 fu invece il Centrodestra a spuntarla per poco meno di mezzo punto percentuale. Le successive elezioni del 2005 riportarono il Centrosinistra al governo abruzzese con un’affermazione netta e un margine di quasi 20 punti percentuali, in una tornata elettorale particolarmente positiva per il Centrosinistra nazionale. La legislatura finì prematuramente con l’arresto del Presidente, accusato di aver ricevuto tangenti nella sanità. Le elezioni anticipate si svolsero a fine 2008 e videro il Centrodestra ritornare al potere con un margine di 6 punti sul Centrosinistra. Nel 2014, ancora una volta gli abruzzesi bocciarono il governo uscente e scelsero il Centrosinistra che si impose con una margine di 17 punti percentuali. Fuori dai due poli si presentò per la prima volta il MoVimento 5 Stelle che convinse il 21% degli abruzzesi, in netto calo rispetto al 30% che ottenne il medesimo giorno nelle elezioni europee.

Le ultime elezioni regionali, nel 2019, videro invece la vittoria dell’attuale Presidente Marco Marsilio, esponente di Fratelli d’Italia e sostenuto da tutto il Centrodestra. Marsilio ottenne il 48% dei voti superando il candidato del Centrosinistra, Giovanni Legnini, di ben 17 punti percentuali. Il Presidente uscente, Luciano D’Alfonso, era stato eletto in Parlamento nel 2018 portando ad elezioni anticipate di qualche mese e al cambio di candidato per il Centrosinistra. Nettamente staccata al 20% la candidata del MoVimento 5 Stelle, Sara Marcozzi, che successivamente ha aderito a Forza Italia.

Con queste elezioni regionali Marco Marsilio è stato confermato Presidente della Giunta regionale. Si tratta della prima volta che il governo regionale uscente non viene sconfitto alla elezioni. Marsilio ha ottenuto il 53,5% delle preferenze staccando di 7 punti percentuali il candidato di Centrosinistra, MoVimento 5 Stelle e partiti centristi, Luciano D’Amico, fermatosi al 46,5% dei voti. Non erano presenti altri candidati, segnando il ritorno ad un bipolarismo perso ormai da un decennio.

La coalizione a sostegno di Marsilio ha ottenuto il 54,7% di voti contro il 45,3% di quella di D’Amico, segno che un numero rilevante di elettori ha votato direttamente per D’Amico senza esprimere la preferenza per una delle liste che l’appoggiavano. Questo comportamento è stato invece molto più limitato tra gli elettori di Marsilio. Fratelli d’Italia ha conquistato la posizione di prima lista regionale con il 24,1% seguita dal Partito Democratico al 20,3%. Terza Forza Italia al 13,4% mentre tutte le altre liste si sono fermate abbondantemente sotto il 10%.

Marsilio ha prevalso in 3 delle 4 province abruzzesi anche se a Pescara e Chieti il vantaggio è stato di poco superiore a 3 punti percentuali. La vera roccaforte del Centrodestra si è confermata la provincia dell’Aquila dove Marsilio ha trionfato con il 61%. D’Amico si è invece affermato nella provincia di Teramo, sua terra d’origine, per poco meno di mezzo punto percentuale. Per quel che riguarda le liste, l’ordine d’arrivo regionale si è mantenuto uguale anche a livello provinciale con l’unica eccezione della provincia di Pescara, dove il Partito Democratico è risultato primo davanti a Fratelli d’Italia.

A livello comunale, Marsilio ha prevalso nella maggior parte di comuni abruzzesi. Nella provincia dell’Aquila, Marsilio si è imposto in quasi tutti i comuni, con percentuali spesso superiori al 70% dei voti, e conquistando i 3 centri più popolosi della provincia, Sulmona e Avezzano dove ha prevalso molto nettamente, e il capoluogo regionale, L’Aquila, in cui ha ottenuto una vittoria più contenuta, di circa 5 punti percentuali.

Il Centrodestra ha dominato anche in gran parte della provincia di Pescara, con l’eccezione della zona della Maiella, in cui il Centrosinistra ha ottenuto vittorie molto nette, e il capoluogo Pescara con la vicina Spoltore, dove il Centrosinistra ha prevalso meno nettamente. Molto importante per il Centrodestra invece la vittoria di 15 punti percentuali a Montesilvano, terzo comune più popoloso dell’Abruzzo.

Nella provincia di Chieti, Marsilio ha ottenuto risultati migliori nel teatino, dove ha prevalso nel capoluogo, a Ortona e Francavilla al Mare con margini tra 2 e 4 punti percentuali, e nei comuni che circondano Vasto, mentre in quest’ultima è stato D’Amico a vincere con quasi 4 punti di vantaggio. D’Amico ha vinto in modo abbastanza diffuso nella parte interna della provincia, in molti casi ottenendo percentuali superiori al 70%. Situazione di sostanziale parità a Lanciano dove a prevalso D’Amico per 32 voti.

Infine, la provincia di Teramo mostra una situazione molto variegata. D’Amico ha vinto abbastanza agevolmente nel capoluogo e in modo ancora più netto nei comuni al confine con la provincia dell’Aquila, e in quelli centrali del litorale teramano, Giulianova e Roseto degli Abruzzi, mentre nei comuni più settentrionali del litorale, Marsilio ha prevalso senza difficoltà. Risultati a macchia di leopardo nel resta della provincia.

Testo di Francesco Migliorini

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Sam
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