Panama è un paese che festeggia la propria indipendenza in due date diverse: la prima è il 28 novembre 1821, quando divenne indipendente dalla Spagna, e il 3 novembre 1903, anno della separazione dalla Colombia. Il nuovo stato nacque su pressione degli Stati Uniti che furono il primo paese a riconoscere l’indipendenza del nuovo stato, inviando l’esercito per proteggerlo da una possibile invasione colombiana e facendo firmare al nuovo governo panamense il Trattato Hay-Bunau Varilla che garantì il diritto agli USA di costruire e amministrare indefinitamente il Canale di Panama.
Dal 1903 al 1968, Panama è stata una repubblica dominata da un’oligarchia orientata al commercio. Le due formazioni politiche principali erano il Partito Liberale Nazionale e il Partito Conservatore, che si alternarono al governo per la prima metà del secolo scorso. Durante gli anni ’50, l’esercito panamense iniziò a sfidare l’egemonia politica dell’oligarchia. Nel 1964 ci fu una sollevazione popolare (rivolta del Giorno dei Martiri) contro il regime oligarchico e il governo degli Stati Uniti per la sua occupazione della Zona del Canale che fu soffocata duramente dall’esercito. Nelle elezioni presidenziali del 1968 l’ex presidente Arnulfo Arias che aveva creato il Partito Panameñista (PP) formazione di destra populista fu eletto presidente per la terza volta. Arias, che da giovane era stato un ammiratore di Mussolini era già stat destituito due volte dall’esercito a causa delle sue tendenze autoritarie. Anche stavolta i generali lo fecero dimettere, ma stavolta, invece di far eleggere un altro presidente dall’Assemblea Nazionale, presero il potere direttamente instaurando una giunta militare guidata dal comandante della Guardia Nazionale, il generale Omar Torrijos.
Torrijos attuò una politica di sinistra populista, con l’inaugurazione di scuole e la creazione di posti di lavoro e la ridistribuzione dei terreni agricoli. Le riforme furono accompagnate da un importante programma di opere pubbliche. Si oppose anche allo strapotere delle multinazionali nordamericane nel paese, costringendole ad aumenti salariali per i lavoratori e a ridistribuire 180.000 ettari di terra incolta. Nel febbraio 1974, seguendo il modello petrolifero dell’OPEC, tentò di formare senza con gli altri Stati centroamericani l’Unione dei paesi esportatori di banane ma l’opposizione delle multinazionali, USA fece fallire il progetto. La sua politica promosse l’emergere di una classe media e la rappresentanza delle comunità indigene. Il 7 settembre 1977, Torrijos e il presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter firmarono i trattati Torrijos-Carter per il trasferimento completo del Canale e delle 14 basi militari statunitensi dagli Stati Uniti a Panama entro il 1999. In cambia il trattato concesse agli Stati Uniti un diritto perpetuo di intervento militare.
Torrijos morì in un misterioso incidente aereo il 31 luglio 1981. Le circostanze della sua morte generarono accuse e speculazioni sul fatto che fosse stato assassinato dai servizi segreti USA. Dopo la morte di Torrijos, le istituzioni democratiche furono formalmente ripristinate, tuttavia le Forze di Difesa di Panama (PDF) continuarono a dominare la vita politica dietro una facciata di governo civile, mentre la scena politica era dominata dal Partito Rivoluzionario Democratico (PRD), formazione di sinistra populista fondata da Torrijos. Negli anni ’80 emerse la figura del generale Manuel Noriega che aveva il controllo sia del PDF che indirettamente del governo civile e aveva creato i Battaglioni Dignità per aiutare a reprimere l’opposizione.
Nonostante la collaborazione sotto copertura con il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan nella sua guerra contro i Contras in Nicaragua, le relazioni tra gli Stati Uniti e Panama peggiorarono dopo che emerse il coinvolgimento di Noriega nell’ affare Iran-Contras, con cui l’amministrazione Reagan aveva venduto di nascosto armi all’Iran con i cui proventi aveva finanziato i Contras nicaraguensi. A seguito di violente dimostrazioni anti-USA nel paese, nel 1987 gli Stati Uniti congelarono gli aiuti economici e militari a Panama. Le tensioni si acuirono nel febbraio 1988 quando Noriega fu incriminato dai tribunali statunitensi per traffico di droga. Nell’aprile 1988, Reagan fece congelare i beni del governo panamense nelle banche statunitensi, trattenendo le commissioni per l’utilizzo del canale di Panama e bloccando i fondi esteri dei leader panamensi vicini a Noriega. Il paese precipitò in una crisi sociale ed economica.
