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Continuiamo la pubblicazione dei post sulle regionali, oggi l’articolo è dedicato al Veneto. Oltre ai consueti dati a livello comunale, proponiamo i risultati a livello subcomunale per le cinque più grandi città, e per Venezia, anche a livello di sezione elettorale.
Luca Zaia si è ripresentato al voto per ottenere un terzo mandato consecutivo alla presidenza della regione, e gli elettori glielo hanno concesso con una percentuale plebiscitaria. Il 76,8% ottenuto, è la percentuale più elevata conseguita da un candidato alla presidenza della regione in Italia. Nella mappa non è stata inserita la consueta vista che mostra il candidato vincitore in quanto Zaia vince in tutti i comuni senza scendere mai sotto il 60%, e consegue percentuali superiori al 90% in una decina di comuni.
Segue in seconda posizione il candidato del centrosinistra Lorenzoni al 15,7%. La provenienza padovana del candidato fa sì che i risultati migliori vengano proprio dalla città euganea e da alcuni comuni della prima cintura oltre a località di storico radicamento comunista come Stienta e Battaglia Terme. Terza piazza per il grillino Cappelletti, fermo ad un misero 3,2%, che ottiene un risultato degno di nota solo a Chioggia. Gli altri sei candidati rimangono tutti sotto il punto percentuale. Non riescono ad imporsi né candidature di ambito locale e venetista, né formazioni di carattere statale come Rifondazione e Italia Viva.
Analizzando il voto di lista si osserva il notevolissimo 44,6% della lista Zaia, indice di un forte consenso del candidato che va ben oltre il solito campo del centrodestra. La lista risulta la più votata in tutte le province con variazioni comunque significative, passando dal 32% di Rovigo al 56% di Rovigo. La conseguenza immediata è il netto ridimensionamento della Lega, seconda lista più votata in tutte le province, con percentuali “accettabili” esclusivamente nel Polesine. Terza posizione per il Partito Democratico, relegato al quarto posto solo a Verona, grazie all’exploit di Fdi, che supera il 15%.
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