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IL GIRAMONDO – Elezioni in Estonia. Kaja Kallas verso la riconferma?

 

File:Flag of Estonia (bordered).svg - Wikipedia Il più ricco, il più democratico e il più liberale tra i paesi dell’ex URSS, il più integrato con l’Europa tra i paesi nordici. Gli elettori dell’Estonia, il piccolo gioiello ex sovietico sul mar Baltico,  sono chiamati il prossimo 5 Marzo  al rinnovo dei 101 seggi del “Riigikogu”, il parlamento monocamerale nazionale.
E’ la nona volta che i cittadini estoni eleggono il loro parlamento dall’indipendenza del paese dall’Unione Sovietica nel 1991. Le elezioni si svolgono alla scadenza naturale del parlamento eletto nel 2019.

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 ha profondamente scosso la piccola nazione baltica. L’Estonia ha rapidamente assunto un ruolo di primo piano all’interno dell’Unione Europea e della NATO spingendo per la solidarietà con Kiev e sanzioni contro Mosca. La protagonista  di questa battaglia è stata la prima ministra Kaja Kallas.

La 45-enne  Kaja è una “figlia d’arte”  dato che anche suo padre, Siim Kallas era stato Primo Ministro tra il 2002 e il 2003.  La leader del Partito della Riforma (liberali europeisti) è andata a guidare il governo nel 2021 dopo che il suo predecessore, Jüri Ratas, leader del Partito di Centro (votato in gran parte dai cittadini estoni di etnia russa), che guidava una coalizione di centrodestra, si era dimesso a causa di uno scandalo.  Dopo aver guidato per circa un anno un governo di “larga coalizione” tra Partito della Riforma e Partito di Centro, la scorsa estate la Prima Ministra ha estromesso quest’ultimo , sostituendolo con il partito socialdemocratico e con il partito conservatore Isamaa.

La Prima Ministra Estone si è dimostrata un “falco”, senza paura di far arrabbiare non solo la Russia ma anche gli alleati dell’UE e della NATO. Ha criticato, ad esempio, gli sforzi del presidente francese Emmanuel Macron per mantenere una linea di comunicazione con il presidente russo Vladimir Putin e ha chiesto che i turisti russi siano banditi dall’UE, una proposta alla quale paesi come Germania e Francia si sono opposte. Per Kallas la pace non può essere l’obiettivo finale se significa cedere territori ad un regime che sta portando avanti una “guerra genocida” come quello di Putin.  

La preoccupazione maggiore per  Kallas è costituita dall’estrema destra di EKRE,  un partito estremamente scettico verso la UE e verso la NATO che è in ascesa nei sondaggi.  Tra il 2019 e il 2021 EKRE era stato al governo in una litigiosa coalizione di destra comprendente il Partito di Centro e Isamaa.  Le alleanze di governo di Kallas, prima con il Partito di Centro e poi con Isamaa, sono servite a dividere EKRE dai suoi due possibile alleati di governo ma niente si può escludere nel panorama politico estone, che ha visto negli ultimi 20 anni giravolte politiche e cambi di maggioranza inaspettati.  Se da una parte EKRE è in crescita, dall’altra parte si prepara a fare ingresso in parlamento un nuovo partito liberale europeista, Estonia200, che potrebbe essere potenzialmente un prezioso alleato di Kallas nel caso che la maggioranza uscente di governo non fosse riconfermata dopo le elezioni.

 

 

IL SISTEMA POLITICO-ELETTORALE

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L’Estonia è una repubblica democratica rappresentativa parlamentare, basata su di un sistema multipartitico. Il potere esecutivo è esercitato governo, guidato dal Primo Ministro. Il potere legislativo è esercitato  dal parlamento. Il potere giudiziario è indipendente da quello legislative ed esecutivo.

Il Presidente della Repubblica è eletto dal parlamento per un mandato di 5 anni, rinnovabile al massimo una volta.

Il parlamento dell’ Estonia, il “Riigikogu”, è composto da 101 membri, eletti ogni 4 anni con sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 5%. E’ possibile la presentazione di candidature indipendenti. In tal caso il candidato viene eletto nel caso che la percentuale dei voti che prende sia sufficiente ad ottenere un seggio.

Secondo il “Democratic Index” del settimanale The Economist, l’Estonia è una cosiddetta “Democrazia Imperfetta”, al livello di paesi tipo Grecia, Israele, Portogallo e Repubblica Ceca.

 

 

Nelle prossime pagine, la storia politica del paese, i risultati elettorali recenti e i principali partiti politici.

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