In Irlanda sono quattro le case sondaggistiche che hanno effettuato regolari sondaggi per queste elezioni. Nonostante i sondaggi diano dati abbastanza differenti l’uno dall’altro le tendenze del voto sono ben chiare.
Il Fine Gael del primo ministro Simon Harris è dato in leggero rialzo rispetto alle elezioni del 2020 e dovrebbe attestarsi tra il 21% e il 22% dei voti. Il Fine Gael potrebbe quindi andare in testa alle preferenze degli elettori superando il Fianna Fáil, che sarebbe in ribasso di quasi 2 punti rispetto al 22,2% delle scorse elezioni. Ma la vera novità di queste elezioni sarebbe lo scivolone del Sinn Fein che farebbe un netto passo indietro rispetto al massimo storico del 24,5% raggiunto nel 2020, perdendo tra i 5 e i 6 punti percentuali e passando quindi dalla prima alla terza posizione dopo Fine Gael e Fianna Fail. Altri sconfitti annunciati di queste elezioni dovrebbero essere i Verdi, dati intorno sotto il 4% dei voti, che quasi dimezzerebbero il 7,1% ottenuto nel 2020. Stabili o leggermente in ribasso invece i laburisti dati poco sotto al 4% rispetto al 4,4% ottenuto nel 2020, mentre in netto irialzo sarebbero i socialdemocratici che passerebbero dal 2,9% a quasi il 6% dei consensi. Stabile o in leggero calo l’estrema sinistra di Solidarity-People Before Profit, che potrebbe perdere qualche decimo di percentuale rispetto al 2.6% delle scorse elezioni. Si prospetta invece un avanzamento per i piccoli partiti di destra ed estrema destra, alimentato dal disagio degli elettori per l’immigrazione e l’alto costo delle abitazioni. I conservatori di Aontú passerebbero dall’1,9% a quasi il 4% mentre la destra di Independent Ireland potrebbe arrivare al 3%. Gli altri partiti e indipendenti passerebbero dal 13,5% delle scorse elezioni ad oltre il 15%,. Dietro questo avanzamento ci potrebbero essere i voti dati a gruppi di estrema destra quali l’Irish Freedom Party o l’Alleanza Nazionale.
Gli scenari per il dopo-elezioni sono molteplici. Tutto dipenderà da quanti deputati riusciranno ad eleggere i singoli partiti, oltre alle posizione politiche dei singoli deputati indipendenti, che dovrebbero essere almeno una ventina su 174 eletti.
Se, come sembra dai sondaggi, il Fine Gael otterrà la maggioranza dei seggi, il suo leader e attuale primo ministro Simon Harris avrà per primo l’incarico di formare un nuovo governo. Bisogna a questo punto vedere se la coalizione tripartita di governo tra Fine Gael, Fianna Fáil e Verdi manterrà la maggioranza in parlamento. Se anche ci riuscisse, è probabile che i Verdi, dopo la possibile sconfitta elettorale, scelgano di passare all’opposizione. In tal caso per continuare a governare, Fine Gael, Fianna Fáil dovrebbero fare affidamento sugli indipendenti e sui piccoli partiti di destra, cioè Aontú e Indepedent Ireland.
Il complesso sistema elettorale irlandese rende molto difficile riuscire a calcolare il numero di seggi che otterranno i vari partiti. I tempi di scrutinio sono inoltre decisamente lunghi, il che significa che i risultati possono richiedere del tempo per essere determinati. Dopo le elezioni generali del 2020, ci sono voluti giorni per confermare il conteggio finale. In passato si pensava che questo tipo di sistema riducesse l’instabilità politica, avvantaggiando i partiti maggiori e i candidati moderati. L’alta percentuale di voti che in queste elezioni otterranno i candidati indipendenti e i partiti minori, in particolare l’avanzata dei piccoli partiti di destra, potrebbe tuttavia far cambiare le carte in tavola e rendere la politica irlandese decisamente più instabile.
Questo è tutto anche per oggi. I risultati saranno commentati come sempre dai nostri egregi collaboratori della Redazione BiDiMedia.
Vi ricordo le prossime importanti scadenze elettorali prima della fine dell’anno, cioè le elezioni parlamentari del 1 dicembre in Romania.
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