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IL GIRAMONDO – Elezioni in Ecuador. La sinistra populista “correista” cerca la rivincita contro il presidente Noboa

I PRINCIPALI PARTITI POLITICI

Sono 12  le liste che si presentano a livello nazionale nelle elezioni parlamentari. Alcune di esse sono liste di partito e altre sono alleanze elettorali tra due o più partiti.  Altre liste si presentano solo nelle circoscrizioni provinciali.  Si prevede che complessivamente una decina di liste riescano ad ottenere seggi nel nuovo parlamento

In Ecuador i partiti sono relativamente deboli. Molto spesso nascono come veicoli elettorali  in appoggio ad un candidato alla presidenza, per poi sparire dalla scena politica assieme al loro leader. I partiti politici che non ottengono il 4% dei voti validi in due elezioni consecutive a livello nazionale; oppure, almeno l’8% dei sindaci, o, almeno un consigliere in almeno il 10% delle province del paese, perdono la loro registrazione e non possono più  partecipare alle elezioni.

 

Alleanza Rivoluzione Cittadina – Movimento Reto 

undefinedIl Movimento Rivoluzione Cittadina è un partito di sinistra socialista formato da sostenitori dell’ex presidente Rafael Correa,  principale partito di opposizione all’attuale governo, presente con 51 seggi nel parlamento uscente. Il partito è membro del Forum di San Paolo.  La candidata del partito alla presidenza in queste elezioni è la deputata Luisa Gonzalez.

Il partito è stato ufficialmente  fondato nel 2021 ma ha origine nel 2018, da una scissione di Alleanza PAIS, l’ex partito di Correa dopo che quest’ ultimo aveva abbandonato il partito in disaccordo con il suo successore alla presidenza Lenín Moreno .

 Alle elezioni del 2021 Rivoluzione Cittadina ha fatto parte dell’Alleanza  “Unione per la Speranza”, che ha candidato alla presidenza l’economista di sinistra Andrés Arauz. Questi è arrivato in testa al primo turno, ma è poi stato battuto al ballottaggio dal candidato liberalconservatore Guillermo Lasso.  Nelle elezioni straordinarie del 2023 ha candidato alla presidenze Luisa Gonzalez, che è stata sconfitta al ballottaggio da Daniel Noboa.

L’ideologia di Rivoluzione Cittadina si ispira al cosiddetto “socialismo del XXI secolo”  teorizzato durante il governo di Rafael Correa. Il partito ha un’ideologia progressista di sinistra, si oppone al neoliberismo e all’imperialismo , mantenendo un’affinità con i movimenti e i governi progressisti dell’America Latina.

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Il Movimento RETO, ufficialmente “Movimento per il Rinnovamento Totale”, è un piccolo partito  centrista, presente con 2 deputati nel parlamento uscente. In queste elezioni presidenziali il partito non ha un proprio candidato presidenziale e appoggia la candidata di Rivoluzione Cittadina Luisa Gonzalez. 

Il partito è stato fondato nel 2018 con il nome di “Movimento Nazionale Insieme Possiamo”  dall’ex sindaco di Azuay , Paúl Carrasco , come piattaforma politica personale, con il quale si è candidato alle elezioni presidenziali del 2021, ottenendo appena lo 0,2% dei voti.  Successivamente il partito ha cambiato il nome in quello attuale e Carrasco ha abbandonato la guida del partito. Nelle elezioni straordinarie del 2023 ha candidato alla presidenze l’impresario Eduardo Sánchez che ha ottenuto lo 0,5% dei voti.

 

Partito Social-Cristiano (PSC)

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Il Partito cristiano-sociale (PSC) è un partito cristiano-conservatore, attualmente presente con 14 seggi nell’Assemblea Nazionale.  Il candidato del partito in queste elezioni presidenziali è l’attuale presidente dell’Assemblea Nazionale Henry Kronfle.

