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“In Piemonte, la battaglia decisiva”. La Stampa, 14 maggio.
Il 26 maggio insieme alle elezioni per il Parlamento Europeo, i cittadini piemontesi saranno chiamati a rinnovare il Consiglio regionale e a scegliere così il prossimo presidente di regione.
In Piemonte si presentano quattro candidati con diverse liste a supporto.
Sergio Chiamparino, 71 anni, è il presidente uscente e dopo mesi di indecisione nel 2019 ha scelto di tornare in campo nel difficile tentativo di tenere la regione. Ex deputato ed ex sindaco di Torino, ha sette liste dietro di lui. A sostenerlo ci sono il Partito Democratico, Più Europa, Italia in Comune (la lista di Federico Pizzarotti), Liberi, Uguali, Verdi (lista capitatanata dal consigliere Marco Grimaldi), i Moderati per Chiamparino (partito di Giacomo Portas), Democrazia Solidale e Chiamparino per il Piemonte del Sì (lista civica).
Alberto Cirio, 47 anni, è un eurodeputato di Forza Italia. È stato vicesindaco di Alba, la sua città, per tre mandati e consigliere regionale per due legislature. Di una sua candidatura alla regione si è iniziato a parlare oltre un anno fa, ma il via libera al suo nome è stato dato solo a fine marzo di quest’anno. Ha cinque liste a sostenerlo: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Unione di Centro e Sì Tav Sì lavoro per il Piemonte nel cuore (lista creata da dall’ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino e dal consigliere uscente Gian Luca Vignale). Un limite è stato posto alle liste civiche da Forza Italia, che temeva vedere erodere il suo consenso.
Giorgio Bertola, 49 anni, è un consigliere uscente del Movimento 5 Stelle. In precedenza ha lavorato in ambito commerciale per aziende di prodotti e servizi come dipendente e come libero professionista. È uno dei primi grillini del Piemonte e nel 2008 contribuì a fondare a Moncalieri un “Meetup” degli Amici di Beppe Grillo. A sostenerlo c’è solo la lista del Movimento 5 Stelle.
Valter Boero, 65 anni, è un professore associato al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino. È il candidato del Popolo della Famiglia. Il partito di Mario Adinolfi ha provato a entrare nella coalizione di centrodestra, ma gli è stato detto di no.
La campagna elettorale in Piemonte è stata molto spenta. Pochi soldi e un risultato (quasi) scontato non hanno suscitato particolare interesse nella competizione elettorale.
Sergio Chiamparino ha articolato la sua strategia su due direttrici: la sua persona e lo scontro con il governo.
Da mesi ha intrapreso una battaglia sulla TAV partecipando alle manifestazioni in Piazza Castello a Torino, che hanno visto migliaia di cittadini scendere in piazza, e ingaggiando così un forte scontro con il governo e la sua indecisione sull’Alta Velocità. Ha tra le altre cose cercato di convocare un referendum regionale sull’argomento, anche se è stato fermato dal Ministero dell’Interno. È poi andato allo scontro con Matteo Salvini sul Decreto Sicurezza, contro cui la Regione ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale.
La seconda direttrice, come detto, è invece la sua persona. Chiamparino sta puntando su sé stesso, sfruttando la sua popolarità e il fatto di essere conosciuto da praticamente tutti. Non cerca di presentarsi come il candidato del centrosinistra, ma come colui che può andare avanti con il buon governo degli ultimi anni. Ma non parla quasi mai di ciò che ha fatto, conscio del fatto che rivendicare l’attività di governo non premia particolarmente.
La sua campagna è comunque stata, in particolar modo, nei primi mesi abbastanza sottotono. Solo negli ultimi giorni si è assistito a una ripresa. Sembra che l’ex sindaco di Torino creda alla “remuntada”.
La campagna di Alberto Cirio è stata ancora più spenta di quella di Chiamparino. Il fatto di essere semi-sconosciuto e di essere partito tardissimo non ha aiutato. L’idea che l’elezione sia anche scontata, vedendo come sono andate le altre, ha sicuramente contribuito.
Il suo slogan è “Un’altra velocità per il Piemonte”. Ha presentato il programma elettorale solo l’11 maggio, quindici giorni prima delle elezioni. Negli ultimi giorni si è concentrato in particolar modo sulla sicurezza, seguendo le orme di Salvini, e sul mondo imprenditoriale, storico bacino elettorale del centrodestra.
Il grande vantaggio di Cirio è il fatto che si voti con le europee. L’ottimo risultato che la Lega dovrebbe avere sarà fondamentale per l’effetto “trascinamento”. Salvini inoltre ha visto diverse città in Piemonte, tra cui Settimo Torinese, Fossano, Bra, Biella, Cuneo. È stato anche a Torino, ma la manifestazione non è andata particolarmente bene. Con neanche 500 persone presenti è stata giudicata un flop.
Giorgio Bertola è completamente stato assente dal dibattito politico piemontese. Da subito è stato chiaro che avrebbe avuto un ruolo da comprimario e nessuna possibilità di avere qualche speranza. Il fatto che sia candidato anche come consigliere certifica questa cosa.
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