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IL GIRAMONDO – Elezioni a Panama, il ritorno di Ricardo Martinelli, il “Berlusconi panamense”

File:Flag of Panama (bordered).svg - Wikipedia

Domenica 5 maggio si terranno le elezioni generali a Panama.​ In queste elezioni vengono eletti il presidente e il vicepresidente della Repubblica, 20 deputati al Parlamento Centroamericano , 71 deputati all’Assemblea Nazionale e 81 sindaci.  A causa dei limiti costituzionali al mandato,  il presidente in carica Laurentino Cortizo del Partito Democratico Rivoluzionario (PRD, centrosinistra) non si può candidare per un secondo mandato consecutivo. 

Il candidato  favorito in queste elezioni presidenziali era il miliardario ed ex presidente di centrodestra Ricardo Martinelli, il quale tuttavia è stato condannato con l’accusa di riciclaggio nel luglio dell’anno scorso e, avendo la corte d’appello confermato la sentenza lo scorso febbraio, la sua candidatura è stata respinta. L’ex ministro della Pubblica Sicurezza José Mulino, che era stato scelto da Martinelli come vicepresidente, lo ha quindi sostituito come candidato alla presidenza.

Per evitare di essere arrestato, subito dopo la sentenza della corte d’appello, Ricardo Martinelli si è rifugiato nell’ambasciata del Nicaragua, chiedendo asilo politico. Da allora, attraverso i suoi social media e quelli del suo cane Bruno, Martinelli ha gestito da remoto la campagna elettorale di José Mulino e dei partiti che lo appoggiano.

Prima di essere squalificato, Martinelli aveva un buon vantaggio nei sondaggi, e ora Mulino sembra continuare ad avere un netto vantaggio sui suoi 3 maggiori avversari:  il liberale Ricardo Lombana, l’ex presidente Martín Torrijos e il liberalconservatore Rómuo Roux. Le elezioni panamensi non prevedono un secondo turno, il che significa che viene eletto chiunque ottiene un voto in più del secondo arrivato.

Nelle ultime settimane i suoi rivali hanno concentrato i loro attacchi contro Mulino, ma lui non ha partecipato ai dibattiti televisivi e ha in gran parte evitato le interviste. Si sa poco  delle sue proposte politiche per un Paese che si trova ad affrontare sfide urgenti. Si prevede che la chiusura della vasta  miniera di rame di Cobre Panamá causerà una perdita del 4% del PIL, il sistema di previdenza sociale  si trova ad affrontare una crisi di liquidità che lo ha portato sull’orlo della bancarotta e il debito estero è aumentato del 78% a 47 miliardi di dollari rispetto a cinque anni fa. Altro grave problema è stata una siccità prolungata che ha ridotto la portata d’acqua del canale di Panama (che è alimentato non dall’oceano ma dai laghi circostanti), la quale ha ridotto fortemente i transiti navali nel canale, ritardando le spedizioni.   

La cosa principale che promette Mulino è quindi il “ritorno” dell’era di Martinelli. Molti elettori ricordano il boom economico durante la presidenza Martinelli, quando la crescita del PIL superava regolarmente il 6%. Adesso Mulino promette una crescita del 7%, una maggiore occupazione giovanile, il salario minimo più alto dell’America Latina e grandi progetti infrastrutturali. Ha anche promesso di aiutare Martinelli a sfuggire alla sua condanna.

Un altro aspetto della popolarità di Martinelli è il fatto che, in quanto imprenditore, è considerato un “non-politico”, lontano da quella che viene considerata l’élite politica ed economica dei rabiblancos, cioè delle grandi famiglie bianche che domina il paese da decenni. Nel 2022 e nel 2023, Panama è stata scossa da due movimenti di protesta senza precedenti. Il primo è stato innescato dall’aumento del costo della vita e,dai servizi sociali carenti, mentre il secondo è scoppiato in opposizione alla rinegoziazione del contratto minerario di Cobre Panamá, che poi è stato dovuto essere annullato a causa delle proteste.

Entrambi i movimenti hanno rivelato un’ampia sfiducia pubblica nei confronti del presidente Laurentino Cortizo e del Partido Revolucionario Democrático (PRD) al potere  per il suo coinvolgimento in una serie di scandali di corruzione e per non aver soddisfatto i bisogni degli elettori . Un altro grosso problema è la crescente influenza che le cosche criminali legate al traffico di droga hanno sulla politica e sull^’economia del paese.

Tutti i principali candidati propongono modifiche significative alla costituzione di Panama. La maggior parte di essi vuole introdurre un secondo turno per le elezioni presidenziali. Cortizo ha vinto nel 2019 con un terzo dei voti espressi, Mulino potrebbe farlo con appena un quarto. Ma saranno necessarie riforme più ampie per prevenire l’ulteriore decadimento delle istituzioni pubbliche.

Il candidato liberale Ricardo Lombana e quello liberalconservatore Ricardo Roux vogliono istituire un’assemblea costituente per rafforzare le istituzioni di Panama ed evitare che diventi un narcostato. Anche l’ex presidente Martin Torrijos, figlio dell’eroe nazionale panamense Omar Torrijos, è favorevole al cambiamento costituzionale, ma ha avvertito che non sarebbe la soluzione per i problemi del Paese.

Da quando gli Stati Uniti hanno ceduto il controllo del Canale nel 1999, Panama ha vissuto oltre vent’anni di forte crescita economica. Resta, tuttavia, il terzo paese più disuguale dell’America Latina per quanto riguarda la distribuzione della ricchezza.  Nel 2024 il Paese dovrà affrontare grandi sfide economiche, ma le difficoltà politiche sono altrettanto gravi.

 

IL SISTEMA POLITICO-ELETTORALE

Coat of arms of PanamaPanama è una repubblica democratica rappresentativa presidenziale, basata su un sistema multipartitico, in cui il presidente di Panama è sia capo di stato che capo di governo. Il potere esecutivo è esercitato dal presidente. Il potere legislativo è conferito all’Assemblea Nazionale . La magistratura è indipendente dall’esecutivo e dal legislativo.

La Costituzione panamense prevede tre organismi indipendenti con responsabilità chiaramente definite: il Controllore Generale della Repubblica, che ha la responsabilità di gestire i fondi pubblici; il Tribunale Elettorale, che ha la responsabilità di garantire la libertà, la trasparenza e l’efficacia del voto popolare; e il Ministero della Pubblica Amministrazione, che vigila sugli interessi dello Stato e dei Comuni.

Il presidente e il vicepresidente sono eletti con scrutinio unico per un mandato di cinque anni mediante voto popolare diretto. I presidenti non possono candidarsi immediatamente alla rielezione, ma possono ricandidarsi dopo aver aspettato cinque anni.

L’Assemblea Nazionale (Asamblea Nacional) è composta da 71 membrii e viene rinnovata ogni 5 anni in corrispondenza delle elezioni presidenziali. I deputati dei distretti rurali vengono scelti con sistema maggioritario uninominale a turno unico , mentre i distretti cittadini  eleggono più  deputati mediante sistema proporzionale.

Il Democracy Index dell’Economist Intelligence Unit classifica Panama come una “democrazia imperfetta” al livello di paesi tipo Sudafrica, Giamaica, Suriname e Timor Est.

Nelle prossime pagine, la storia politica del paese, i risultati elettorali recenti, i principali partiti politici ed i candidati alla presidenza.

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