Nelle elezioni del 1989 le opposizioni al regime di Noriega si presentarono unite dietro alla candidatura di Guillermo Endara. I primi risultati davano Endara nettamente in testa, ma il regime di Noriega decise di annullare le elezioni accusando gli USA di aver organizzato brogli su vasta scala, arrestando vari esponenti dell’opposizione. Le tensioni tra i due paesi aumentarono tanto che il governo USA iniziò a mandare migliaia di truppe nelle loro basi nella zona del Canale. Il 20 dicembre 1989 le truppe USA invasero Panama nell’operazione “giusta causa” arrestando Noriega (che si era rifugiato nell’ambasciata del Vaticano), installando Endara alla presidenza, che prestò giuramento quello stesso giorno all’interno di una base militare USA. Il bilancio dell’invasione fu di circa 300 vittime.
Una volta al potere il presidente Endara decise di trasformare l’esercito panamense in una forza di polizia sotto il controllo civile e rafforzare le istituzioni democratiche. Il nuovo governo tuttavia non fu in grado di reprimere la criminalità e a migliorare le condizioni di vita dei cittadini, tanto che alle successive elezioni del 1994 tornò al potere il PRD con l’elezione del presidente Ernesto Pérez Balladares. Quest’ultimo riuscì a riabilitare l’immagine del PRD agli occhi degli Stati Uniti, lavorando a stratto contatto con il governo USA per l’attuazione dei trattati sulla gestione del Canale.
Alle elezioni del 1999 tornò al potere la destra con l’elezione alla presidenza di Mireya Moscoso, vedova dell’ex presidente Arnulfo Arias, che sconfisse il candidato del PRD Martín Torrijos , figlio del defunto dittatore. Durante la sua amministrazione, Moscoso si concentrò soprattutto sui accordi di libero scambio con gli USA e altri paesi del continente americano. L’amministrazione Moscoso gestì con successo il trasferimento del Canale di Panama dagli USA al governo panamense, oltre a collaborare con gli USA nella lotta contro il narcotraffico, il contrabbando di veicoli rubati e nelle investigazioni sulle associazioni terroristiche internazionali.
Nonostante i successi della presidenza Moscoso, le elezioni presidenziali del 2004 furono vinte da Martín Torrijos e dal PRD. Cinque anni dopo, non potendo Torrijos ricandidarsi per un secondo termine, tornò al potere i conservatori con la vittoria schiacciante del magnate conservatore dei supermercati Ricardo Martinelli. Gli anni della presidenza Martinelli coincisero con un periodo di forte crescita economica del paese, garantendo a Martinelli un forte consenso popolare. Nell’aprile de 2012 l’ex direttore de L’Avanti!Valter Lavitola, amico del presidente Martinelli, viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della procura di Napoli in merito a un’ipotesi di corruzione internazionale per presunte tangenti a politici panamensi per la realizzazione di carceri e l’acquisizione di appalti. Per ottenere illecitamente alcune commesse milionarie, Lavitola avrebbe pagato tangenti anche a Martinelli e a vari esponenti del suo governo. Martinelli avrebbe avuto finanziamenti illegati anche da parte di Finmeccanica. Il rapporto tra Lavitola e Martinelli era così stretto che fu lo stesso Lavitola nell’agosto 2011 ad ospitare a Villa Certosa, residenza estiva dell’allora primo Ministro italiano Silvio Berlusconi il Presidente panamense.
Cinque anni dopo, al presidente Martinelli successe Juan Carlos Varela, esponente della destra del Partito Panamense. Nel 2019 infine è tornato al governo il Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) con l’elezione alla presidenza di Laurentino “Nito” Cortizo con solo il 33,3% dei voti, grazie alla divisione dei voti degli elettori di destra tra due candidati contrapposti.
Nelle prossime pagine, gli sviluppi politici recenti, gli ultimi risultati elettorali, i principali partiti politici ed i candidati alla presidenza.
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