Quale governo per la Germania dei prossimi anni? Una coalizione “Semaforo”? “Kenya”? “Giamaica”, “RRG”? Oppure un’altra “Grosse Koalition”? Domenica 26 settembre i cittadini tedeschi si recano alle urne in elezioni storiche che segnano la fine di 16 anni ininterrotti di governo guidato dalla cancelliera Angela Merkel, la quale lascia un vuoto politico difficilmente colmabile. Questa sarà la prima volta nella storia del dopoguerra che un Cancelliere in carica non cerca la rielezione.
Il governo attuale è una “Grande Coalizione” (in tedesco Grosse Koalition” tra i due più grandi gruppi del parlamento federale: la cosiddetta “Unione” di centrodestra formata da CDU e CSU e i socialdemocratici della SPD, che va avanti dalle elezioni del 2013. Nella legislatura uscente, il governo guidato dalla cancelliera Merkel (che è al potere ininterrottamente dal 2005) è stato soggetto a un’intensa instabilità. Nel 2018 l’alleanza tra CDU e CSU ha rischiato di rompersi sulla politica dei richiedenti asilo. Il ministro dell’Interno e leader della CSU Horst Seehofer, dopo il pessimo risultato del suo partito alle elezioni bavaresi del 2018 è stato sostituito alla guida del partito dal nuovo ministro-presidente bavarese Markus Söder.
Nel dicembre del 2018 la Merkel ha annunciato le sue dimissioni da leader della CDU e la sua decisione di dimettersi da Cancelliere della Germania dopo le elezioni politiche. La candidata preferita della Merke la per la leadership del partito, Annegret Kramp-Karrenbauer , sconfisse di misura Friedrich Merz esponente dell’alla destra del partito diventando la nuova leader della CDU. Tuttavia, Kramp-Karrenbauer non è riuscita a colmare le divisioni tra la fazione liberale e quella conservatrice del partito e nel febbraio 2020, ha annunciato le sue dimissioni da leader del partito. Il congresso del partito per eleggere un nuovo leader era previsto ad aprile 2020, ma è stata ripetutamente ritardata a causa della pandemia di COVID-19 e si è alla fine svolto nel gennaio 2021, con Armin Laschet , ministro-presidente in carica del Nord Reno-Westfalia, che ha battuto di misura Friedrich Merz con il 52,8% dei voti dei delegati.
Anche l’altro partito nel governo di coalizione, l’SPD, ha avuto problemi di leadership. Dopo che nel 2017 la SPD ha avuto il peggior risultato elettorale nazionale dal 1945, all’inizio del 2018 il partito ha eletto Andrea Nahles come proprio leader. Nahles tuttavia non è riuscita a frenare il decino del partito e si è dimessa nel giugno 2019, dopo che alle elezioni europee la SPD era stata superata dai verdi. A capo del partito è quindi andata una “diarchia” formata da Norbert Walter-Borjans e Saskia Esken, esponenti dell’ala sinistra del partito. Nel mese di agosto 2020, il partito ha nominato il vicecancelliere Olaf Scholz, fedele alleato della Merkel, come candidato cancelliere alle elezioni
I Verdi hanno eletto due nuovi co-leader nel gennaio 2018 ( Annalena Baerbock e Robert Habeck ) e sono saliti nettamnete ei sondaggi d’opinione, piazzandosi al secondo posto dietro la CDU/CSU. Il partito ha ottenuto un successo storico alle elezioni del Parlamento europeo nel 2019 con il 20,5% dei voti. Nel giugno 2021 Annalena Baerbock è stata nominata candidata cancelliere, nonostante Habeck fosse nettamente meno popolare di Habeck.
Anche la sinistra ha subito un cambio di leadership, con Katja Kipping e Bernd Riexinger che si sono dimessi dopo nove anni come co-leader del partito. Al loro posto sono stati nominati Janine Wissler e Susanne Hennig-Wellsow in un congresso on-line del partito tenuto nel febbraio 2021 durante la pandemia di Covid-19. Wissler è considerata un’esponente dell’ala sinistra del partito, precedentemente allineata con la fazione della sinistra socialista, mentre Hennig-Wellsow è considerata esponente della corrente moderata. Entrambi sostengono la partecipazione del loro partito al governo federale, in particolare Hennig-Wellsow, la quale ha svolto un ruolo importante nel governo “rosso-rosso-verde” di Die Linke, SPD e Greens nello stato della Turingia.