Il partito fu fondato nel 1951 come movimento sociale cristiano, diventando un vero e proprio partito nel 1967. Durante buona parte della sua esistenza il partito è stato una delle maggiori forze politiche del paese, arrivando a raggiungere il 31,4% dei voti nelle elezioni del 1997 fino poi  scendere al 9% nelle elezioni del 2013. Il partito ha espresso tre presidenti dell’Ecuador: Camilo Ponce Enríquez eletto nel 1956, León Febres-Cordero  nel 1984 e Sixto Durán Ballén nel 1992.

Durante la presidenza Corra il PSC ha guidato l’opposizione parlamentare di centrodestra al governo populista di sinistra, opponendosi all’elezione dell’Assemblea Costituente del 2007 e alla richiesta successiva di Correa di rimuovere il limite costituzionale dei due mandati per potersi candidare per la terza volta alla presidenza nel 2013.

Nelle elezioni presidenziali del 2009 e 2013 il partito non ha presentato un proprio candidato alla presidenza, limitando ad appoggiare i candidati di centrodestra anti-Correa.  Nel 2017 il PSC ha candidato alla presidenza Cynthia Viteri, la quale si è piazzata al terzo posto con il 16,3% dei voti,  permettendo al proprio partito di ottenere 15 seggi in parlamento.  Alle elezioni del 2021 il PSC ha deciso di non presentare un proprio candidato e di siglare un accordo elettorale con il Movimento CREO in appoggio alla candidatura di Guillermo Lasso. Alle elezioni del 2023 il PSC ha candidato Jan Topic, che si è classificato in quarta posizione con il 14,4% dei voti.

Economicamente il partito è moderatamente liberista, affermando la difesa della economia sociale di mercato. Il partito è anche socialmente conservatore e si ispira alla dottrina sociale della Chiesa .

 

Partito della Società Patriottica (PSP) 

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Il Partito della Società Patriottica (PSP)  è un partito populista e personalista, fondato nel 2002 dall’ex presidente della repubblica Lucio Gutiérrez, attualmente presente con 3 seggi nell’Assemblea Nazionale. La candidata del PSP in queste elezioni presidenziali è l’attivista ambientalista, Andrea González Náder, che nelle elezioni del 2023 era stata la candidata vicepresidente del giornalista Fernando Villavicencio,  poi assassinato durante la campagna elettorale.

Il partito fu creato dopo che l’allora colonnello Lucio Gutiérrez assieme ad un gruppo di militari, prese il potere nel 2000 rovesciando il governo dell’allora presidente Jamil Mahuad.  Gutiérrez decise di abbandonare la sua carica militare e di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2002, utilizzando il neonato partito come veicolo elettorale. Gutiérrez fu eletto presidente con una piattaforma politica anti-sistema e di sinistra , in alternativa agli screditati partiti politici tradizionali. La sua piattaforma politica fu  sostenuta anche dal movimento indigeno Pachakutik.

Gutiérrez una volta eletto, cambiò radicalmente la sua agenda, per far posto a una politica di riavvicinamento dei governi degli Stati Uniti e della Colombia, stabilendo un’alleanza politica con la destra ecuadoriana rappresentata dalla Partito sociale cristiano (PSC). Per questi motivi, Pachakutik e i partiti della sinistra ritirarono il loro sostegno al governo.  Gutiérrez allora formò una nuova maggioranza parlamentare con i partiti della destra, incluso il Partito Roldosista dell’ex presidente Bucaram, in quel periodo sotto processo, per aiutare il quale Gutiérrez fece rimuove alcuni giudici della Corte Suprema.  Questa decisione provocò una forte ondata di indignazione popolare, soprattutto da parte della popolazione cittadina di Quito, che costrinse Gutiérrez alle dimissioni e alla fuga all’estero.

