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Elezioni Precedenti
La tabella mostra i risultati delle elezioni del 2014.
Le elezioni avevano visto la conferma del governo di Shinzo Abe e della coalizione di centrodestra tra Liberaldemocratici e Komeito, un progresso dei democratici e dei comunisti e un calo degli altri partiti di centrodestra all’opposizione.
Nelle successive elezioni per il rinnovo di metà del Senato, tenutesi nel 2016, i liberaldemocratici e Komeito avevano guadagnato 5 seggi ciascuno, confermando la maggioranza anche al Senato, l’opposizione di destra ne aveva guadagnati 5, i comunisti erano passati da 3 a 6, i democratici erano scesi da 53 a 40 e gli altri partiti di opposizione avevano perso 5 seggi.
Leader e partiti in campo
Alle elezioni partecipano 8 partiti principali e svariati partiti minori e candidati indipendenti.
In molti circoscrizioni uninominali alcuni partiti hanno fatto accordi di desistenza. Altri si presentano solo nelle circoscrizioni dove hanno una solida chance di essere eletti. Inoltre la maggior parte dei candidati si presenta sia nella parte proporzionale che nei seggi uninominali, per avere la quasi sicurezza di essere eletta. Il risultato è che per l’elezione di 465 deputati si presentano solo 1180 candidati, poco più di due per seggio.
Le elezioni di quest’anno sono caratterizzate dall’assenza della maggiore forza di opposizione, il Partito Democratico del Giappone (Minshu-to), il quale, a seguito di una grave crisi interna, ha deciso di non presentarsi a queste elezioni. Il PD era nato nel 1996 da un accordo tra l’ala del Partito Socialista Giapponese, ostile alla prosecuzione di un’alleanza di governo tra il loro vecchio partito e il Partito Liberal Democratico e la maggioranza del Sakigake, partito di ispirazione centrista formato da scissionisti dell’LDP. Il PD aveva conosciuto una crescita progressiva culminata nella vittoria elettorale del 2009 con più di 300 seggi alla Camera Bassa. Tuttavia il governo del PD fu funestato da frequenti crisi politiche, che portarono alle elezioni anticipate del 2012 e al ritorno al potere dell’LDP. Da allora il PD è stato funestato da lotte interne di potere, da scissioni e da un calo continuo dei consensi
Il 28 settembre 2017, il leader del Partito Democratico, Seiji Maehara, ha annunciato che il partito aveva abbandonato i piani per partecipare elezioni generali. Il gruppo di PD nella Camera dei Rappresentanti si è quindi sciolto. Una parte dei suoi esponenti ha deciso di candidarsi in queste elezioni come indipendenti mentre altri si presentano sotto il simbolo di altri partiti di opposizione, in particolare nel nuovo partito della governatrice di Tokio Yuriko Koike. La corrente liberale di sinistra del partito infine ha deciso di presentarsi comunque alle elezioni come Partito Democratico Costituzionale.
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