Nel luglio 2021, le gravi alluvioni in Europa hanno riportato la questione climatica all’ordine del giorno. Il Partito socialdemocratico ha chiesto “che si faccia di tutto per fermare il riscaldamento globale”, mentre la CDU/CSU ha voluto “accelerare le misure di protezione del clima”. Alla fine di luglio, secondo un sondaggio, il 56% dei tedeschi riteneva che le inondazioni rendano “ancora più importante di prima” combattere il cambiamento climatico e il 73% considerava che il governo non stesse facendo abbastanza in questo settore. Solo i simpatizzanti del partito di destra AfD sono per la stragrande maggioranza di parere opposto.
L’andamento dei sondaggi durante la campagna elettorale, sopratutto per quanto riguarda i grandi partiti, è stato estremamente altalenante e nessun al momento è in grado di prevedere con sicurezza come si orienteranno gli elettori nel voto di domenica prossima.
IL SISTEMA POLITICO-ELETTORALE
La Germania è una repubblica parlamentare federale democratica , dove il potere legislativo federale è conferito al Bundestag (il parlamento della Germania) e al Bundesrat (l’organo rappresentativo dei Länder , gli stati regionali tedeschi).
Il capo di stato tedesco è il presidente federale. Mentre il cancelliere federale dirige il governo e la politica quotidiana, il ruolo del presidente federale è principalmente cerimoniale. Il presidente federale, con le sue azioni e le sue apparizioni pubbliche, rappresenta lo stato stesso, la sua esistenza, la sua legittimità e unità. Il loro ufficio comporta un ruolo integrativo. Quasi tutte le azioni del Presidente federale diventano valide solo dopo una controfirma di un membro del governo.
La magistratura della Germania è indipendente dall’esecutivo e dal legislatore , mentre è comune che anche i principali membri dell’esecutivo siano membri del legislatore. Il sistema politico è stabilito nella costituzione del 1949, la Grundgesetz (legge fondamentale), che è rimasta in vigore con lievi modifiche dopo la riunificazione tedesca nel 1990.
Il Bundestag è eletto per un mandato di quattro anni ed è composto da 598 o più membri eletti con un sistema di rappresentanza proporzionale mista , che i tedeschi chiamano “rappresentanza proporzionale personalizzata”. 299 membri rappresentano circoscrizioni uninominali e sono eletti con metodo maggioritario ad un turno. Ai partiti che ottengono meno seggi elettorali rispetto alla loro quota nazionale di voti vengono assegnati seggi dalle liste di partito per compensare la differenza. I partiti che invece ottengono più seggi elettorali rispetto alla loro quota nazionale di voti possono mantenere questi cosiddetti “seggi in eccesso”. L’attuale Bundestag è il più grande della storia tedesca con 709 membri.
Un partito deve ricevere il cinque percento del voto nazionale o vincere almeno tre seggi eletti direttamente per poter partecipare alla divisione dei seggi nella parte proporzionale. Questa regola è stata incorporata nella legge elettorale tedesca per prevenire la frammentazione politica e per evitare partiti di minoranza sproporzionatamente influenti.
Il Bundesrat rappresenta i sedici Länder (stati federati) della Germania a livello federale. Esso partecipa alla legislazione, insieme al Bundestag, per le leggi che riguardano le competenze statali e tutte le modifiche costituzionali che ne richiedono il consenso.
I membri del Bundesrat non sono eletti, né dal voto popolare né dai parlamenti statali, ma sono delegati dal rispettivo governo statale. Essi rimangono in carica fino a quando il loro stato non vota per cambiare la propria rappresentanza.
Il Democracy Index dell’Economist Intelligence Unit classifica la Germania come una “Democrazia Completa”, al livello di paesi tipo Gran Bretagna, Svizzera, Uruguay e Lussemburgo.
Nelle prossime pagine, i risultati delle ultime elezioni e i principali partiti politici tedeschi.
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