Nelle elezioni del 2006 Gutiérrez tornò in Ecuador per ricandidarsi alla presidenza  ma il parlamento sospese per due anni i suoi diritti politici, per cui alle elezioni fu candidato suo fratello Gilmar, che ottenne  il terzo posto con il 17,4% dei voti, mentre il  PSP conquistava il 24% dei voti e 24 seggi in parlamento,  diventando il secondo partito del paese. Nel 2009 Luico Gutiérrez poté ricandidarsi alla presidenza ottenendo il 28,2% dei voti, venendo tuttavia sconfitto dal presidente uscente Rafael Correa, con il PSP che scendeva a 19 seggi. Nel 2013 il PSP candidò  ancora una volta alla presidenza Lucio Gutiérrez, che ottenne solo il 5,6% dei voti dato che gli oppositori di Correa convogliarono i loro voti su Guillermo Lasso. Il PSP perse ulteriormente terreno scendendo a 5 seggi.  Nelle elezioni del 2017 furono eletti solo due deputati per il PSP, con il candidato alla presidenza del partito Patricio Zuquilanda, che ottenne un misero 0,8%. Nelle elezioni del 2021 il partito  candidò  per la quarta volta alla presidenza il suo leader e fondatore  Lucio Gutiérrez, che ottenne l’1,8% dei voti, mentre il partito rimase con un solo un seggio in parlamento, appoggiando il governo del nuovo presidente Lasso. In occasione delle elezioni presidenziali straordinarie del 2023 il PSP non ha presentato un proprio candidato, appoggiando invece il candidato di destra del PSC Jan Topić.

 

Partito SUMA

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La Società Unita per l’Azione nota con l’acronimo SUMA è un partito di destra liberista, attualmente presente con 8 seggi nel parlamento dell’Ecuador. Il suo candidato alla presidenza in queste elezioni è lo psicologo .Enrique Gómez.

Fondato nel 2012, il partito ha partecipato per la prima volta alle elezioni ecuadoriane 2013 con Mauricio Rodas come candidato alla presidenza dell’Ecuador, ottenendo il 3,9% dei voti alle  elezioni presidenziali e il 3,2% a quelle parlamentari, non eleggendo nessun deputato. Alle elezioni del 2017 il partito si è alleato al Movimento CREO a sostegno della candidatura di Guillermo Lasso alle elezioni presidenziali. Nelle elezioni parlamentari ha ottenuto 8 seggi.  Alle elezioni del 2021 ha presentato come candidato alla presidenza il proprio leader Guillermo Celi, che ha ottenuto solo lo 0,9% dei voti, mentre il partito ha ottenuto l’1,7% dei voti senza eleggere nessun deputato.  Al ballottaggio il partito ha appoggiato il candidato di centrodestra Guillermo Lasso. Dopo la sua elezione il partito ha ottenuto di far parte del governo guidando il ministero dello sport. Infine nel 2023 ha formato una lista di unica con il movimento “Avanza” che ha appoggiato  la candidatura alla presidenza dell’ex vicepresidente Otto Sonnenholzner, che ha ottenuto il 7,1% dei voti, mentre la lista  si è fermato al 4,5% ottenendo 8 seggi, 7 dei quali sono andati a  SUMA.

Unità Popolare (UP)

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Unità Popolare  (UP) è una formazione politica di estrema sinistra,  di orientamento marxista-leninista, presente con un deputato nel parlamento ecuadoriano,  In queste elezioni il candidato del partito è il docente universitario ed ex deputato Jorge Escala.

il partito fu fondato nel 1978 con il nome di Movimento Democratico Popolare (MDP), per poi adottare il nome corrente nel 2014.  Il leader storico del partito è stato Jaime Hurtado, un politico afro-ecuadoriano, che lo ha guidato fino alla sua morte nel 1999, quando fu ucciso da dei sicari probabilmente ingaggiati dai suoi avversari politici. 

