Sabato 25 settembre gli elettori islandesi si recano alle urne per rinnovare i 63 seggi dell’Althing, il parlamento unicamerale del paese. L’attuale coalizione di governo, uscita dalle elezioni del 2017, è un’inedita alleanza destra-centro-sinistra, nata dopo negoziati che sono durate settimane. Il governo è infatti formato dal Partito dell’Indipendenza (conservatori liberisti), la Sinistra-Movimento Verde (sinistra socialista ecologista) e il Partito Progressista (centristi agrari) e guidata dalla leader della sinistra Katrín Jakobsdóttir, con il leader conservatore ed ex primo ministro Bjarni Benediktsson come ministro delle finanze.
Questa volta ben nove partiti, incluso il nuovo Partito Socialista, potrebbero ottenere abbastanza voti da ottenere seggi in Parlamento, rendendo difficile la ricerca di una maggioranza parlamentare. Nel frattempo i partiti che fanno parte dell’attuale coalizione di governo sono ai ferri corti il che rende improbabile in ogni caso una conferma del governo uscente. Oltre a tutto ciò, la pandemia di coronavirus ha dominato la vita politica dell’ultimo anno e la gestione della situazione da parte del governo e gli approcci proposti dai vari partiti al COVID-19 influiranno pesantemente sulle scelte degli elettori.
IL SISTEMA POLITICO – ELETTORALE
repubblica democratica rappresentativa parlamentare , in cui il presidente è il capo dello stato , mentre il primo ministro islandese funge da capo del governo in un sistema multipartitico . Il potere esecutivo è esercitato dal governo. Il potere legislativo è conferito sia al governo che al parlamento, l’ Althing . La magistratura è indipendente dall’esecutivo e dal legislatore.
Il Presidente dell’Islanda è il Capo dello Stato e svolge un ruolo quasi esclusivamente cerimoniale. Il Presidente viene eletto dal parlamento per un mandato di 4 anni rinnovabile più volte.
L’Althing, il parlamento monocamerale islandese, è formato da 63 membri, eletti per un periodo di 4 anni con metodo proporzionale con liste bloccate in sei circoscrizioni da 8 a 13 seggi ciascuna. Dei 63 seggi, 54 sono eletti utilizzando i risultati della circoscrizione elettorale e determinati utilizzando il metodo d’Hondt. I restanti nove posti supplementari vengono assegnati ai soggetti che hanno superato la soglia elettorale nazionale del 5% per dare loro un numero totale di posti equivalenti alla loro quota proporzionale nazionale di voto.
Secondo il “Democratic Index” del settimanale The Economist, l’Islanda è una cosiddetta “Democrazia Completa”, il secondo paese più democratico del mondo dopo la Norvegia, al livello di paesi tipo Svezia, Nuova Zelanda e Canada.
Nelle prossime pagine, la storia politica del paese, i gli sviluppi politici recenti, i principali partiti politici e gli ultimi sondaggi.
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