BiDiMedia è tornata a rilevare le intenzioni di voto nel primo sondaggio del 2022, svolto durante il mese di gennaio. Questa volta, oltre alle classiche intenzioni di voto, è stato testato uno scenario comprendente alcune possibili federazioni di liste; inoltre abbiamo rilevato le preferenze degli italiani per il prossimo inquilino del Quirinale, che verrà eletto da Parlamento e Delegati Regionali a partire dal prossimo 24/1. I dati sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica li vedremo però in un successivo articolo.
Il sondaggio è stato svolto in modalità mista CAWI/Panel, per un totale di 2675 interviste utili, con un margine d’errore del +-1.9%.
Le Intenzioni di Voto
Il sondaggio del 17 gennaio mostra rispetto al precedente (22 dicembre) la conferma della prima posizione del PD, che anzi rafforza la leadership. Il partito di Enrico Letta guadagna infatti 3 decimi di punto dal mese scorso portandosi al 21,6%.
Nella lotta interna al Cdx per la seconda piazza, l’inizio 2022 sorride alla Lega: FdI pare aver perso lo slancio dell’anno passato e perde 3 decimi, attestandosi al 18,5%; minimo guadagno per la Lega (+0.1 al 19%) che riesce comunque a stabilizzarsi al secondo posto. A sorridere però è soprattutto il PD, che vede il vantaggio allargarsi a 2,6 punti, ormai ampiamente oltre al margine di errore del nostro sondaggio.
Nella coalizione Giallorosa non sono però tutte rose e fiori, anzi l’unico partito a crollare in questo inizio di 2022 è il M5S: -0,8 al 14,2% per il Movimento guidato da Giuseppe Conte. Proprio l’appannamento della figura dell’ex Presidente del Consiglio, unita a una generale inconsistenza politica e mediatica dei 5 Stelle, può spiegare la tendenza al calo grillino.
Tra i partiti medi, poco movimento per FI al 6,9% (+0.1), mentre la maggiore novità del sondaggio BiDiMedia di gennaio si ritrova nel campo liberale.
A seguito dell’ufficializzazione della federazione tra +Europa e Azione di Carlo Calenda, torniamo infatti a sommare unitariamente le due formazioni anche nello scenario base. Altre federazioni ipotetiche saranno invece presenti nello scenario alternativo. La neonata formazione lberal-progressista riscuote in partenza un buon successo, attestandosi al 5,4%, con mezzo punto in più rispetto alla somma dei due partiti rilevati a dicembre. Dal nostro sondaggio sembra quindi emergere un reale spazio liberale, a patto di trovare maggiore unità tra i piccoli (e irrilevanti) partiti d’area.
Chiudono la slide dei partiti principali Sinistra Italiana al 1,9% (+0,1) e IV, stabile al 1,7%. Per il partito di Renzi la federazione +EU-AZ potrebbe essere fonte di non pochi grattacapi.
I partiti minori
Il sondaggio BiDiMedia ha sondato come sempre anche un vasto numero di partiti, di cui vediamo ora i principali.
I Verdi subiscono probabilmente la competizione della nuova coalizione liberale e calano di due decimi al 1,7%; giù di un decimo Italexit (1,2%), Possibile (0,6%) e PC (0,5%). A crescere, sempre di un decimo, sono Coraggio Italia (0,8), in piene negoziazioni per le scelte sul Quirinale, Il Popolo della Famiglia (0,6%) e PRC-PCI (0,6%). Stabili Art.1-MDP (1,4%), PaP (0,7%), i regionalisti di SPV-UV (0,5%) e Volt Italia (0,5%). Crescono di due decimi (1,7%) “altri”, le formazioni citate singolarmente da alcuni votanti e troppo piccole per essere sondate singolarmente.
Infine i dati sul numero di votanti: cala nettamente l’affluenza al 60,2% (-1,5), mentre tornano a crescere gli indecisi di due punti al 29%.
Scenario con Potenziali Federazioni
Lo scenario alternativo del Sondaggio BiDiMedia di gennaio 2022 ha visto proporre al nostro campione un insieme di partiti con alcune possibili federazioni di liste. Oltre a quella già vista tra +Europa e Azione, abbiamo aggiunto il rientro di Art1-MDP con il PD; inoltre sono state inserite le unioni tra Verdi e Sinistra Italiana, sul modello dei partiti “rossoverdi” presenti in Europa, e quella centrista tra IV e Coraggio Italia, di cui si è discusso nelle ultime settimane.
Le intenzioni di voto con questo scenario politico “semplificato”, con meno partiti, non varia nelle prime 4 posizioni, ma qualcosa cambia a livello numerico. PD infatti sempre primo ma sopra al 22% grazie all’unione con Art1, anche se dai Democratici sembra esserci un lieve flusso in uscita (la pura somma matematica PD-Art.1 è superiore).