Nel 1979 Jaime Hurdato fu il primo deputato di discendenza africana ad essere eletto nell’Assemblea Nazionale. Nel 1984 Hurtado fu candidato alla presidenza, ottenendo il 7% dei voti. Dal 1979 al 2006 il partito è sempre stato rappresentato in parlamento presentandosi con proprie liste o in coalizione con altri partiti di sinistra ma è sempre rimasto all’opposizione dei vari governi che si sono succeduti in Ecuador.

Nel 2002, il partito sostenne l’elezione di Luico Gutiérrez alla presidenza, il quale una volta eletto fece partecipare Unità Popolare al governo, collaborazione che tuttavia durò solo 3 mesi. Con la caduta di Gutiérrez e  l’arrivo di Corra al governo nel 2006,  il partito decise di rimanere comunque all’opposizione, non considerando il programma di Correa sufficientemente di sinistra. Successivamente organizzò’  varie manifestazioni di protesta contro la decisione di Correa di modificare la Costituzione per farsi eleggere per un terzo mandato.  Correa accusò  l’MDP di fomentare la violenza e alcuni dei suoi dirigenti furono arrestati e condannati per questo motivo. Nelle elezioni del 2013  l’MDP non ottenne seggi all’Assemblea Nazionale e fu de-registrato dal tribunale elettorale.  Gli ex-dirigenti dell’MDP decisero allora di fondare un nuovo partito, chiamato Unità Popolare (UP).

Per le elezione del 2017, il partito entrò   a far parte dell’Accordo Nazionale per il Cambiamento, una coalizione di partiti di sinistra  che candidò Paco Moncayo alla presidenza, il quale ottenne il 6,7% dei voti. Unità Popolare presentò la propria lista alle elezioni parlamentari, ottenendo l’1,6% dei voti, non sufficienti per ottenere un deputato. Al secondo turno delle elezioni presidenziali ha deciso di appoggiare il candidato liberalconservatore Guillermo Lasso piuttosto che Lenin Moreno, ex vicepresidente di Correa, considerando quest’ultimo il principale nemico dei lavoratori dell’Ecuador.

Il partito partecipò alle proteste dell’ottobre 2019 contro le misure di austerità del governo, assieme al movimento indigenista Pachakutik, con il quale intraprese una stretta collaborazione politica che portò i due partiti ad appoggiare il leader indigenista ed ambientalista  Yaku Pérez nelle elezioni presidenziali del 2021, dove per un soffio non arrivò al ballottaggio.  Alle elezioni parlamentari UP ottenne solo l1,/% dei voti e nessun seggio.  Alle elezioni straordinarie del 2023 UP ha appoggiato nuovamente la candidatura di Yaku Pérez alla presidenza, all’interno di una lista di sinistra che ha ottenuto il 2,9% dei voti e nessun seggio.

Dal punto di vista ideologico, il partito fa riferimento alla sinistra rivoluzionaria socialista internazionalista. Il suo programma prevede la nazionalizzazione di tutte le risorse naturali, dall’acqua al petrolio, per eliminare lo sfruttamento da parte dei monopoli stranieri. Il partito sostiene lo sviluppo della democrazia partecipativa e il diritto all’autodeterminazione dei popoli, sostenendo la costituzione dell’Ecuador come stato “plurinazionale” e multiculturale. Recentemente il partito ha assunto anche  posizioni ambientaliste simile a quelle del Pachakutik.

 

Partito Socialista Ecuadoriano (PSE)

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Il Partito Socialista Ecuadoriano (PSE) è un partito socialdemocratico (in passato marxista-leninista) fondato nel 1926, il più antico partito politico ecuadoriano ancora in attività, attualmente senza rappresentanza parlamentare.  Il candidato del PSE in queste elezioni presidenziali è l’avvocato e criminologo Pedro Granja.

Il partito Socialista nacque come partito Marxista-Leninista, sotto l’influsso della Rivoluzione Russa e come alternativa ai  due gruppi politici storici esistenti in Ecuador, il Partito Liberale Radicale e il Partito Conservatore. Nei primi anni della sua esistenza il Partito Socialista fu allineato al Partito Comunista dell’URSS ed entrò a far parte della Terza Internazionale. Negli anni successivi il partito subì varie scissione sia da parte delle componenti riformiste che di quelle rivoluzionarie, una delle quali diede origine al Partito Comunista dell’Ecuador.

Il partito socialista fu registrato ufficialmente come partito politico nel 1932 e partecipò per la prima volta alle elezioni presidenziali nel 1933, dove il suo candidato ottenne il 17% dei voti. Il partito ebbe una notevole influenza tra il 1935 e il 1938, durante le dittature militari di Federico Páez e Alberto Enríquez Gallo, poiché entrambi condividevano idee socialiste. Con il ritorno alla democrazia l PSE divenne una delle maggiori forze politiche del paese, ma fu tenuto fuori dal governo, che rimase nelle mani del Partito Radicale Liberale fino alla rivoluzione del 1944 che portò al potere il conservatore José María Velasco Ibarra  a capo di una inedita coalizione che andava dalla destra cristiana ai comunisti, comprendente anche il PSE.

Dal 1948 in poi tuttavia il PSE entrò in alleanza con il Partito Liberale Radicale non partecipando direttamente alle elezioni, ma candidati propri esponenti nelle sue liste.  Negli anni ’60 e ’70 il Partito socialista subì  diverse fratture e scissioni, che lo portarono quasi alla scomparsa dalla scena politica. Negli anni ’80 riunì sotto il suo simbolo vari partiti di sinistra radicale tornado ad essere rappresentati in parlamento, raggiungendo l’8,9% dei voti e 7 seggi nelle elezioni parlamentario del 1990. Nel 1996, il Partito Socialista si alleò ad altre formazioni di sinistra e al partito indigenista Pachakutik  per sostenere la candidatura del giornalista Freddy Ehlers alla Presidenza della Repubblica, che ottenne circa il 20% dei voti, alleanza che confermarono nelle elezioni del 1998.  Il Partito tuttavia continuò a declinare ottenendo 3 seggi nelle elezioni del 2002 e 1 in quelle del  2006. L’elezione del leader di sinistra Rafael Correa tuttavia permise al PSE di entrare al governo ottenendo il ministero della difesa con Guadalupe Larriva, prima donna  di sinistra e primo non militare a ricoprire l’incarico.  Larriva tuttavia morì in un incidente areo pochi giorni dopo la sua nomina nominata ministro della Difesa. La cause dell’incidente non furono mai del tutto chiarite. Il PSE mantenne il suo seggio nelle elezioni del 2009 ma non riuscì  ad entrare in parlamento in quelle del 2013.

Nel 2017 il partito si divise tra i sostenitori di Correa e quelli di Lenin Moreno, con la parte maggioritaria del partito che decise di sostenere Moreno alle presidenziali il quale una volta eletto nominò il presidente del PSE ministro della difesa, nonostante che il partito non fosse riuscito ad ottenere nessun seggio in parlamento. Negli anni successivi il partito ha mantenuto una posizione di duro “anti-correismo”.

Nel 2020 a seguito della sua alleanza elettorale con il Movimento Concertación di César Montúfar, il Partito socialista ecuadoriano ha ufficialmente abbandonato il suo orientamento marxista per abbracciare la socialdemocrazia.  L’alleanza ha conquistato 2 seggi alle elezioni parlamentari del 2021, con César Montúfar che ha ottenuto solo lo 0.6% dei voti alle elezioni presidenziali.  Alle elezioni straordinarie del 2023 il PSE ha fatto parte di una coalizione di partiti di sinistra che ha appoggiato la candidatura alla presidenza di Yaku Perez,  che non ha ottenuto nessun seggio in parlamento.

 

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