Se i maggiori partiti di Centrodestra sono quasi invariati rispetto alle intenzioni di voto base, i 5 Stelle perdono altri 6 decimi e scendono sotto al 14%. Il motivo è un flusso di voti in uscita verso la federazione Rosso-Verde, che sembra attrattiva per una parte dei Pentastellati.
Ulteriore crescita di mezzo punto dallo scenario base per Azione/+EU (6,1%). Probabile conseguenza dello spostamento a Sinistra del PD dovuta al rientro di Art.1, che ha portato qualche elettore liberale a muoversi dai Dem alla nuova federazione AZ/+EU; inoltre parte dei 3 decimi persi da FI sono qui confluiti.
Esordio positivo per una potenziale compagine di Sinistra Ecologista: 4,6%, superiore di 1 punto esatto rispetto alla somma dei singoli partiti, grazie a voti drenati da liste minori d’area e dal M5S. Come per i liberali, anche in questo caso sembra esserci spazio per una formazione che pesi più dei tanti piccoli partiti di Sinistra ed Ecologiste. Inoltre, in questo momento il “brand” verde ed ecologista risulta piuttosto attrattivo.
Ultima federazione proposta è quella tra Italia Viva e Cambiamo. In questo caso, la nuova compagine non incontra l’entusiasmo degli elettori: 2,4%, appena sotto la somma delle due liste. Pesa in particolare la scelta di IV di dialogare con un partito di Cdx; gli elettori, ereditati dal PD, non approvano al 100% quello che appare sempre più un cambio di schieramento.
Infine i dati sul numero di votanti: con questo scenario cresce leggermente l’affluenza al 60,7%, mentre calano gli indecisi di 1 punto al 28%.
La fiducia nel governo
La fiducia nell’esecutivo Draghi (Molta + Abbastanza) viene rilevata al 49%, in calo di due punti rispetto al precedente sondaggio BiDiMedia. Fiducia ancora alta, ma si tratta del secondo calo consecutivo, in entrambi i casi di due punti: inizia a incrinarsi il rapporto tra il governo di unità nazionale e gli italiani? Lo vedremo dalle prossime rilevazioni.
La fiducia nel Governo cala in particolare nel PD (anche se ancora elevatissima), con il 79% (-3%). Nonostante il calo, solo il 18% tra i Dem è contrario all’operato dell’esecutivo.
La fiducia nel Governo è invece stabile nel Movimento 5 stelle, nel quale i giudizi positivi totali si attestano al 40%, minoritari ma non troppo distanti dal 57% di poca o nessuna fiducia. Il M5S resta il partito con gli elettori più indecisi sul giudizio sul Governo Draghi, in cui favorevoli e contrari più o meno si equivalgono. Fiducia sempre elevatissima e stabile nell’elettorato dei partiti di Centro/Liberali: i molto favorevoli sono il 66% tra gli elettori di Azione, Più Europa ed Italia Viva, chi ha abbastanza fiducia il 28%.
La Sinistra è fortemente ostile all’esecutivo, mentre in Art1 prevalgono i favorevoli, anche se con pochissimi entusiasti (molto favorevoli solo al 4%) e altrettanto pochi del tutto sfavorevoli (2%): un partito con posizioni piuttosto moderate sul Governo.
Per quanto riguarda il Centrodestra, stabile la poca fiducia nel governo tra gli elettori di FDI (24%). In lieve crescita (+1) invece l’apprezzamento per l’esecutivo da parte degli elettori Lega, al 54%. Come nel PD cala invece l’approvazione per il governo in uno dei partiti più entusiasti per Draghi, Forza Italia (83% complessiva).
In generale, si coglie un segnale per il governo nella perdita di fiducia proprio tra i partiti che più hanno sostenuto l’esperienza Draghi.
Chi vincerà le politiche?
In questo sondaggio, come già a dicembre, abbiamo anche chiesto un parere su chi vincerà le prossime elezioni politiche che si terranno, salvo imprevisto collasso della maggioranza di governo, nel 2023. Il risultato resta, come nella precedente rilevazione, piuttosto netto: il 47% è convinto che a vincere sarà il Centro-Destra, con una minima diminuzione (-1) da dicembre 2021. Cala anche chi pensa che a trionfare sarà il Centro-Sinistra (appena il 12%) mentre un quota rilevante di italiani ritiene che sarà un sostanziale pareggio (27%). Gli indecisi (“Altro/non so”) si attestano al 15%. Nei prossimi mesi riproporremo ancora la domanda, in modo da poter osservare eventuali variazioni e trend.
È tutto per oggi, ma nei prossimi giorni BiDiMedia tornerà con il resto del sondaggio di gennaio, riguardante i pareri degli italiani sulle prossime elezioni per il Presidente della Repubblica.
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